Solar Opposites – stagione 1

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Questo articolo è stato aggiornato il 24 Aprile 2021

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In questi tempi di reclusione forzata l’arrivo di Star, espansione di Disney+ contenente serie tv e film più maturi e lontani dalle quattro macrocategorie del suo catalogo originale (Marvel, Star Wars, Pixar e National Geographic), è stato un “regalo” estremamente gradito. Nella lista dei prodotti animati per adulti proposti, tra Futurama e i Simpson, spiccano quattro personaggi con le inconfondibili pupille non precisamente circolari: sono i protagonisti di Solar Opposites, tv show di Hulu creato da Justin Roiland (una delle due menti dietro Rick e Morty), e Mike McMahan.

Come per molti altri prodotti di questo genere la trama, oltre che estremamente semplice, è perlopiù un pretesto per avventure che iniziano e si concludono nel giro dei venti minuti dell’episodio. Nello specifico in questo caso abbiamo quattro alieni: Korvo, Terry, Yumyulack e Jesse, che fuggono dal loro pianeta Shlorp (ad un passo dall’esplosione) e finiscono sulla Terra, stanziandosi in attesa di aver riparato la navicella. Insieme a loro c’è un piccolo alieno, Pupa, che un giorno terraformerà la Terra in una copia del loro pianeta di origine. Nel corso delle puntate nascerà una storyline parallela, incentrata sulle avventure delle persone che Yumyulack ha miniaturizzato e imprigionato nel suo terrario.

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La storia ci insegna che i creatori di serie tv estremamente apprezzate devono attraversare analisi più scrupolose e affrontare giudici più severi quando presentano nuovi prodotti, specie se si mantengono nello stesso genere (come Greg Daniels che passa da The Office US a Space Force, rimanendo nella workplace comedy) e Justin Roiland non si può esimere. Sfortunatamente però il confronto non regge. Solar Opposites è un buon prodotto, non si può negare, ma è un piacevole passatempo, venti minuti che scorrono senza sforzo e che strappano più di una risata; dall’altro lato Rick e Morty è una vera esplosione di citazionismo, doppi sensi, freddure e randomiche idee creative. Questo probabilmente è dovuto alla presenza di un elemento fondamentale, che manca a Solar Opposites: Dan Harmon, persona complicata ma sceneggiatore geniale, nonché creatore di quel gioiello di Community.

Tralasciando il mistico potere del buon Harmon, Solar Opposites non è affatto da buttare, gli aspetti sci-fi sono sempre molto divertenti e potenzialmente inesauribili ed il trope dell’alieno che arriva sulla Terra usato per dare un punto di vista da outsider della società fa il suo dovere, con una buona divisione dei ruoli tra chi ama il contesto in cui si sono ritrovati (come Terry) e chi lo disprezza (Korvo). Chiaramente non mancano le citazioni pop, spesso molto caustiche e con particolare attenzione a colpire proprio Hulu.

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Azzardando, si potrebbe anche definire Solar Opposites una commedia familiare, un qualcosa che su un cartellone pubblicitario non stona tra i Simpson e i Griffin, ma definitivamente più strano man mano che lo si analizza, come dice McMahan, e i problemi che affrontano i quattro alieni sono sempre molto umani e vicini a noi. Anche per questo motivo non ha lo stesso approccio spudoratamente distruttivo e cinico di Rick e Morty all’esistenza -lo stesso McMahan si è auto definito “the optimistic dude”, colui che secondo Harmon ha portato “a ray of sunshine” nella sala di scrittura-, risultando quindi molto più leggero e gradevole se si ricerca una visione più disimpegnata.

In sostanza Solar Opposites non è certamente il cartone di cui ho atteso fremente l’uscita settimanale (a riconferma di ciò, in US il cartone è già uscito integralmente da tempo, ma sono stato perfettamente a mio agio ad attendere l’uscita settimanale dettata da Disney+), ma è un prodotto di indubbia qualità e probabilmente non si merita tutti questi confronti con il suo cugino più grande.




    Fissato con le serie tv e sulla buona strada per esserlo anche con i film. Cosplayer di Abed Nadir e discepolo di Aldo, Giovanni e Giacomo.

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