Tokyo Mew Mew – Storia e curiosità in occasione del rilancio

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Nel settembre del 2000 fa la sua comparsa sul magazine Nakayoshi il primo capitolo del manga Tokyo Mew Mew, uno dei prodotti di maggior successo di inizio anni duemila e giro di boa per tutti i maho shojo successivi (quei prodotti dal target femminile aventi per protagoniste un gruppo di ragazze in grado di trasformarsi). L’autrice è Mia Ikumi, già nota al pubblico nipponico per Super Doll★Rika-chan, mentre alla sceneggiatura c’è Reiko Yoshida, che può vantare nel curriculum anime celebri come Digimon, Dragon Ball Z e Saiyuki.

Il plot di Tokyo Mew Mew è semplice: cinque ragazze acquisiscono straordinarie capacità grazie alla fusione del loro DNA con quello di altrettanti animali, così hanno la possibilità di trasformarsi e di ottenere ulteriori poteri per difendere la Terra da alieni invasori. Fin qui niente di strano: parrebbe il solito maho shojo al quale il pubblico è abituato grazie a titoli come Sailor Moon, Magic Knight Rayearth e in parte anche Magica Doremì e Yui Ragazza Virtuale, ma andiamo per ordine.

La gattina nera di Tokyo

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Ancora prima di lavorare sulle Mew Mew, Mia Ikumi disegna “La gattina nera di Tokyo“, una storia autoconclusiva di appena cinquanta tavole. La trama ha già tutti gli elementi che verranno riproposti in seguito, come una protagonista con il DNA del gatto in grado di trasformarsi, alieni succhia-sangue, armi speciali e lo spettacolare sfondo della capitale nipponica. I disegni sono finemente curati e dinamici, cosa abbastanza rara nei manga dedicati alle ragazze (gli shojo), il prodotto ha del potenziale e la storia messa in campo dalla Ikumi lascia sul terreno una gran mole di materiale grezzo che aspetta solo di essere lavorato.

Kōdansha, tra le più importanti case editrici giapponesi ed editore di Nakayoshi, vede questo potenziale e affianca ad Ikumi la sceneggiatrice Reiko Yoshida. Quest’ultima fa valere la sua esperienza e stende quella che sarà la storia portante di Tokyo Mew Mew: così Hime Azumi de “La gattina nera di Tokyo” funge da base per arrivare alla nuova protagonista Ichigo Momomiya (Strawberry).

La protagonista

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Ichigo è una tredicenne come tante altre ed è appena riuscita ad avere un appuntamento con il suo compagno di scuola Masaya Aoyama (Mark nell’adattamento italiano). Durante la loro uscita viene investita da un fascio di luce e quando riprende i sensi sembra non esserle accaduto niente, ma è solo apparenza.

Dopo qualche tempo, Ichigo ha un nuovo appuntamento con Masaya, ma vengono attaccati da un mostro. Il ragazzo perde i sensi nel tentativo di proteggerla e dopo lo sconcerto iniziale fa il suo ingresso in scena Ryou Shirogane (Ryan) che le rivela come trasformarsi in una Mew Mew: si ritrova perciò con indosso un vestito rosa sgargiante, mentre i suoi capelli hanno cambiato colore e le sono spuntate coda e orecchie da gatto. Ichigo usa le sue nuove capacità e riesce a sconfiggere il mostro tornando normale prima che qualcuno si accorga di quello che ha appena fatto.

Subito dopo viene portata da Ryou in una caffetteria chiamata Cafè Mew Mew, il quartier generale del progetto Mew. In questo progetto Ryou è aiutato da Keiichiro Akasaka (Kyle) e insieme vogliono fermare l’imminente sterminio della razza umana ad opera di alieni invasori.

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Gli alieni sono in realtà i vecchi abitanti della Terra, una civiltà antichissima ed incredibilmente evoluta, costretta ad abbandonare il pianeta a causa dei forti cambiamenti atmosferici, i terremoti e le eruzioni vulcaniche che l’avevano reso inospitale. Al loro ritorno trovano la loro vecchia casa avvelenata e distrutta, quindi decidono di riprendersela sterminando tutti gli umani.

Ichigo apprende anche che il suo DNA è stato fuso con quello del gatto di Iriomote, una specie in via di estinzione, e nonostante una riluttanza iniziale alla fine decide di aiutare Ryou. Per farlo dovrà mantenere segreta la sua doppia identità anche ad Aoyama e trovare le altre ragazze che, come lei, sono state colpite dal raggio e possiedono un codice genetico fuso con quello di altri animali in via di estinzione.

Comprimari e nemici

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Non molto tempo dopo, Ichigo si unisce a Minto Aizaka (chiamata Mina in Italia), il cui DNA è stato fuso con quello di un lorichetto blu, Retazu Modorikawa (Lory) con il DNA di una neofocena, Purin Huang (Paddy) fusa con la scimmia leonina e Zakuro Fujiwara (Pam) con il DNA del lupo grigio. Tutte insieme formano il Mew Team e per fermare gli alieni dovranno trovare l’Acqua Mew, unica loro speranza per purificare il pianeta.

Gli alieni però non restano di certo a guardare. Il compito di conquistare la Terra viene affidato a Quiche (noto anche come Ghish o Kish), Tart e Pa, i quali sono guidati da Profondo Blu, una potente entità aliena piena di rancore nei confronti degli umani.

Quiche e la violenta ossessione per Ichigo

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Fin qui sembrerebbe davvero il solito shojo con ragazze magiche, ma accade qualcosa di inaspettato: Ichigo sa che deve combattere degli alieni ma per un po’ di tempo vede solo i mostri mandati da loro, fino a che Quiche non le tende un agguato davanti a casa e la bacia sulle labbra, a detta sua per assaggiarla. Il nemico della Terra si presenta a Ichigo con una molestia, rubandole il suo primo bacio prima di sparire, dimostrando così di essere in grado di prendersi quello che vuole e quando vuole.

Ichigo ovviamente è sconvolta, si sente impotente perché sa che non avrebbe potuto impedirlo, inoltre è innamorata di Masaya e viene assalita dalla delusione di non aver potuto scambiare il primo bacio con lui.

Quiche è un essere dalla personalità manipolatrice e sa che quel bacio destabilizzerà il suo nemico avvicinandolo alla vittoria. L’alieno sfrutta questo suo vantaggio negli scontri successivi, arriva a manipolare le Mew Mew per cercare la vittoria e non manca di fare pressione psicologica su Ichigo, ma alla fine sarà così preso da lei che finirà per innamorarsene.

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Ichigo ama Masaya, ma proprio quando gli svela la sua vera identità questi si trasforma e con grande sconcerto si rivela essere controllato da Profondo Blu: da ora le Mew Mew devono combattere contro il ragazzo amato dalla loro amica. Quiche abbandona i piani Profondo Blu ormai deciso a distruggere il pianeta e si sacrifica per salvare la Mew Mew di cui è innamorato perdendo la vita insieme ai suoi compagni nello scontro finale.

Dopo una lunga battaglia le cinque ragazze sconfiggono Profondo Blu e, aiutate dall’Acqua Mew, riescono a salvare Masaya e a riportare in vita i loro vecchi avversari, ormai loro alleati nella salvezza della Terra. La storia si conclude poi con gli alieni che tornano al loro pianeta.

Ci troviamo alle prese con un prodotto indirizzato principalmente al pubblico femminile. Per tutto il tempo la protagonista si vede contesa da più ragazzi ed oltre ad essere oggetto di ossessione per l’alieno è attratta da Masaya, il suo compagno di scuola, e Ryou, il capofila del progetto Mew, di conseguenza si ritrova invischiata in lotte di cuore che causano non pochi problemi al gruppo e al raggiungimento dell’obiettivo.

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Quiche è il fulcro di molte delle vicende del manga: sopraffatto dai sentimenti crescenti per la terrestre se ne innamora fino alla pazzia. Arriva al punto di volerla solo per sé e, ossessionato da lei sia a livello fisico che emotivo, prova a prenderla in più occasioni e sembra quasi arrivare al desiderio di usare le maniere forti a questo scopo.

L’ossessione sfoga in una straziante tavola dove Quiche chiede a sé stesso e a Ichigo perché non può essere amato. Dopo l’episodio la ragazza capisce quanto sia fragile il suo nemico e prova compassione e affetto nei confronti di quell’essere, che poi si sacrificherà nel suo nome.

Sebbene Ichigo sia attratta anche da Ryou, la possibile storia tra i due non viene mai approfondita davvero e ci si concentra, invece, sul rapporto con Masaya. Quest’ultimo è visibilmente attratto da Ichigo, ma non è a conoscenza della doppia identità della ragazza, infatti si chiede perché fugga via da un momento all’altro, arrivi sempre in ritardo o non si faccia viva per giorni.

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Come in tutti gli shojo che si rispettino il pubblico viene spinto a dividersi su chi sia il ragazzo più appropriato per la protagonista, divisione che alimenta la fanbase del franchise.

La protagonista indiscussa è Ichigo, ma le storie personali dei suoi comprimari, sebbene poco approfondite, si intrecciano perfettamente con lo svolgimento della storia principale. La storia di Reiko Yoshida ad esempio ha il pregio di essere riuscita a dare importanza a quasi tutti i personaggi e a traghettare così le vicende fino alla fine senza tralasciare nessuno.

Dalle guerriere sailor alle Mew Mew

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Tokyo Mew Mew è un prodotto che ricorda indubbiamente Sailor Moon, dopotutto le avventure delle guerriere sailor si erano concluse in patria appena tre anni prima e non si può negare che una buona parte del suo successo sia dovuto alla loro somiglianza. Questo la casa editrice lo sapeva benissimo, infatti ognuna delle cinque eroine è vestita di un colore diverso e dotata di un attacco particolare. Tutto ciò inizialmente ha destato delle perplessità, che però sono state subito oscurate dai pareri positivi all’opera.

Il manga viene accolto molto bene da lettori e critica e, nonostante Mia Ikumi sia ancora considerata come un’esordiente dal tratto spigoloso, il suo stile piace molto grazie alla scorrevolezza con la quale la storia si dipana attraverso le tavole. Si nota una presenza minore di fronzoli, tipici di shojo e maho, inoltre la disegnatrice si concentra tantissimo sull’espressività dei suoi personaggi dando loro ancora più spessore.

Ulteriore punto di forza è l’aver accostato ai tipici attacchi con i poteri speciali anche contatti più fisici. Una volta trasformate le Mew Mew acquisiscono forza e velocità, quindi sono in grado di sferrare e parare colpi violenti, caratteristica di cui fanno uso in più occasioni (cosa rara per il canone). Questo aspetto è stato ripreso nel 2004 anche dal franchise della Toei Animation Pretty Cure dove le protagoniste, una volta trasformate, fanno grande uso degli scontri fisici per poter sconfiggere i nemici.

Dalla carta alla TV

tokyo mew mew cafè

Il manga arriva alla conclusione in appena 7 volumi e durante la sua serializzazione la casa editrice riesce a strappare un contratto con il gruppo TV Tokyo per un adattamento animato di 52 episodi, da commissionare allo studio Pierrot. Da questo momento l’anime e il manga vengono promossi con l’aiuto di giovani attrici vestite come le cinque eroine: servizi fotografici, eventi nei centri commerciali, parchi divertimento, improvvisate in programmi televisivi e radiofonici aiutano la diffusione di merchandising e la premiere televisiva del 6 aprile 2002 diventa un grande evento mediatico.

L’adattamento si differenza dall’originale per il character design che lima il tratto spigoloso della Ikumi per meglio adattarsi al pubblico televisivo e al merchandising, mentre la storia viene allungata con episodi riempitivi per aggiungere intrecci e personaggi secondari. Sebbene questo stiramento abbia fatto calare notevolmente la qualità di alcune puntate, l’anime ottiene ancora più successo del manga spingendone le vendite.

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Le Mew Mew sono ormai un fenomeno inarrestabile: il merchandising va a gonfie vele, viene messo in scena uno spettacolo teatrale, pubblicati videogiochi per Game Boy Advance, PC e uno per la PlayStation che aggiunge un nuovo nemico e una nuova Mew Mew chiamata Ringo Akai, dal DNA fuso con quello del pinguino di Humboldt.

Visto il grande successo in patria, l’anime viene esportato in altri mercati telvisivi. 4Kids Entertainment acquista i diritti per la trasmissione in America; originariamente annunciato come Hollywood Mew Mew, attira le ire dei fan statunitensi e alla fine il prodotto viene mandato in onda con il titolo di Mew Mew Power, ma si rivela comunque un pasticcio: spariscono ideogrammi e riferimenti alla cultura giapponese, l’età dei protagonisti viene abbassata, alcune scene sono completamente stravolte, molti fotogrammi ridisegnati o tagliati e la trama subisce una profonda riscrittura per adattarla alla nuova età dei personaggi.

Delle 52 puntate ne vengono trasmesse 26 e la storia viene fatta iniziare dall’episodio 12, trattando le puntate precedenti come dei flashback. 4Kids poi rivende l’adattamento a moltissimi altri paesi diffondendo le Mew Mew per il mondo in versione americanizzata.

L’arrivo in Italia

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Il pubblico italiano è stato più fortunato e nell’aprile del 2004 ha assistito all’inizio della messa in onda di tutte le 52 puntate sulle reti Mediaset con il titolo Mew Mew – Amiche Vincenti. Nonostante ci siano state anche qui alcune discrepanze con la trama originale, numerosi tagli e censure, l’adattamento rimane molto fedele all’originale e il prodotto può fregiarsi di avere la sigla di apertura cantata da Cristina d’Avena.

L’anime conquista con successo i pomeriggi primaverili ed estivi di Italia 1 così come le edicole, i negozi di giocattoli e quelli di articoli per la scuola. Cavalcando l’onda, la casa editrice Play Press importa finalmente il manga in Italia pubblicandolo in 7 volumi come in edizione originale, ma per esplicita richiesta dell’editore nipponico vengono utilizzati i nomi dell’adattamento italiano curato da Mediaset.

Nell’ottobre dello stesso anno la fiera del fumetto Romics viene invasa da cosplay dedicati alle Mew Mew per accogliere l’autrice Mia Ikumi come ospite speciale della fiera romana. Ikumi partecipa sorprendendosi non poco dell’accoglienza del pubblico tra autografi, conferenze e sessioni di sketch dal vivo.

La storia continua

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Nel 2003 debutta in Giappone anche il seguito intitolato Mew Mew – À la mode, con storia e disegni di Mia Ikumi. La storia introduce Berry Shirayuki come nuova Mew Mew, il cui DNA è stato fuso da Ryou e Keiichiro con quelli del coniglio di Amami e del gatto delle Ande: la sua peculiarità quindi è quella di avere il codice genetico di due animali (oltre al suo). La nuova combattente si unisce al gruppo per fronteggiare i Saint Rose Crusaders, un gruppo di quattro ragazzi con poteri soprannaturali che, guidati dal misterioso Duke, vogliono trasformare il mondo in un’utopia sotto il loro controllo.

Il manga non ottiene il successo sperato e non arriva nemmeno lontanamente ai numeri della prima serie. Sebbene la nuova Mew Mew sia apprezzata dalla maggior parte dei fan, il fumetto si conclude al secondo volume e non ne viene realizzato un adattamento animato. In Italia viene serializzato dal 2005 sulla rivista Yatta! edita da Play Press e poi pubblicato in singoli volumi. L’avventura delle Mew Mew sembrava concludersi qui, lasciando ai fan l’onere di continuare le loro avventure grazie a fan fiction e fan art in attesa di un potenziale rilancio del franchise.

Il rilancio e la celebrazione

tokyo mew mew new

A dicembre 2019, dopo quasi vent’anni dalla prima pubblicazione, fa la sua comparsa su Nakayoshi il primo di due capitoli della ministoria Tokyo Mew Mew 2020 Re-Turn. La trama riprende le avventure delle Mew Mew dopo la fine di À la mode e disegni e storia sono di Mia Ikumi e Reiko Yoshida.

Lo stesso anno viene annunciato il manga Tokyo Mew Mew Ōre, stavolta al maschile, con la storia e i disegni ad opera di Madoka Seizuki, la cui pubblicazione è ancora in corso in patria. La protagonista di questo nuovo manga si chiama Anzu Hinata, una studentessa delle superiori appassionata di biologia. La ragazza conosce il suo compagno di scuola Shibuya Aoi perché la salva da alcuni bulli dell’istituto e quando un mostro attacca i due ragazzi, Shibuya rivela ad Anzu la sua vera identità di Mew Mew con il compito di proteggere Tokyo insieme ad altri cinque ragazzi.

Infine, è stato annunciato anche un nuovo anime dedicato al sestetto originale, del quale per adesso si conosce solo il titolo: Tokyo Mew Mew New. La storia sarà scritta anche in questo caso da Mia Ikumi e Reiko Yoshida.

Le Mew Mew sono tornate per proteggerci.




Nerd ancora da prima di conoscerne il significato e sfogliavo i fumetti ancora prima di saper leggere. Cinema, fumetti, manga e libri sono il mio bisogno quotidiano.

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