Strani cieli sopra Berlino Est, quando lo spionaggio si fonde con l’esistenzialismo

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Il bimestre di ottobre e novembre è sempre stato caratterizzato da una valanga di nuove uscite in tutti i campi della cultura pop, dai videogiochi ai fumetti. A proposito di questi ultimi, Strani cieli sopra Berlino Est di Jeff Loveness (uno degli sceneggiatori di Rick and Morty) e Lisandro Estherren (RedneckSandman Universe: Nightmare Country) rappresenta quel classico volume unico che spesso sfugge ai riflettori, rimanendo confinato in una risicata nicchia di lettori. In qualità di grande appassionato di fantascienza e spy stories, generi che quest’opera targata SaldaPress sposa alla perfezione, non potevo esimermi dal parlarne su queste pagine.

1973. Un muro divide a metà il mondo. Gli Stati Uniti hanno abbandonato il Vietnam nella rovina e nel caos. L’Unione Sovietica mantiene un controllo totale sul blocco orientale. La Germania Est è lo Stato con la sorveglianza più capillare al mondo. Migliaia di agenti della Stasi usano schiere di informatori per spiare i loro vicini di casa. Il muro viene alzato ulteriormente”. Più Guerra Fredda di così si muore. Un contesto storico sfruttato innumerevoli volte, ma che qui gode di un trattamento inusuale.

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La corsa allo spazio ha avuto risvolti assai positivi per i sovietici: il primo uomo è stato mandato in orbita attorno alla Terra. I russi però non hanno idea che qualcosa di non meglio identificato ha seguito l’astronauta. Il controspionaggio americano incarica quindi il veterano Herring, un agente infiltrato nella Stasi, di indagare. Le vicende si aprono con una sequenza drammaticamente molto carica in cui dei ragazzi cercano di scavalcare il temibile Muro di Berlino. Un topos tragico che setta senza indugi il mood della storia. Un prologo dinamico, fatto di immagini coloratissime, molto vicine all’Espressionismo pittorico, tra luci e ombre pastose. “Il muro uccide la speranza“.

Il nostro protagonista, inerme di fronte alla tanto inspiegabile quanto soprannaturale apparizione che cavalca i cieli di Berlino Est, si trova subito in difficoltà, giacché la Stasi ha occhi ovunque, in ogni lettera, in ogni conversazione, in ogni vita. Sempre alla ricerca di traditori e bugie da smascherare. Herring dal canto suo “spia le spie”, aggiunge le sue menzogne alle loro, finché ogni cosa non diventa un inganno e la verità qualcosa da manipolare a proprio piacimento.

A questo proposito, ci si chiede sin da subito cosa sia la gigantesca “cometa” che sconvolge la città. Una nuova arma dell’MI6 o della CIA? Un ordigno nucleare? No: qualcosa di ben più misterioso e capace di contaminare le menti degli uomini tramite sussurri criptici e ossessivi. Lisandro Estherren in persona mi ha confidato che, nel creare l’invasore spaziale, lui e i colleghi si sono ispirati al brano Starman di David Bowie. Nella canzone, un extraterrestre – che ha già visitato la Terra in passato – considera l’idea di tornare per controllare come procede la vita umana; elemento non dissimile da ciò che accade nel fumetto.

There’s a starman waiting in the sky / He’d like to come and meet us / But he thinks he’d blow our minds.

Le bugie confortano, la verità fa paura. I servizi segreti della Repubblica Democratica Tedesca, non possono lasciar trapelare nel resto del mondo quello che sta succedendo a causa del ritrovamento alieno. Ingaggiano dunque l’ispettore Keiner, un segugio a caccia di informatori, una grave minaccia per Herring.

La narrazione si dimostra subito ritmata, tutto merito di alcune vignette che mostrano singoli accadimenti significativi, saltando dall’uno all’altro. Pongono il lettore dinnanzi a pezzi di un unico grande puzzle, fornendo così un veloce e chiaro sguardo d’insieme che fa avanzare il racconto senza indugiare troppo. Strani cieli sopra Berlino Est non rinuncia poi a inserti orrorifici e cronenberghiani, affini anche alla campagna zombi di Call of Duty: Black Ops Cold War. Non mancano, in ultimo, suggestioni da pellicole cinematografiche come Il ponte delle spie di Spielberg e Casablanca di Michael Curtiz.

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Addentrandosi nella lettura, è impossibile non rimanere incuriositi dal già citato Herring: chi è in realtà? Qual è la sua backstory?Quante e quali sono le maschere che indossa per celare i suoi segreti? Si assiste alla sua parabola introspettiva, a quella che sembra una redenzione in cui l’esistenzialismo filosofico prende il sopravvento, tra solitudine, menzogne, sensi di colpa e paura.

È un uomo che scappa dai suoi peccati e dalle sue responsabilità, prima tra tutte l’essere stato complice della divisione del mondo in due blocchi in conflitto. A ciò si unisce anche un’importante e inaspettata componente romantica, gestita attraverso il personaggio di Aya, che coinvolge il protagonista e infittisce il dramma governando, in parte, le sue svolte. Un’avventura dalle atmosfere sospese, quasi poetiche nonostante lo sfondo bellico. Particolarità che avvicina il volume a Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, film cult che non fatico a considerare d’ispirazione per Loveness e collaboratori.

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Il comparto estetico dà forza a quanto descritto con splash page – singole e doppie – incredibili per composizione e colori. Il tratto di Estherren è il fiore all’occhiello del volume: inchiostri e acquerelli restituiscono illustrazioni variopinte e sfumate, illuminate alla perfezione con effetti molto realistici che fanno brillare gli occhi. Valore aggiunto le palette cromatiche scelte da Patricio Delpeche (Dune – Racconti di Arrakeen), sempre adatte alle situazioni portate in scena.

Un finale aperto chiude il volume che, pieno di pathos, scorre veloce. Una conclusione in cui non mancano quesiti rivolti al lettore, chiamato a risolverli con interpretazioni personali. Insomma, Strani cieli sopra Berlino Est non è il classico thriller spionistico dove l’azione adrenalinica domina sovrana, bensì un’opera votata – passatemi il termine – alla meditazione. Si tratta di una breve ma intensa graphic novel che si fa strada tra le pagine oscure della nostra storia grazie ad una fantascienza cupa che scandaglia le viscere della mente umana, e che lascia amareggiati nel constatare quanto sia stata disastrosa e controversa la Guerra Fredda, non tanto per le conseguenze economiche e mondane, quanto per le inguaribili cicatrici lasciate nelle coscienze.

Nefasto Articoli
Videogiocatore incallito, cinefilo dalla nascita, attore di teatro e batterista da diversi anni. Adoro approfondire qualsiasi cosa abbia a che fare con l'arte e l'audiovisivo: è difficile fermarmi quando inizio a scrivere o a parlare focosamente di ciò che amo.

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