Il fenomeno Spy x Family finalmente arriva anche nelle sale italiane con Spy x Family Code: White, film d’animazione che vede la collaborazione tra gli studi WIT (Attack on Titan, Vinland Saga) e CloverWorks (Bocchi the Rock, My Dress-up Darling). L’opera, nata dalla mente di Tatsuya Endo, in questi ultimi anni ha saputo far breccia nel cuore di lettori e spettatori, alternando a dovere comicità e drammaticità all’interno della spy story che ruota attorno alla famiglia Forger.
Questo primo lungometraggio presenta una storia non canonica, quindi non richiede conoscenze pregresse e non è fondamentale per comprendere al meglio i prossimi sviluppi della serie animata, ma si dimostra senz’altro apprezzabile, regalando quasi due ore di intrattenimento spensierato (alle volte anche un po’ troppo) senza rinunciare alle immancabili sequenze d’azione.
Spy x Family Code: White propone un incipit molto semplice: l’Operazione Strix è a rischio a causa dei mancati risultati, e Twilight (nome in codice di Loid Forger) potrebbe venir sollevato dall’incarico. In parallelo, nell’Eden (il college frequentato da Anya ai fini della missione), si svolgerà un concorso di cucina con in palio una stella, utile soprattutto per raggiungere l’obiettivo dell’operazione. Venuto a conoscenza dell’evento, Loid coglie la palla al balzo e, per trovare la ricetta di una torta che farà sicuramente vincere la piccola telepate, partirà insieme alla famiglia per una finta vacanza nella caratteristica città di Frigis.
Mentre Yor inizia a nutrire dei seri dubbi sul suo ruolo di madre e moglie (per quanto lo sia di facciata), la piccola Anya si imbatte in una misteriosa valigia con la guida dell’affettuoso cagnolone Bond, dalla quale ruberà un prezioso cioccolatino. Ciò che ignora, è che al suo interno è nascosto un file con segreti militari ricercatissimi che potrebbero riaccendere il conflitto tra le nazioni di Westalis e Ostania.
Trovato a Frigis il ristorante che prepara il delizioso dolce, sembra che la missione possa proseguire senza intoppi, tuttavia l’arrivo del colonello Snidel rovinerà i piani di Loid, che verrà privato proprio dell’ultima fetta di torta. Non essendocene altre al ristorante, alla famiglia Forger non resterà che procurarsi tutti gli ingredienti elencati nella ricetta fornita dal gentilissimo chef, alcuni dei quali però si riveleranno difficilissimi da trovare. Inoltre gli eventi prenderanno una piega molto complicata obbligando sia Loid che Yor a scontrarsi con l’esercito di Ostania.
L’alchimia tra azione e comicità che ha fatto il successo dell’opera di Endo è il punto forte anche di questo film, con scene spesso fuori da ogni logica e momenti molto divertenti, nonostante qualche espediente anche piuttosto banale. Durante la visione mi sono ritrovato a ridere di gusto in sala, specialmente per come viene sfruttata l’incredulità di alcuni momenti, che è proprio ciò su cui si fonda la comicità del manga. Mentre il canovaccio narrativo non mi ha convinto molto, ho apprezzato quindi come il film cerchi di strappare una risata anche nei momenti più importanti.
Anya è il fattore trascinante di Code: White, rivestendo ancora una volta il ruolo di mascotte – insieme a Bond – nella storia. A lei vanno attribuite le scene più divertenti e se vogliamo persino più assurde, al punto da costringere Yor e Loid a correre in suo soccorso sfoderando le proprie abilità combattive. Nonostante una narrazione tipicamente spensierata che si riflette nella leggerezza della famiglia Forger, non manca però quel contesto estremamente teso che potrebbe vedere una guerra devastante scoppiare da un momento all’altro. Lo spettro della guerra si percepirà particolarmente verso le battute finali, e la sua distruttività verrà sempre rivissuta attraverso i traumi di Loid, quelli che lo hanno spinto a diventare una spia.
Il film intrattiene piuttosto bene, eppure soprattutto per quel che riguarda le sequenze d’azione mi sarei aspettato una qualità superiore a quella dell’anime. Non che qui sia scadente, tutt’altro, ma una regia leggermente diversa e delle animazioni più dettagliate non avrebbero di certo guastato. Dopotutto i lungometraggi appartenenti al panorama dell’animazione giapponese godono sempre di maggiori risorse, ma WIT Studio e CloverWorks qui sembrano non aver voluto osare di più di proposito.
A livello qualitativo, il film sembrerebbe destinato ad essere dissezionato in più parti e inserito come possibile filler nella prossima stagione dell’anime, operazione ormai non così insolita. D’altronde come già accennato è impercettibile anche la differenza tra la regia di Takashi Katagiri e quella di Takahiro Harada, che ha diretto la seconda stagione della serie. Però voglio evitare fraintendimenti: Spy x Family Code: White rimane una produzione di tutto rispetto, dai disegni alle animazioni, merito dei due formidabili team che ci hanno lavorato e che vantano una grande esperienza nel settore dell’animazione giapponese.
Durante l’anteprima ho potuto visionare il film con il doppiaggio italiano, che riconferma il cast di doppiatori della serie televisiva, con qualche new entry molto apprezzata tra i personaggi originali. Tra le nuove voci infatti spiccano quelle di Gianluca Iacono e Renato Novara, con un’interpretazione molto comica nel ruolo dei rapitori di Anya. Infine, tornano con le loro musiche decisamente orecchiabili i (K)NoW_NAME, band giapponese affiliata a ToHo Animation.
Spy x Family Code: White parte come il racconto di una vacanza in famiglia e ben presto prende le pieghe surreali a cui Tatsuya Endo ci ha abituati. La storia non spicca per originalità né ambisce ad offrire guizzi narrativi memorabili, ma comunque intrattiene grazie a sprazzi di comicità azzeccati. L’azione rimane una componente fondamentale, anche se qui avrebbe potuto ambire a vette qualitative decisamente più alte considerata la natura della produzione. Dal film dunque aspettatevi un’esperienza volta principalmente a intrattenere con un po’ di sana leggerezza, cosa in cui riesce pienamente.
Un ringraziamento speciale a Eagle Pictures e Crunchyroll
Commenta per primo
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.