Alien 3 – Il fumetto basato sulla sceneggiatura di William Gibson

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Sapere che uno dei padri del cyberpunk scrisse trama e sceneggiatura per una sua versione di Alien 3 è già qualcosa che di per sé incuriosisce molto. Se poi quell’idea, scartata, viene riportata alla luce in forma di fumetto, quest’ultimo diventa un oggetto del desiderio irresistibile.

William Gibson, nell’introduzione scritta di suo pugno, ci racconta che da fan degli Alien(s) rimase anche lui spiazzato dalla proposta all’epoca, probabilmente non aspettandosi che il suo Neuromante lo avrebbe portato a quel livello di considerazione da parte di grossi produttori. Al tempo stesso, però, era intimorito dal fatto che fosse un’opera su commissione, quindi un singolo errore poteva rivelarsi fatale e non voleva avere l’arroganza di chiudere la storia. Inoltre doveva tenere conto di imposizioni dall’alto come mettere in secondo piano Ripley e includere dei “Marxisti Spaziali“.

I produttori considerarono valido il suo lavoro, ma speravano proprio in delle influenze più cyberpunk per questo capitolo e quindi non se ne fece più nulla. Dopo decenni, infine, la Dark Horse ha deciso di realizzare assieme a Johnnie Christmas un fumetto basato su questa sceneggiatura abbandonata, qualcosa di impensabile per Gibson, che comunque non ha potuto fare a meno di accogliere con entusiasmo l’operazione.

alien 3 gibson hugger

L’Alien 3 di Gibson parte a bordo della Sulaco, nave in cui Ripley, Newt, Hicks e Bishop si trovano in sonno criogenico (dalla fine di Aliens – Scontro Finale) e che dovrebbe dirigersi sulla Terra. Tuttavia, per quello che potrebbe sembrare un guasto, la Sulaco si addentra per pochi minuti in una porzione di galassia rivendicata dall’Unione dei Popoli Progressisti (U.P.P.), e tanto basta a tre astronauti di quella fazione per abbordare la nave. Si scopre, però, che dal corpo di Bishop fuoriesce un uovo di xenomorfo, il quale si schiude e fa sprofondare tutto nel caos. I Progressisti fanno in tempo a prelevare Bishop e andarsene, con uno di loro che rimane a bordo della Sulaco con un hugger addosso, mentre la nave viaggia verso la stazione di Anchor Point, della fazione opposta alla U.P.P. (potremmo dire dei capitalisti liberali).

Insieme alla Sulaco, ad Anchor Point arrivano anche due figuri del dipartimento scientifico militare della Weyland-Yutani, la compagnia che ha messo su la stazione. Sono loro stessi a rivelare, sotto pressione del direttore Rosetti, che il dirottamento viene dai piani alti e che lo scopo è poter prelevare “campioni fondamentali” per ricerche a scopo militare. Il direttore e lo staff contribuiscono malvolentieri all’ispezione della nave, non volendo aver a che fare con nessuno della divisione armamenti. A bordo trovano Newt, Hicks e Ripley, la quale, in preda a un delirio, gli salta addosso e di conseguenza viene sedata. Intanto in una stazione della U.P.P. la memoria di Bishop viene letta e analizzata, per scoprire cosa abbia ucciso il loro commilitone e decidere così la prossima mossa.

alien 3 gibson bishop

Lascio scoprire a voi il resto, ma vi posso assicurare che c’è parte della tensione che abbiamo conosciuto nel primo film e delle scene d’azione ben riuscite degne del secondo capitolo, con gli attriti generati dalle due fazioni politiche e gli interessi che le segnano. Tra l’altro è divertente constatare come queste fazioni, etnicamente, corrispondano in maniera esatta agli stereotipi terrestri, con europei, statunitensi e giapponesi dalla parte dei capitalisti, e sud-americani e cinesi (visti gli anni della stesura di Gibson, anche qualche tedesco della Germania Est) da quella dei progressisti.

Anche se parte del focus è ovviamente sui protagonisti dei film, la scelta di introdurre nuovi personaggi ai quali affezionarsi non l’ho trovata affatto dissacrante come alcuni potrebbero pensare, ma interessante e piacevole; avere anche su carta e in una storia alternativa la protagonista delle pellicole sarebbe stato inutilmente ripetitivo e non avrebbe fornito altrettanti spunti come in questo caso.

Johnnie Christmas non le manda certo a dire e, con rarissime eccezioni, le vignette sono sempre perfette. In quanto autore completo, lui stesso si è occupato dell’adattamento della sceneggiatura originale e la stesura di quella che ha poi disegnato, riuscendo ad incarnare lo spirito della saga e del pensiero di Gibson in maniera accurata. Un plauso va poi certamente alla colorista, Tamra Bonvillain, che con una sapiente variazione da cromature accesissime ad altre cupe come lo spazio e la morte fa esplodere le tavole.

alien 3 gibson xenomorfo

L’unica personalissima nota negativa sono i troppi personaggi: per quanto ben caratterizzati, non è facile orientarsi tra i nomi di personaggi e fazioni, i loro scopi e il loro astio verso qualcuno in particolare, specie se il tutto è concentrato in 120 tavole. Inoltre (questo immagino dovuto a monte dalla sceneggiatura originale e non dall’adattamento) la trascrizione in Pīnyīn delle battute della ragazza cinese è totalmente sbagliato, e non ci sono note a margine che spieghino ciò che ha detto: forse sarebbero stati più adatti allo scopo balloon con i caratteri reali e con la traduzione in didascalie.

Tolto questo, il fumetto basato sull’Alien 3 di William Gibson merita di essere scoperto, e personalmente mi sento di ringraziare SaldaPress per aver portato in Italia questa chicca per gli appassionati degli Xenomorfi e dello spazio profondo.




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Diplomatə al corso e al Master di Sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Torino, laureatə in Letteratura Giapponese a UniTO e felice di essere qua :)

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