The Last Hero of Nostalgaia (PC)

the last hero of nostalgaia

Voto:

Disponibile da ottobre per PC, Xbox One e Xbox Series X|S, The Last Hero of Nostalgaia è un soulslike che si presenta come un’avventura GDR vecchia scuola, con tanto di ambientazione fantasy e dungeon esplorabili tipici. Il mondo di gioco è realizzato pienamente in chiave retrò, con una grafica in stile anni ’90 che ci riporta nei meandri di The Elder Scrolls 2: Daggerfall o Wolfestein 3D, tra muri di mattone colorati e quadri in 8 bit raffiguranti bestie e mostri provenienti dai giochi di ruolo.

È più che palese il tributo dello studio di sviluppo Over the Moon a un’epoca pioneristica dei videogame, dove la grafica 3D era considerata un nuovo strumento per rappresentare la realtà e modellarla – letteralmente – per dare vita a nuovi universi. Lo schema di gioco – così come il gameplay – invece è completamente impostato ispirandosi al più celebre Dark Souls, saga videoludica che ha affascinato in molti – tra cui gli sviluppatori – e che ha fondato un vero e proprio genere videoludico. Il rimando alle opere di FromSoftware è evidente non solo nella scelta del tipo di nemici da affrontare, ma anche negli scenari proposti come la classica chiesa in stile medievale oppure il villaggio abbandonato zeppo di simil-zombie.

L’informatica è la componente principale per comprendere al meglio il mondo di Nostalgaia, dal codice di programmazione – accennato dalla presenza di diagonali e testo ogni volta che si morirà – fino ad arrivare all’evoluzione degli oggetti virtuali da 2D a 3D. Chi conosce già il modo in cui si struttura un videogioco, potrà apprezzare al meglio la logica e la filosofia su cui si basa l’intero mondo di questo titolo.

the last hero of notalgaia castello

La storia è incentrata su strana simbiosi tra noi e la situazione catastrofica che invade Nostalgaia, e il protagonista e il gioco si uniscono sfondando la quarta parete. The Last Hero of Nostalgaia è un gioco consapevole di essere tale, e ci pone nei panni dell’ultimo eroe vivente in grado di salvare non tanto il mondo in cui ci troviamo, quanto il videogioco stesso. Lo scopo principale è riuscire a ritrovare l’intera costituzione di Nostalgaia che, come un quadro, è dotato di una tela, un disegno preparatorio e uno strato di colore che lo rende completo. Questo mondo è vittima di una maledizione causata da un altro eroe come noi che, travolto da un’esagerata voglia di avventura, ha distrutto pixel per pixel qualsiasi cosa si trovasse davanti, portando Nostalgaia ad una regressione e instabilità verso il proprio codice informatico.

Ciò che va recuperato è la memoria, ovvero l’insieme di ogni singola unità inserita nel codice di gioco, sia grafica che legata al database. Gli NPC con cui potremo interagire sembreranno avvolti da un’amnesia, come se non ricordassero il loro ruolo nel videogame, e starà a noi rimetterli al proprio posto. La memoria può essere recuperata anche uccidendo nemici e boss, che si ridurranno a una manciata di pixel cumulabili in gioco. Inoltre riposandoci ad un faro (controparte del falò di Dark Souls) potremo ripristinare delle porzioni di Nostalgaia riportandole allo stato originale.

Nostalgaia è così consumata che il programmatore – riscontrabile tra coloro che vengono chiamati Immensi – ci inserirà nel gioco sotto forma di semplici slash senza ulteriori caratteristiche o possibilità di personalizzazione. La schermata di creazione del personaggio ha una configurazione assente, rendendoci un paladino completamente generico ed escludendo un interesse del gioco nei nostri confronti, rivolto piuttosto a ciò che faremo per risanare la maledizione. Una palese parodia di uno dei passi principali dei giochi di ruolo, ovvero la generazione di un personaggio proveniente dalla fantasia del giocatore. Successivamente visualizzeremo le classi di appartenenza, che rimandano all’informatica: Datadino, Formattatore, Risoluzionario, Codicemante, Causaladro.

the last hero of notalgaia editor del personaggio
La simpatica schermata dedicata alla personalizzazione del nostro eroe.

La parodia è uno degli elementi chiave di The Last Hero of Nostalgaia: il gioco è pieno di oggetti, immagini o interi livelli presi direttamente dalla cultura pop contemporanea. Si parte dai videogiochi per arrivare ai fumetti o a qualche scena di un film, e tali riferimenti saranno citati ulteriormente dal narratore con una voce ricolma di pathos e ironia. Perfino i dialoghi dei vari personaggi che accompagneranno il nostro cammino e i testi che riguarderanno lo svolgimento dei fatti saranno abbastanza ironici e referenziali nei nostri confronti.

Non è un segreto che il gioco stesso si ribelli ad ogni eroe, a causa del concetto di personaggio principale che, pur di realizzare i propri nobili scopi, vandalizza e approfitta dell’ambiente che lo circonda e dei suoi ignari abitanti virtuali. La consueta logica del raccogliere oggetti in giro per la mappa o uccidere i nemici per accrescere la propria forza è una qualità preponderante di molti giochi, e serve a conseguire qualsiasi tipo di obiettivo e trionfare sul male; qui invece viene concepita al pari di un’eresia o un vandalismo. Molti NPC e cartelli presenti durante il nostro viaggio ci ricorderanno che non siamo i benvenuti, dal primo momento in cui metteremo piede in Nostalgaia.

I boss sono delle metafore di alcune situazioni e problemi appartenenti all’industria videoludica che qualsiasi giocatore ha incontrato almeno una volta nella sua vita. Ci viene mostrata la ripetitività dei modelli 3D, la mala gestione dei nemici e anche di noi stessi, scimmiottati attraverso buffe armature o armi improbabili. Una trovata abbastanza intelligente che non passa inosservata e che ci ricollega a ciò che non sopportiamo nei videogames.

Le armi ottenibili sono la controparte dei documenti o libri che di solito si trovano in questo genere di giochi: la maggior parte di esse contiene una descrizione su ciò che è avvenuto prima dell’apocalisse mnemonica del codice di gioco. Tramite un indizio presente nelle informazioni di ogni oggetto, è possibile risanare un’arma “ricordandola” in un punto specifico della mappa. Ad esempio potrà capitarci di trovare un piccone ripreso da Minecraft, che selezionando l’opzione “ricorda” in uno specifico luogo del villaggio dedicato alla miniera sarà risanato, aumentando la risoluzione della texture del manico oltre alle proprie caratteristiche.

the last hero of notalgaia citazioni
Uno dei tanti riferimenti presenti nei livelli. In questo caso viene citato Sonic attraverso quello che sembra un portale.

Il tipo di umorismo proposto è molto simile a ciò che fecero nel 2007 i creatori de I Simpson – Il videogioco riuscendo a generare un enorme tributo alla cultura pop, con situazioni provenienti da più opere o contesti diversi. Attraverso degli easter egg sono stati inseriti anche vari omaggi come quello a un meme nato su YouTube ormai undici anni fa, il famosissimo “I like trains“. Ogni riferimento ha delle texture colorate accompagnate talvolta da animazioni analoghe a quelle dei primi giochi su PC o PS1, che potrebbero far pensare al mondo dei cartoon per quanto i movimenti siano basilari.

Per quel che riguarda il comparto tecnico, sono da segnalare alcune falle: in primis, movimenti legnosi che rendono difficile mandare a segno i colpi; a ciò si aggiunge un fastidioso “effetto lista della spesa” – presente anche in Elden Ring – ovvero l’impossibilità di cancellare le animazioni una volta eseguite. Ciò spesso costringe il giocatore a subire involontariamente danni, impedendogli di lanciare combo per difendersi, e questi sono elementi che fanno perdere punti a The Last Hero of Nostalgaia dal lato soulslike.

Nonostante il gioco presenti un’ottima resa finale per l’idea originale e la trama, ha delle pecche che lo rendono desueto avvicinandolo troppo alle epoche a cui si ispira. Molti nemici riescono facilmente ad arrecarci danno, complice la resa dei movimenti, molto lontani da un assetto realistico sia per quanto riguarda le azioni conseguite che per le armi. Il problema ricadrà soprattutto sui boss, che lanceranno colpi maledettamente precisi indipendentemente dalla propria costituzione fisica o specifica. Alcuni molto lenti e pesanti ad esempio saranno capaci di muoversi troppo agilmente, evocando anche magie alle loro spalle (rendendo quindi ostico trovare delle finestre in cui colpirli). Questo potrebbe stressare non poco i giocatori meno pazienti o meno avvezzi alla formula soulslike.

the last hero of nostalgaia boss fight

Un altro difetto è la ristretta scelta di opzioni per la grafica, l’audio e i comandi: non è possibile, ad esempio, regolare l’asse del controller o la sua sensibilità, e non si salva nemmeno la risoluzione schermo che risulta disponibile nei formati minimi. Inoltre non è possibile personalizzare interamente i comandi del controller, una mancanza che risulterà scomoda, portandoci ad alternare tastiera e joypad durante la selezione di oggetti nel menu di gioco. Le problematiche affrontate risultano appartenenti più ad una generazione diversa – ormai superata – e potevano essere affrontate diversamente o risolte durante la realizzazione del gioco, grazie anche alle capacità degli attuali hardware.

La mia avventura è durata circa 12 ore: un playthrough dove ho esplorato a dovere le sole 6 aree disponibili. La scarsa longevità – se confrontata con altri esponenti del genere – non è favorita dalle banali quest secondarie che risultano spesso e volentieri lineari fetch quest poco entusiasmanti. È anche vero, comunque, che gli utenti più intraprendenti potranno lanciarsi in una speedrun per tentare di completare nuovamente il titolo in 5 ore massimo. Deludente è anche il ristretto numero di NPC che rende la progressione un binario unico, privo di scelte multiple (assenti anche nel finale). Nonostante tutto, le varie gag comiche riescono a suscitare un senso di nostalgia annessa ad un sorriso, come se si fosse davanti ad una bella fiaba.

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Un'umile appassionata del mondo dell'arte in cerca di un motivo valido per cui parlarne.

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