Starfield, il futuro è una copia sbiadita del presente (PC)

starfield bethesda recensione

Voto:

Nonostante l’ultima avventura single-player di Bethesda Game Studios sia stata universalmente riconosciuta come una delusione, Fallout 4 rimane comunque un bel gioco sotto molti aspetti, soprattutto a livello di atmosfera e immersività, finendo purtroppo per essere carente nella parte più importante: il gioco di ruolo.

Parlando a livello generale, le IP Bethesda recenti non hanno mai avuto veramente una profondità ruolistica. The Elder Scrolls V: Skyrim e specialmente Fallout 3 da questo punto di vista sono forse i peggiori capitoli delle fortunate saghe, ma sono state opere seminali per l’industria videoludica, riuscendo ad arrivare al grande pubblico. I giochi in ogni caso hanno avuto un enorme successo commerciale, che ha contribuito alla creazione di una vasta community di modding arrivata negli anni persino a cambiarne totalmente i generi, rendendo la loro rigiocabilità pressoché infinita.

starfield paesaggio

Starfield è un nuovo universo narrativo proposto dalla casa di sviluppo statunitense dopo ben 15 anni (se contiamo l’acquisizione di Fallout con il terzo capitolo), 25 se contiamo solamente The Elder Scrolls, e anche solo per questo fattore l’hype che ha preceduto l’uscita è stato considerevole. Anche io, totalmente annichilito da Fallout 4 e soprattutto dall’uscita di Fallout 76 – che però sembra stia vivendo un redemption arc degno di No Man’s Sky – vivevo l’attesa di Starfield con grandi speranze, conquistato in particolare dalla sua ambientazione hard sci-fi che già dai trailer sembrava fantastica a livello artistico. Mi sarei fatto bastare un gioco di ruolo nella media con un’ottima atmosfera per essere soddisfatto, ma qualcosa è andato terribilmente storto fin dal primissimo momento in cui ho avviato il gioco.

Sia all’Early Day One (1° settembre) che al Day One (6 settembre), Starfield era manchevole di tantissime impostazioni grafiche che ad oggi non sono ancora state implementate, a partire dal FOV Slider e l’HDR arrivando fino al DLSS, quest’ultimo veramente importante in quanto – checché ne dica Todd Howard – il gioco non è minimamente ben ottimizzato, e anche con un hardware high-end ho faticato a raggiungere i 60fps stabili nelle zone aperte. La mancanza del DLSS non è neanche imputabile a una difficoltà nell’implementazione, dal momento che il giorno stesso è uscita una mod per aggiungerlo.

Parlando invece del livello grafico, Starfield è sicuramente all’avanguardia: sia la nave che le zone principali sono ricche di dettagli e perfino i personaggi, al di là delle animazioni che sembrano riprese pari pari da Fallout 4, hanno i connotati per essere considerati “next-gen” (che poi è current da quasi 3 anni). Alcuni non hanno preso benissimo la scelta di utilizzare il Creation Engine, ma c’è da dire che nonostante la veneranda età è stato sfruttato più che a dovere, e questa si è confermata una buona mossa, dando i suoi frutti già nei primi giorni dall’uscita. Infatti se è stato possibile avere mod dagli utenti in un tempo così rapido è proprio grazie alla familiarità della community con l’engine, che a lungo termine sarà anche il fattore decisivo in grado di consacrare Starfield nel mondo del gaming.

starfield città

Come RPG, Bethesda superficialmente sembra aver fatto passi avanti rispetto a Fallout 4, già solo per la reintroduzione delle opzioni di dialogo complete rispetto alle 4 frecce, un sistema di Persuasione nuovo di zecca e un albero delle abilità totalmente rimodernato. Come potremo osservare avanzando nel gioco, però, tutti questi cambiamenti non sono altro che fumo negli occhi.

Le opzioni di dialogo lunghe servono solo a esplicitare meglio il dialogo da far pronunciare al nostro personaggio, ma rimangono fondamentalmente quelle di Fallout 4: risposta positiva, risposta negativa, risposta sarcastica o risposta che porta al combattimento, con l’aggiunta di qualche piccola opzione se si dispone di abilità come Empatia e simili.

Il sistema di Persuasione concettualmente è molto interessante: prevede una barra da riempire in 3 turni con risposte dalle più caute alla più audaci, che funzioneranno in base al personaggio che si ha davanti, spingendo a comprendere le motivazioni degli NPC piuttosto che ridursi a una mera addizione numerica. Peccato che, una volta capito il senso e aver notato che le risposte da poter dare agli NPC sono sempre le stesse (e soprattutto fuori contesto), il sistema collasserà diventando esattamente una mera addizione numerica atta al completamento della barra.

L’albero delle abilità invece è la cosa che forse funziona meglio, avendo un punto per livello da usare per un’abilità di varie sezioni tra cui fisico, sociale, armi, eccetera, divise per 4 righe che comprendono ognuna un set di abilità sbloccabili. Una volta spesi abbastanza punti su una riga, si sbloccherà quella sottostante, e così come per le abilità singole ognuna avrà 4 livelli, sbloccabili con un punto dopo aver compiuto alcune sfide inerenti all’abilità concessa.

starfield dialoghi

Quello che più di tutto però uccide la componente ruolistica è l’antiquatissima struttura delle quest, che nel 2023 è ancora legata al portare un oggetto, piazzarne 3 in un luogo prestabilito, uccidere un nemico specifico o cose del genere, dimostrando come a livello di game design Bethesda sia rimasta inchiodata al lontano 2008. Il tutto viene ancora più accentuato da una dissonanza ludo-narrativa incredibile, in cui il protagonista deve per forza andare DI PERSONA a riferire le sue azioni nonostante siamo in un futuro dove esistono i viaggi interstellari a velocità luce; probabilmente nessuno ha ancora inventato dei comunicatori a lungo e corto raggio. Al sistema di quest si aggiunge il più grande problema del gioco, ovvero la sua mole infinita di caricamenti, che praticamente riduce l’intero gameplay a continue schermate di caricamento, intervallate da piccole camminate per consegnare l’oggetto o la comunicazione di turno.

Questa infinita ripetitività è aggravata dall’impossibilità di utilizzare la navicella per muoversi sui pianeti (costringendo a sorbirsi un ennesimo caricamento), ma ancora peggio dallo spostamento tra i vari pianeti di uno stesso sistema. La distanza è così ridicolmente grande – ci sono video in cui si calcolano tempi come 7 ore per raggiungere in volo un pianeta vicino – che il gioco costringe a usare la nave solamente come punto di teletrasporto per pianeti o sistemi vicini, facendo diventare totalmente inutile anche tutta la bellissima e dettagliatissima parte di personalizzazione dell’astronave.

Infatti è controproducente e inutile andare nello spazio, avendo inoltre anche tutti i tipi di atterraggio, decollo e agganciamento alle altre navi bloccati dietro una cinematica. Questo sistema è un incredibile passo indietro rispetto anche ai precedenti giochi Bethesda, nei quali parte della bellezza era muoversi in una grande mappa dettagliata respirando a pieni polmoni l’atmosfera del titolo e dell’ambientazione, cose che qui vengono uccise dall’impossibilità di muoversi in qualunque modo che non sia tramite caricamento.

starfield abitacolo astronave

Lo shooting invece è molto soddisfacente e probabilmente il miglior “gameplay puro” di qualsiasi gioco Bethesda, che darà varie soddisfazioni non avendo più la caratteristica legnosità dei giochi di ruolo. Si potrebbe comunque fare un appunto sul fatto che sia praticamente impossibile (come accade ad esempio in Red Dead Redemption 2) completare un playthrough senza sparare a nessuno, e questo comporta nuovamente una dissonanza ludo-narrativa nel momento in cui ci si dichiara pacifisti pur uccidendo orde di pirati spaziali. Da Fallout 4 poi è stato mutuato anche il banco da lavoro (con relativa personalizzazione di armi e armature), qui esteso anche alle ricerche per migliorare gli effetti dei consumabili. Tutto però viene vanificato da una gestione del loot “procedurale”- che avevo criticato anche in Cyberpunk 2077 – dove le armi hanno statistiche diverse e gradi di rarità in base alle modifiche installate, ma un’arma rara potrebbe essere benissimo presa da un nemico sconfitto. In questo modo si finisce per giocare solo con ciò che si trova in giro senza affezionarsi mai a nulla e di conseguenza dedicarsi alle personalizzazioni.

Arrivando alla pura e semplice narrativa, è qui che Starfield tocca probabilmente il punto più basso, dimostrandosi privo di immaginazione e incapace di sfruttare il potenziale di un’ambientazione hard sci-fi come quella proposta. Partendo già dall’incipit, dopo la creazione del nostro personaggio un membro della fazione Constellation – di cui saremo OBBLIGATI a far parte, ma ci arriveremo dopo – ci regalerà letteralmente la sua nave e il suo androide senza nemmeno conoscerci, solo perché abbiamo ritrovato un artefatto che dà il via alla trama. Dato che quel personaggio, Barrett, arriva inseguito dai pirati, sarebbe stato molto più interessante se ad esempio fosse morto nello scontro e noi avessimo preso la nave e l’androide per scoprire di più sull’artefatto, lasciando Barrett come personaggio da approfondire in ologrammi o audiodiari, e permettendo così di farci una propria idea su di lui, oltre a creare una situazione sicuramente più plausibile.

starfield astronave

Le fazioni disponibili sono 5 e sono praticamente tutte la stessa solfa. Constellation è la fazione obbligatoria (così come lo erano i Minutemen di Fallout 4), degli scienziati interessati al progresso scientifico, ma che a detta loro non si pongono alcuno scrupolo su come i loro membri possano comportarsi purché arrivino i risultati sperati: insomma dei tecnofascisti a cui saremo obbligati a dar retta. La United Colonies (UC) poi è sostanzialmente la versione spaziale degli Stati Uniti d’America, e viene esplicitamente detto che un esterno per farne parte deve avere molti soldi per comprarsi la cittadinanza oppure deve arruolarsi nell’avanguardia, un esercito spaziale che permette il lusso della democrazia combattendo sui “sistemi meno civilizzati”. Non ci sarebbe nulla di male ad avere una fazione del genere se non fosse rappresentata come qualcosa di assolutamente normale e l’unico sistema possibile, ma andiamo avanti.

Il Collettivo Freestar è la terza fazione, e come si può immaginare dal nome è sempre una versione degli Stati Uniti d’America, ma quella della frontiera del Far West, traslata nei pianeti dell’orlo esterno (per dirla alla Star Wars) in cui vige una “libertà” capitalistica assoluta e si tratta il colonialismo come se fosse la cosa più bella del mondo. Non a caso tutti gli avamposti del collettivo sono costruiti proprio come le città del Far West, una scelta che dopo anni di rivalutazione del colonialismo e spostamento dei punti di vista rispetto a quello bianco occidentale stona non poco, per non dire che è vergognosa. Anche solo con queste 3 fazioni, che sono di fatto la stessa faccia della stessa medaglia, il gioco sembra come non accorgersi di stare lentamente legittimando l’idea che, anche tra 300 anni, il nostro sistema economico e sociale possa rimanere totalmente invariato, costringendo il giocatore a fare una scelta tra chi più lo rappresenta nonostante questi partiti siano pressoché uguali.

La quarta fazione disponibile sono le Ryujin Industries, una corporazione multiplanetaria uscita da un’ambientazione cyberpunk – non a caso è situata nella città di Neon – e come potrete notare le scelte si affievoliscono sempre di più, perché è come se non ci fosse più alcuna scelta. L’ultima fazione è la Flotta Cremisi, ovvero i pirati spaziali, che rappresentano l’anarchia e che quindi permettono (secondo il gioco) un playthrough “malvagio”, come se le altre scelte non fossero l’elogio della reazionarietà.

Quello che disturba di più di Starfield è appunto la sua mancanza di fantasia – o, a voler essere cinici, una scelta politica ben precisa – che non lascia scampo e cerca di normalizzare sempre di più il pensiero che Fisher aveva ben descritto, dicendo che ormai “È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo“. Infatti anche la sola mancanza di una fazione indipendente, un po’ come lo era Yes Man su Fallout New Vegas, che permetteva di non sottostare a nessuna bandiera – ma comunque anche solo uno spettro vario di fazioni proprio come nel titolo sviluppato da Obsidian – rende il tutto totalmente scialbo e privo di interesse, perché è tutto così lontano e superato da non essere neanche più solamente cliché. Basti pensare che l’unica altra fazione dichiaratamente malvagia a cui il giocatore può iscriversi sono i fondamentalisti religiosi, che richiamano l’ISIS.

Bethesda questa volta non ha fatto il passo più lungo della gamba, è proprio inciampata su sé stessa senza riuscire neanche a rialzarsi e zoppicare, perché tutto il gioco non è altro che una continua delusione e un passo indietro rispetto anche a un titolo tanto odiato come Fallout 4. Senza contare altre ingenuità di contestualizzazione, come i sempreverdi “crediti” accettati tranquillamente in tutta la galassia nonostante ci siano fazioni diverse: potevano benissimo essere sostituiti dalle materie prime per costruire un più interessante sistema di baratto.

È un peccato che il gioco si sia ridotto a questo, perché le buone premesse c’erano davvero tutte. Purtroppo l’esplorazione spaziale inesistente (quando il marketing portava a pensare a un nuovo Star Citizen), la vuotezza delle macromappe che costringe ad abusare dei teletrasporti, i caricamenti continui per completare qualsiasi quest e l’insulsaggine della narrazione non permettono neanche di farsi trasportare dall’ambientazione e dall’art direction, finendo per ridurre il tutto a un enorme guscio vuoto. Spero che tra qualche anno la community di modding riesca a riempirlo, questo guscio, ma fino ad allora penso che non toccherò più questa grandissima delusione.

Un ringraziamento speciale a Labcom e Bethesda




Lorexio Articoli
Professare l'eclettismo in un mondo così selettivo risulta particolarmente difficile, ma tentar non nuoce. Qualsiasi medium "nerd" è passato tra le sue mani, e pur avendo delle preferenze, cerca di analizzare tutto quello che gli capita attorno. Non è detto che sia sempre così accurato però.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*