Steam Pirates’ Railroads

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La grande narrativa western ha fatto degli assalti al treno uno dei propri elementi distintivi, così come quella piratesca ha trovato negli arrembaggi un pilastro irrinunciabile. Il racconto di un arrembaggio al treno è ben più difficile da trovare (e anche da immaginare).

A colmare questa lacuna ci hanno pensato lo sceneggiatore e disegnatore Matteo Aversano (supportato da Carmine Cassese) e i coloristi Alessandro Alessi Anghini e Federica Zancato, che con il volume autoconclusivo Steam Pirates’ Railroads (edito da ManFont Comics) ci conducono in un mondo venato di ferrovie e solcato da grandi treni a vapore, in cui non mancano treni-pirata pronti ad affiancare i convogli mercantili per arrembarli e saccheggiarli.

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Il Clayton, treno per escursioni turistiche, cade vittima di un abbordaggio ad opera del temibile Deathwish. Un prezioso baule viene trafugato e deve essere recuperato, non rimane che lanciarsi all’inseguimento del treno-pirata e della sua ciurma, attraversando chilometri di rotaie, determinati a riconquistare il maltolto. Con questa scorreria si aprono le porte della trama, introducendo i principali esponenti degli equipaggi dei due treni e iniziando a porre le basi necessarie allo sviluppo delle vicende successive.

Il fatto che una scorribanda a tutta velocità dia inizio alle danze fa capire l’innata voglia di correre che si respira in tutto questo fumetto, tratto che ben si adatta alla materia narrata, e, anzi, ne accentua i momenti più avvincenti. Ottime tavole in cui i treni sfrecciano sui binari, si cannoneggiano a vicenda e si prestano come terreno per gli scontri tra gli equipaggi si alternano ad una buona dose di risse da saloon vecchio stile, rimanendo coinvolgenti senza cadere nell’esagerazione involontaria, fermandosi un passo prima rispetto alla linea che separa il concitato avventuroso dall’eccesso mal regolato.

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A queste frenetiche pagine di battaglia che, pur costituendo il cuore narrativo, non esauriscono tutta la storia, si affiancano momenti più calmi, intesi ad un approfondimento dei personaggi e delle relazioni che li legano, riuscendo anche a ricavare lo spazio per una piccola ma interessante sottotrama sentimentale. Curiosamente, anche in questi intermezzi di riposo i membri degli equipaggi non riescono a restare indifferenti al fascino scalpitante della Ferrovia, mostrando una certa voglia di ritornare a calcare i binari.

Se da un lato questa continua tensione ben si impasta anche con le sequenze più riflessive, che comunque riescono a dare una vista d’insieme sulle personalità e sulle storie passate dei protagonisti, è anche vero che questi retroscena non vengono esplorati compiutamente, mettendo in luce solo alcuni momenti e tratti chiave per la caratterizzazione.

Bisogna anche dire come l’approfondita esplorazione delle psicologie umane non sia esattamente ciò che ci si aspetta se si decide di leggere un fumetto incentrato su abbordaggi tra treni, motivo per cui la lettura non risente eccessivamente di questa scelta narrativa: le informazioni che vengono fornite bastano a delineare e differenziare i vari personaggi tanto quanto richiesto dal fulcro del racconto, decisamente più sbilanciato verso l’avventura e la suspense.

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Sostenuta da dialoghi brillanti, la narrazione procede in modo netto e preciso, lasciandosi comprendere grazie a inquadrature accurate ed eleganti, ben lontane dalla banalità. Forma e disposizione delle vignette collaborano alla giusta resa degli accadimenti, cooperando con didascalie mai invasive e disegni particolarmente degni di nota.

Tinte soffici che richiamano la trasparenza e la morbidezza degli acquerelli si fondono con sfumature leggere, concorrendo ad esaltare i tratti dettagliati di volti, corpi e oggetti, evitando al contempo il rischio che questa precisione stoni con la vaghezza e l’indeterminatezza del mondo fantastico in cui la storia è ambientata.

Ammirevole è anche la rischiosa decisione di utilizzare una inchiostrazione leggerissima, che delega molto, in termini di resa della profondità, al disegno a matita e ai colori. Scommessa vinta che si traduce in tavole vivide e di pregiato equilibrio.

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Se da un lato, grazie a questa scelta stilistica, i contorni sinuosi delle figure e gli ottimi giochi di luce risaltano, va anche notato come alcune vignette, seppur poche, risentano dell’appiattimento (per così dire) legato all’inchiostrazione minima e all’uso delle tinte echeggianti gli acquerelli. Ciò avviene specialmente in quelle non in forma di splash page, al cui interno vengono schiacciati ampi panorami, ai quali viene un poco a mancare la profondità.

Una piccola nota sul finale è doverosa, poiché entro i confini di questo tomo autoconclusivo vengono portati a compimento accadimenti che si possono dire appartenenti ad un primo arco narrativo, senza però esaurire del tutto lo sviluppo della macro-storia la cui prosecuzione viene lasciata intravedere ma, sfortunatamente, non realizzata.

Spiace che una così gustosa storia, di cui si vorrebbe avere subito in mano il seguito, non prosegua, perché Steam Pirates’ Railroads rimane un bel fumetto, avvincente ed emozionante nonostante i piccoli difetti e il finale molto, forse troppo, aperto.

Un ringraziamento speciale a ManFont

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Lettore, videogiocatore, finto cinefilo e grande chiacchierone.

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