Escape Room – 2 Giocatori Orient: Il Pugnale del Sultano e Funerale Vichingo

escape room orient cranio

Voto:

Una trappola è una trappola solo quando non la conosci. Quando la conosci si tratta di un’opportunità. – China Miéville

Qualche anno fa una nuova tipologia di intrattenimento si è fatta largo anche nel nostro Paese. La comparsa delle Escape Room è stata graduale, come ogni nuova moda è partita dalle grandi città, ma ben presto sono sorti locali a tema un po’ ovunque.

Poco tempo dopo l’arrivo di questa nuova esperienza di intrattenimento, ecco che l’idea ha iniziato ad essere rimaneggiata anche da vari autori che, tra differenti spunti e trovate interessanti, hanno cercato di trasformare i nostri tavoli da gioco in mini Escape Room da poter giocare nella comodità delle nostre case. Non poter interagire con uno spazio fisico rendeva ovviamente l’esperienza complessiva differente, ma il senso di scoperta, gli enigmi e le intuizioni potevano tranquillamente essere riproposti con dinamiche fresche e nuove. Nel tempo molte case editrici di giochi da tavolo si sono lanciate nel tentativo di proporre le proprie Escape Room, ciascuna con le sue regole e dinamiche uniche.

Escape Room – Il Gioco

Circa 3 anni fa, Cranio Creations ha pubblicato in Italia Escape Room – Il Gioco, un titolo che, attraverso l’utilizzo del suo Chrono Decoder, cercava di mantenere parte delle sensazioni “fisiche” di una Escape Room vera e propria. Il Chrono Decoder incluso nel titolo originale è un dispositivo in grado di fungere sia da conto alla rovescia per le partite che da vero e proprio elemento del gioco.

I vari enigmi di questa serie infatti sono pensati per darci, una volta risolti, un elemento riconducibile ad una chiave specifica (un numero romano, una cifra, un puntino in una posizione specifica, una freccia, una forma, una lettera, una base sagomata o una zigrinatura); una volta identificate le 4 chiavi da utilizzare e la loro posizione tra le 4 possibili, non resterà altro da fare che inserirle e verificare l’eventuale superamento della prova (in caso di errore verrà invece sottratto un minuto dal prezioso tempo a disposizione).

Ma come comportarsi nel caso non si abbia a disposizione un Chrono Decoder? Molto semplice: su smartphone è sempre disponibile una sua versione digitale in grado di riproporre le stesse funzionalità, e questa trovata permettere di poter acquistare qualsiasi Escape Room della serie senza il timore di non poterne fruire correttamente.

escape room il gioco chrono decoder

A questo particolare sistema di verifica si associa un sistema di suggerimenti legati allo scorrere del tempo. Al raggiungimento di un particolare minutaggio, infatti, il gioco ci consiglierà l’utilizzo di appositi indizi che, se consultati (grazie a un decodificatore degli stessi sempre presente nelle scatole di gioco), ci aiuteranno a proseguire. Questi suggerimenti si presenteranno sempre in coppia: uno sarà solitamente più generico e l’altro più diretto, e starà al singolo giocatore scegliere se e quali utilizzare. Un sistema che va di fatto a sostituire gli aiuti forniti ciclicamente dagli operatori all’interno delle vere Escape Room.

Insomma, il cuore alla base del titolo è proprio pensato per avvicinarsi in tutto e per tutto alle sensazioni dei veri e propri “giochi di fuga dal vivo” (quanto è brutto il nome ufficiale italiano?).

Escape Room – 2 Giocatori Orient

Escape Room gioco pugnale del sultano funerale vichingo

Fatta chiarezza su quella che è la base del gioco, veniamo ora al contenuto di questa nuova versione denominata “Orient“, che include in totale 3 avventure: Rapito (un’avventura introduttiva di massimo 15 minuti, Difficoltà: 2/5), Il Pugnale del Sultano (6o minuti, difficoltà 2.5/5) e Funerale Vichingo (60 minuti, difficoltà: 3.5/5).

Le esperienze proposte sono indicate per 2 giocatori, ma ciò non vuol dire che non potremo giocarle con più persone: questa sottolineatura è particolarmente doverosa per quanto riguarda alcuni specifici enigmi (in termini di possibile divisione dei compiti e, quindi, ottimizzazione del tempo di gioco), e soprattutto la difficoltà in rapporto ai 60 minuti totali (più menti ragionano meglio, no?). Sotto questo aspetto posso dire da subito che avrei preferito una maggior attenzione su enigmi da dover risolvere necessariamente in 2, così da valorizzare maggiormente il player count del gioco. Non che manchino enigmi del genere, ma all’interno delle due esperienze di gioco principali solo 1 o 2 di questi sono davvero pensati per essere affrontati in coppia, per il resto è tutto approcciabile indipendentemente dal numero di giocatori.

Ogni singola avventura si presenta avvolta in un “plico” di carta da aprire, con all’interno i contenuti di gioco ripiegati con cura. Questi includono un’introduzione tematica dell’Escape Room, gli eventuali suggerimenti a disposizione e tutti i contenuti di gioco (prevalentemente elementi in carta/cartoncino da staccare e utilizzare). Ogni Escape Room principale (escludendo quindi “Rapito”) è strutturata in 3 parti, con associate sempre delle nuove componenti, un nuovo contesto interno all’avventura (come, ad esempio, una differente stanza da cui uscire) e, ovviamente, nuovi puzzle da risolvere.

Prima di passare ad analizzare il contenuto e il valore delle tre esperienze di fuga da tavolo, ci tengo a sottolineare che non scenderò troppo nel dettaglio per evitare spoiler che vi rovinerebbero l’esperienza complessiva.

Rapito (Avventura introduttiva)

Escape Room - Prologo Rapito
Ho deciso di sfocare i dettagli per lasciare che li scopriate da soli

Le ombre si addensano sul tuo cammino mentre avanzi nel vicolo buio. È una notte gelida. Sfinito dal lavoro, attraversi la zona industriale diretto a casa. Improvvisamente, dal nulla, una mano ti tappa la bocca. […] Poi tutto diventa buio.

L’incipit di questa avventura (ben più lungo del frammento che ho scelto di presentarvi) è un classico del thriller. Una notte come tante, veniamo rapiti da qualcuno per poi risvegliarci all’interno di quello che sembra essere uno scantinato buio. Le intenzioni del nostro rapitore non sono di certo benevole, ma una tenue speranza è ancora presente: un timer segna 15 minuti, e ad esso è associato il messaggio “Goditi i tuoi ultimi minuti“. Abbiamo solo un quarto d’ora per lasciare questo posto, e dobbiamo metterci subito al lavoro per capire come fare.

L’avventura introduttiva Rapito (inclusa anche all’interno di altre Escape Room per 2 giocatori della stessa linea) ci chiederà di risolvere una sola combinazione di 4 chiavi, per cui 4 puzzle principali e un ordine da determinare, con un tempo a disposizione molto ridotto rispetto a una partita normale. Come manifestato dal livello di difficoltà, nessuno dei puzzle proposti risulterà particolarmente complesso e, con qualche tentativo e del sano spirito d’osservazione, si arriverà alla conclusione rapidamente e forse con un pizzico di delusione.

Tuttavia va detto che questa avventura ha l’evidente scopo di fungere solo da utile tutorial per chi non avesse dimestichezza con le dinamiche legate alle chiavi e al Decoder e, proprio per questo, deve necessariamente essere approcciabile da chiunque. L’avventura, come già ribadito, è davvero classica sia nella sua impostazione narrativa che dal punto di vista visivo, con una resa grafica che non potrà non farvi tornare alla mente molte Escape Room, nel caso ne abbiate già affrontata qualcuna.

Il Pugnale del Sultano

Escape Room il gioco il pugnale del sultano

La prima vera avventura del gioco ci porterà nel lontano 1735, alle prese con un complesso piano di vendetta contro il malvagio Sultano. La nostra missione prevederà di recuperare il pugnale che è stato rubato alla nostra famiglia, vendicarci in diversi modi del Sultano e poi scappare senza essere visti dal labirintico palazzo. Le prime due parti saranno volte a recuperare l’ambito tesoro, mentre i vari enigmi dell’ultima parte serviranno proprio per restituire il maltolto e salvarci la pelle. Ogni singola porzione dell’esperienza ci spingerà quindi a esplorare una o più zone differenti del palazzo, richiedendoci di risolvere puzzle sempre nuovi e, in alcuni casi, davvero ben congegnati.

Con Il Pugnale del Sultano l’asticella della difficoltà inizierà già ad alzarsi. La sensazione di frenetica corsa per non esaurire il tempo a disposizione sarà più pressante e, a meno che proprio non vogliate farlo, alle volte vi troverete a leggere i suggerimenti anche solo per essere certi di starvi muovendo nella direzione giusta. Il setting è decisamente più interessante rispetto al solito, e oltre a risultare originale è anche ben ideato sotto molti punti di vista, riuscendo in questo modo a tematizzare adeguatamente parte dei puzzle. Purtroppo non tutti gli enigmi rendono allo stesso modo e, soprattutto parlando del terzo atto, la sensazione di trovarsi di fronte a dei giochi da “parole crociate” è più forte di quanto avessi voluto.

Altra nota negativa di questa avventura è data poi dalla maggioranza dei materiali in uso. Come detto, quasi tutti questi elementi sono realizzati con della semplice, e sottile, carta; seppur normalmente questo non risulti invalidante ai fini dei singoli puzzle, in questo preciso caso la “leggerezza” degli stessi ha complicato in modo forzoso la risoluzione dell’enigma principale della parte 2.

Comunque sia l’esperienza complessiva è stata a suo modo interessante e piacevole, con alcuni enigmi davvero soddisfacenti.

Funerale Vichingo

Escape Room il gioco funerale vichingo

Chiude il trio un’ambientazione decisamente nordica che, tra ispirazioni alla cultura vichinga e idee interessanti, si presenta come l’esperienza migliore di questa edizione.

Funerale Vichingo si è rivelata l’avventura più avvincente, sia in termini di difficoltà generale (abbiamo terminato fuori tempo massimo, sigh) che di soluzioni di gioco pensate dagli autori. Questa volta il gioco ci calerà nei panni di alcuni schiavi dei vichinghi che, a seguito della morte del loro Jarl, rischiano di finire nella tomba con lui; il nostro scopo sarà quindi quello di riuscire a fuggire dal rito funebre, per poi solcare i mari verso la nostra terra natia. Le tre parti dell’avventura ci vedranno mettere in piedi una rocambolesca fuga: partiremo dalla stanza del rituale in cui siamo confinati (insieme ad altri schiavi), passeremo poi per il villaggio e termineremo il tutto come marinai improvvisati. Mentre la prima parte del gioco ci farà cimentare con enigmi tipici delle Escape Room, con la seconda e terza parte si raggiungerà il meglio. Il centro dell’avventura ci chiederà di “decifrare” e attraversare il villaggio, cercando nel mentre di distrarre le guardie e impossessarci di una barca per la fuga. Nell’ultimo atto poi dovremo affinare le tecniche di navigazione vichinghe in modi decisamente originali.

I punti forti di quest’ultima avventura sono molti: verremo accompagnati dagli altri schiavi che ci daranno alcuni indizi interni utili e ben tematizzati, ma soprattutto questa Escape Room ha ciò che in un’esperienza del genere secondo me non dovrebbe mancare mai, ossia un’identità propria. Molto spesso infatti queste versioni da tavolo cercano in qualche modo di riproporre esperienze il più possibile simili a quelle reali. Questo, quando ben fatto, risulta interessante e funzionale, ma al contempo richiede comunque uno sforzo di astrazione, correndo il rischio di risultare un semplice scimmiottamento.

Il Funerale Vichingo invece sceglie (almeno per alcune sue parti) di giocare d’astuzia, proponendoci delle soluzioni che non sarebbero possibili in una Escape Room vera e propria e che, proprio per questo, risultano originali. Abbiamo poi dei guizzi interessanti nell’uso dei materiali a disposizione che, soprattutto nella parte conclusiva, mi hanno regalato qualche sorpresa inaspettata. A tal proposito, mentre nelle altre due avventure potrete tranquillamente cercare di non rovinare gli elementi di gioco, permettendo in seguito ad un’altra coppia di giocatori di vivere l’esperienza da zero, in questo caso sarà più complesso farlo. Mi rendo conto che quest’ultima parte di analisi potrebbe risultarvi forse poco chiara ed esaustiva, ma sappiate che lo è con il preciso scopo di preservare in voi il senso di scoperta che un gioco del genere richiede per funzionare.

Riflessioni conclusive

Prima di salutarvi ci tengo quindi a fare un po’ il punto dell’esperienza generale che il gioco, nella sua totalità, mi ha trasmesso. Innanzitutto voglio specificare di aver affrontato questa avventura utilizzando l’app per smartphone (quindi il Decoder nella sua incarnazione digitale), e malgrado in questo modo possa perdersi parte del fascino “fisico” dell’esperienza originale, la componente degli enigmi (qui totalmente scollegata dal Chrono Decoder fisico) funziona ovviamente bene e, anzi, l’intera partita risulta più rapida e al passo con i tempi.

Il sistema delle chiavi continua ad essere interessante e a funzionare bene, ma risulta totalmente scollegato dagli elementi narrativa che andremo a seguire. Le molte combinazioni di chiavi e la penalità assegnata in caso di errore ridurranno notevolmente le possibilità di “tentativi” casuali da parte dei giocatori, ma questo elemento non si tradurrà mai in frustrazione grazie al buon sistema di aiuti. Suddetto sistema si mantiene, ancora una volta, funzionale, chiaro e a nostra completa disposizione. Riuscire a concludere in tempo le due Escape Room principali non è così semplice, per cui la presenza dei suggerimenti in funzione delle parti di gioco che stiamo affrontando risulta un’aggiunta necessaria, che viene incontro a tutte le tipologie di giocatori senza rischiare di spoilerare/semplificare troppo.

Escape Room il gioco suggerimenti

La qualità degli enigmi non sempre risulta ottimamente gestita, ma personalmente li ho trovati comunque ben calibrati in funzione del livello di difficoltà e, soprattutto, variabili per tipologia di impegno richiesto ai giocatori. Alle volte dovremo risolvere piccoli “indovinelli”, altre dovremo cercare il giusto dettaglio nell’ambientazione o ragionare in modo non sempre scontato. Non tutti i puzzle saranno ugualmente ispirati e potrà capitarvi di arrivare alla soluzione in modo non voluto (a noi è capitato 3 volte). In alcuni (per fortuna rari) casi i materiali di gioco non saranno adeguatamente d’aiuto, per questo avrei quantomeno preferito un maggior spessore della carta utilizzata che, in più occasioni, dà invece la sensazione di una scelta totalmente economica. Ovviamente quanto la spesa complessiva possa risultare o meno eccessiva dipende molto da che tipo di giocatori siete. Stiamo comunque parlando di un titolo dalla rigiocabilità nulla, in grado di offrire un paio d’ore di intrattenimento e poco altro, ma questo discorso vale per l’intera categoria di giochi a tema Escape Room, per cui non mi sentirei di annoverarlo tra i difetti principali.

Personalmente, le tre avventure di questo Escape Room – 2 Giocatori Orient mi hanno lasciato comunque soddisfatto. Certo, i guizzi di genio sono sporadici e non rappresentano l’esperienza migliore che io abbia mai avuto con questa tipologia di giochi, ma se approcciate seguendo la difficoltà crescente sanno comunque risultare piacevoli e interessanti, e possono portare a vivere un’esperienza quantomeno originale sul fronte delle ambientazioni di gioco.

Un ringraziamento speciale a Cranio Creations

Io sono JeruS e sono qui per le mie passioni. Quali? Ci sono i videogiochi dai tempi dell’Amiga, il Cinema e le Serie TV con le loro meravigliose storie, ed ovviamente i giochi da tavolo... i libri, i fumetti, la fotografia, il disegno, la scrittura… insomma avete capito! A coronare il tutto una laurea in Scienze Naturali così da poter divulgare il bello in ogni sua forma!

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*