Joe Dever’s Lone Wolf (PS4)

joe dever's lone wolf videogame

Voto:

C’era una volta il librogame, una tipologia di libro che permetteva di essere letto in maniera non lineare, perché al suo interno prevedeva delle scelte da compiere che influenzavano l’andamento della storia. In voga tra i nerd fino a metà degli anni ’90, ne furono creati di tutti i tipi, ma la serie più famosa rimane quella fantasy di Lupo Solitario creata da Joe Dever: qui si andava ad unire la classica struttura di un librogame a quella più complessa dei giochi di ruolo, con l’idea di poter giocare anche da soli una partita di Dungeons & Dragons, col libro a fare da Master.

Molti di voi probabilmente non sapevano neanche della loro esistenza, perché ormai si tratta di un fenomeno estremamente datato, che anch’io ho vissuto in minima parte nel periodo in cui si stava spegnendo, ma sono stati un tassello fondamentale per quelle che ora sono caratteristiche all’ordine del giorno all’interno dei videogiochi. Dal 2013 inoltre hanno provato a rilanciare il librogame con una nuova edizione delle avventure di Lupo Solitario.

Quello che Joe Dever’s Lone Wolf si propone di fare è il percorso inverso, cioè mettere il videogioco al servizio del libro, dando vita ad un ibrido molto particolare. Uscito inizialmente ad episodi come gioco per dispositivi mobile, ne sono venuto a conoscenza solo da poco grazie alla recente uscita su PS4 dell’edizione completa e rimasterizzata per console.

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La storia che ci viene proposta è tutto sommato quanto di più classico nel fantasy: siamo l’ultimo cavaliere di un antico ordine e dobbiamo recuperare un oggetto magico e potentissimo finito nelle mani di forze malvagie, prima che sia troppo tardi per il regno. Come in ogni buon fantasy non mancano lingue inventate, nomi impronunciabili e nozioni più o meno utili ai fini della trama, insomma nulla di particolarmente originale. Se si trattasse di un qualsiasi romanzo sarebbe quanto di più mediocre si possa trovare in circolazione, ma nell’ottica del gioco e dell’interattività come in questo caso si lascia seguire piacevolmente, infatti sembra che tutta l’avventura narrata non sia altro che un pretesto per portare avanti il gioco, senza troppe pretese. Nel menù principale gli amanti della lore troveranno anche approfondimenti relativi a personaggi principali, avversari e oggetti del gioco, un’aggiunta che sicuramente non guasta.

Parliamo comunque di una trama portata avanti in maniera del tutto testuale (a parte qualche cutscene tra un capitolo e l’altro), che riesce ad essere seguita senza problemi perché scritta davvero molto bene e con molta cura nelle descrizioni. Ciò che appunto rende molto particolare questo gioco è il riuscire a dare al giocatore tutta una serie di descrizioni olfattive, sonore e visive delle ambientazioni, che permettono di immaginare tutto in maniera chiara, ma anche del tutto personale, riuscendo a sopperire in maniera abbastanza soddisfacente alla mancanza di una vera e propria esplorazione 3D classica. L’alternanza tra le fasi di lettura, le scelte da compiere e i combattimenti è gestita in maniera molto equilibrata, facendo sì che prima che sopraggiunga la noia, ci sia sempre qualche evento in cui è richiesta la partecipazione attiva del giocatore. Ho poi apprezzato molto la possibilità di cambiare il carattere di scrittura in base alle proprie preferenze e aggiungerei una nota di merito anche per la traduzione italiana, molto ben realizzata per un progetto minore come questo, con solo qualche raro e trascurabile errore di battitura.

Per quel che ricordo io della mia breve esperienza con un libro vero e proprio di Lupo Solitario, la sensazione che il gioco restituisce quindi è esattamente la stessa, con la differenza di avere i processi relativi alle caratteristiche del protagonista automatizzati e non dover quindi stare a segnare tutto a matita, ma soprattutto non avere possibilità di barare (sui libri era troppo facile per non lasciarsi tentare).

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Per quanto riguarda il gameplay, come ho già accennato ci sono meccaniche relative a scelte da compiere, che andranno ad influenzare sia lo sviluppo della storia che quello del nostro personaggio. Fin dall’inizio ci viene infatti richiesto di scegliere come personalizzare quest’ultimo nelle caratteristiche fisiche e nelle abilità speciali, andando quindi ad influenzare anche le diverse statistiche di base. Fondamentalmente qualsiasi nostra scelta si ripercuote nella crescita del personaggio: non c’è un sistema di punti esperienza da guadagnare nei combattimenti, ma le nostre statistiche saranno influenzate, ad esempio, dalla nostra scelta di rompere di forza un lucchetto o scassinarlo, buttarsi a capofitto tra i nemici o creare un diversivo, eccetera. Inoltre si acquisiranno dei bonus nell’utilizzo di una determinata arma o abilità, quanto più ne faremo uso.

I combattimenti sono tra le principali sezioni in 3D del gioco e si svolgono a turni, regolati da una barra a sinistra sotto il simbolo di un lupo. Prima che il tempo a nostra disposizione si esaurisca, tra le diverse opzioni possiamo colpire con l’arma principale o quella secondaria, utilizzare armi dalla distanza come balestra o coltelli, fare uso delle abilità speciali e degli oggetti secondari, metterci in posizione difensiva o attaccare con la potente spada leggendaria Sommerswerd. Le meccaniche di gioco si rivelano presto più profonde del previsto, poiché ciascuna azione è legata a un tempo di ricarica della stessa, inoltre dovremo prestare attenzione alla barra blu del Kai (il mana) e quella verde del vigore (la stamina): le abilità speciali e la Sommerswerd consumeranno la prima, che si potrà ricaricare tramite pozioni o con l’uccisione dei nemici; dalla seconda dipendono gli attacchi con l’arma primaria e secondaria e si ricarica durante il turno degli avversari, quando ci mettiamo in parata o per mezzo di pozioni.

Durante i combattimenti non è possibile cambiare equipaggiamento, ma avremo sempre la possibilità di sistemare tutto ciò di cui abbiamo bisogno prima che uno scontro abbia inizio. Prestare poca attenzione al proprio equipaggiamento, ai tempi di ricarica delle azioni e l’utilizzo della stamina è un approccio completamente sbagliato nei confronti del gioco e vi costringerà a ripetere più volte alcuni combattimenti che saranno davvero impegnativi, senza contare che armi e armature sono anche soggette ad usura. Le battaglie sono arricchite anche da quick time event qualora ci ritroveremo a schivare, compiere una combo o subire un contrattacco nemico, e spesso metteranno alla prova i nostri tendini richiedendoci un forte button mashing.

Ma non finisce qui: anche i nemici potranno schivare, parare e bere pozioni per ripristinare la propria salute, se non addirittura richiamare altri alleati. Ma cosa succede quando si muore in combattimento? In questi casi ci vengono proposte diverse opzioni come ripeterlo, tornare al checkpoint più recente, ripetererlo con una difficoltà minore o tornare al menù principale.

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Gli appassionati degli RPG possono trarre davvero grandi soddisfazioni dalle fasi più concitate del gioco, anche grazie alla presenza di una difficoltà scalabile che lo rende adatto a tutti, ma c’è anche tutta la questione, cara al genere, della gestione di oggetti e materiali: quando avremo la meglio in un combattimento, riceveremo sempre in ricompensa del denaro insieme ad oggetti vari, utilizzabili presso i mercanti per potenziare il proprio equipaggiamento. Riguardo quest’ultimo ci viene dato l’imbarazzo della scelta: possiamo decidere se imbracciare arma e scudo, due armi, utilizzare dalla distanza balestra o coltelli e indossare collane e anelli che apportano diversi bonus. C’è un discreto numero di armi tra spade, mazze ed asce, ognuna con dei moveset differenti.

Gli spostamenti avvengono all’interno di una mappa disegnata e c’è un segnalino ad indicare il nostro personaggio. Di volta in volta saranno evidenziati i luoghi d’interesse principali, ma anche altri secondari che spesso conducono a delle piccole side quest grazie alle quali è possibile ottenere un bel po’ di oggetti utili. Durante gli spostamenti c’è inoltre la possibilità di incorrere in combattimenti casuali e in alcuni punti della mappa potremo addirittura meditare per ripristinare le nostre tre barre principali, risparmiando così le pozioni.

Ci sono poi piccole sezioni relative allo scassinamento delle serrature, altre che prevedono semplici rompicapo con un cubo magico (queste in 3D) e QTE che arricchiscono e ravvivano tutta la parte al di fuori dei combattimenti.

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Tecnicamente, anche data la natura mobile di partenza, Lone Wolf si rivela appena sufficiente, e mi riferisco in particolare alle sezioni di combattimento dove sono presenti modelli 3D un po’ squadrati e texture delle ambientazioni in bassa definizione. Non male invece le animazioni, spesso ben realizzate, ma comunque non al passo coi tempi: in generale ci troviamo davanti a un prodotto tecnicamente arretrato e per forza di cose i suoi sviluppatori Bulkypix hanno evidentemente dato più importanza al gameplay che non a questi altri aspetti. Per il resto però non ci sono problemi rilevanti da segnalare. Da un punto di vista artistico invece il titolo è molto interessante, soprattutto nelle bellissime illustrazioni, ma anche nell’estetica degli avversari; carine anche le musiche, ma ci sono giusto un paio di temi, uno legato alla narrazione e un altro ai combattimenti.

Tutto sommato questo Joe Dever’s Lone Wolf si è rivelato un esperimento riuscito, e sono rimasto anche molto sorpreso dalla sua longevità, all’incirca sulle 15 ore. Per giunta si presta ad un’incredibile rigiocabilità, permettendo ogni volta al giocatore di adottare approcci completamente differenti. I vecchi nostalgici dei libri di Lupo Solitario lo ameranno e può rivelarsi un’ottima variante sul tema RPG anche per gli appassionati di questo genere, sebbene molti potrebbero non apprezzare le sezioni testuali del gioco.

Questa edizione console, anche se nelle sezioni relative all’inventario può rivelarsi un po’ macchinosa, è ben realizzata e vale quel (poco) che costa, ma l’idea che mi sono fatto io è che questo titolo dia il meglio di sé sui tablet, dove anche il solo poter scorrere le pagine con le dita porta sicuramente l’esperienza di gioco ad un livello superiore, restituendo esattamente l’idea di avere un grande libro interattivo tra le mani.

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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