Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar

Pirati dei caraibi Vendetta di Salazar recensione

Voto:

Il Capitano Jack Sparrow è tornato! Dopo 6 anni dall’uscita del quarto capitolo delle sue avventure, Johnny Depp torna ad allietarci nei panni del pirata dalla parlantina sciolta che ha conquistato le masse. Le premesse avevano tutte un sapore nostalgico: una ciurma di non-morti, l’apparizione di Will Turner (Orlando Bloom), le voci su come quest’ultimo capitolo avrebbe chiuso il cerchio e la sempiterna presenza di una maledizione, tutte anticipazioni che hanno lasciato i fan in bilico tra curiosità, speranza e la brutta sensazione che sarebbe stato tutto un deludente remake dell’impareggiabile primo film (come ultimamente sembra andare tristemente di moda).

La verità, alla fine, sta nel mezzo: gli elementi che rievocano La Maledizione della Prima Luna sono indubbiamente presenti, ma trattati in modo abbastanza diversificato da non risultare completamente scopiazzati. Il film, purtroppo, manifesta ben altri difetti pur restando gradevole da guardare e adempiendo al suo scopo d’intrattenimento. Ma andiamo con ordine ed iniziamo con la trama, per poi analizzare i pregi e difetti della pellicola.

pirati dei caraibi vendetta di salazar - carina, jack, henry
Carina Smyth, Jack e Henry Turner

L’azione si colloca 5 anni dopo il quarto capitolo e ben 21 anni (se ho contato bene) dopo la conclusione del terzo. Il giovane Henry Turner (Brenton Thwaites), figlio di Will Turner ed Elizabeth Swann, ha scoperto l’esistenza del Tridente di Poseidone: un oggetto leggendario in grado di spezzare le maledizioni del mare e liberare suo padre. Il giovane sa che l’unico che può aiutarlo in quest’impresa è Jack Sparrow ma il capitano non se la sta passando troppo bene, e una sua pessima decisione porterà alla liberazione di Armando Salazar (Javier Bardem), “El matador del mar”, ufficiale spagnolo morto parecchi anni prima a causa di Jack e da allora intrappolato in acque maledette assieme alla sua ciurma. Jack e Turner Jr. si ritrovano così ad unire le forze con Carina Smyth (Kaya Scodelario), una giovane astronoma accusata di stregoneria in possesso dell’unica mappa in grado di portarli dal Tridente, l’unico oggetto che può fermare Salazar, e la corsa contro il tempo ha inizio. Anche Barbossa (Geoffrey Rush) metterà il suo zampino nella faccenda con il suo solito, adorabile, opportunismo, riproponendosi nel suo classico ruolo ambiguo che tanto ce lo fa amare.

pirati dei caraibi vendetta di salazar - henry e jack
Parallelismi: Turner che vedi, spada puntata contro Jack che trovi.

Sia Jack che Barbossa sono personaggi ormai conosciuti, dalle personalità ben note, e non c’è molto da aggiungere su di loro se non che il lato comico del primo risulta parecchio esasperato stavolta, mentre il secondo brilla un po’ meno del solito nel contesto in cui si trova. Il giovane Turner presenta un carattere che ricorda molto quello del padre, seppure sia decisamente più sciolto e temerario in un modo che ricorda Elizabeth; persino il suo aspetto sembra amalgamare davvero alcuni dei tratti dei suoi genitori. Nonostante questo, però, non gode di una caratterizzazione particolare, ricoprendo un ruolo che non esce dagli schemi classici già visti in molti film che vedono la presenza di un giovane che cerca di salvare qualcuno della sua famiglia. Stesso discorso per Carina Smyth, la tipica scienziata a cui nessuno dà credito (con l’aggravante di essere una donna, e quindi strega): intelligente, scaltra e con una missione, abbastanza stereotipata anche se non stucchevole in sé; il suo problema maggiore è la serie di battute anche forzate che si ritrova a subire dagli altri personaggi, che appesantiscono la sua presenza sullo schermo. Sono davvero tante e più o meno le stesse, siete avvisati: purtroppo la Disney non si smentisce mai.

pirati dei caraibi vendetta di salazar - Paul McCartney
Paul McCartney fa la sua figura, ma sembra fin troppo “pulito”

Parlando di battute, alla ciurma di Jack, guidata dall’immancabile Mastro Gibbs (Kevin McNally) è stato affidato il grosso dei siparietti: alcuni sono buoni, altri sono altamente esagerati, altri ancora – troppi – forzati. Il loro ruolo è principalmente far ridere e la loro presenza non trova un autentico scopo se non nella prima metà del film, e altri sono i personaggi a risultare tristemente inutili da un certo punto in avanti pur senza sparire. Una menzione particolarmente perplessa va anche alla strega Shansa (che pare godere di un non ben spiegato privilegio in una società che vorrebbe Carina morta per aver dato dei suggerimenti su una mappa astronomica), una presenza inconsistente che funge palesemente solo come un facile mezzo di trama. Diverso il discorso per il tanto pubblicizzato cameo di Paul McCartney: la sua presenza strappa un sorriso divertito, ma purtroppo il suo look da pirata non è dei più convincenti.

Infine, parliamo del nemico: il buon Salazar. Dopo il deludente Barbanera dello scorso capitolo, stavolta troviamo un cattivo con un minimo di caratterizzazione: sarà per lo sguardo folle di Bardem, sarà per l’effetto di cenere al vento dato ai suoi capelli dalla CGI, sarà perché un paio di cose che ha fatto le avrei fatte anch’io (non vi dico quali, sarebbe spoiler) ma il risultato è una presenza carismatica seppur non propriamente inquietante, non ai livelli di Barbossa e Davy Jones ma pur sempre una presenza dotata di una sua personalità. Il suo equipaggio, però, non ottiene la stessa attenzione dedicata alle ciurme degli altri capitani e risulta meramente di sfondo.

pirati dei caraibi vendetta di salazar - salazar

Come già accennato, uno dei problemi del film è l’umorismo ampliato e forzato, quel continuo ricorso tutto disneyano a siparietti comici che potrebbero non esserci, che durano troppo o arrivano a togliere spazio vitale a scene che avrebbero bisogno di qualche secondo in più. Pirati dei Caraibi è una saga da sempre contraddistinta dalla comicità e dalla leggerezza, ma l’eccesso resta eccesso e se una narrazione già veloce di suo si trova ad accelerare certi passaggi portandoli al limite della chiara comprensione o, peggio, distruggendo un buon pathos sul nascere, la situazione si fa irritante; ed è proprio quello che succede nel film: molta attenzione su dialoghi improntati per far ridere per forza, poca a passaggi decisamente più importanti. Questa scelta si riversa negativamente su tutto: sui personaggi, sull’evoluzione della trama, sul coinvolgimento del pubblico, tutto arriva a sembrare più raffazzonato e superficiale di quanto poteva potenzialmente non essere. Ciò si ripercuote anche su le scelte più banali presenti nella trama, che potevano essere comunque compensate da un sapiente uso delle emozioni reso purtroppo impossibile dai tempi ristretti riservati a quest’aspetto. 

Altri brutti difetti non imputabili all’imperativo inserimento di battute ogni due scene sono i buchi nella trama e anche qualche errore di continuity, sviste superficiali che si sarebbero potute evitare con un minimo di impegno nella stesura della sceneggiatura, o almeno rendere sensate con qualche spiegazione più approfondita, anche campata per aria (ma qui ci ricolleghiamo al punto n.1). Purtroppo non posso approfondire quest’aspetto senza incorrere in qualche brutto spoiler, perciò vi dovrò lasciare visionare personalmente il come, dove e perché. Nonostante tutto, però, il film si lascia guardare e offre dei buoni momenti di svago, sempre che non ci si aspettasse il capolavoro del secolo. E’ mio dovere, inoltre, rendere nota la presenza di una scena aggiuntiva al termine dei lunghi titoli di coda che vi lascerà un po’ confusi.

Se c’è un aspetto sul quale non ci si può lamentare, invece, è quello visivo. Gli effetti speciali sono ben fatti, la nave maledetta di Salazar ha un bell’impatto e la sua ciurma risulta visivamente accattivante: gli spettri ricoperti da scaglie di pelle incenerita che fluttua come mossa da una leggera brezza sono la cosa più bella del film.

pirati dei caraibi vendetta di salazar - jack

Tirando le somme, Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar è un film che non esula da trovate banali e altri difetti, ma si lascia guardare; nel complesso diverte e risulta decisamente meglio riuscito del capitolo precedente. Forse parte della sua gradevolezza risiede nei tanti richiami ai film precedenti, a quell’ammiccare ai legami sentimentali che il pubblico ha creato coi primi protagonisti e al leggero sentore di nostalgia che lo permea, o che forse si limita ad instillare in chi nel 2003 c’era e, dopo ben 14 anni, c’è ancora.

Mediando tra obiettività e sentimenti il più lucidamente possibile, sono arrivata alla conclusione che il film si piazza un pelo sotto la sufficienza… anche se è difficile non cedere al fascino del (ormai) vecchio Jack.

Guarda la nostra videorecensione di Pirati dei Caraibi: la Vendetta di Salazar




Lithyan Articoli
Una giovane donna che sente di essere una vecchia di 70 anni con lo spirito di una ragazzina di 16. Appassionata di serie tv e qualsiasi cosa sia leggibile, la sua triplice età la rende in grado sia di entusiasmarsi come la più esaltata delle bimbaminkia, sia di criticare tutto come un anziano che fissa un cantiere, anche contemporaneamente.

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