Emily Dickinson e i suoi giardini

emily dickinson e i suoi giardini recensione

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L’Ippocampo Edizioni ha portato in Italia un gioiello di rara bellezza dal titolo Emily Dickinson e i suoi giardini, dedicato alle piante e ai luoghi che hanno ispirato la celebre poetessa americana. Si tratta del frutto del lavoro di Marta McDowell, il cui incontro coi giardini curati dalla Dickinson, per quanto fortuito, segnò l’inizio di un lungo periodo di ricerca e approfondimento sfociato in quest’opera, proposta ora da L’Ippocampo in una magnifica edizione con copertina rigida e testi tradotti da Claudia Valeria Letizia.

emily dickinson e i suoi giardini stagioni

L’immagine che questa celebre poetessa americana spesso evoca nella nostra mente è quella di una donna vittima di una reclusione autoimposta, incapace di comunicare con l’esterno e tristemente confinata all’interno delle quattro mura domestiche. Ma se la forza e la luce che le sue poesie sprigionano fanno già incrinare questo preconcetto, esplorare l’interesse e la profonda conoscenza della botanica di questa autrice vi darà un’ulteriore prova di quanto lei fosse invece estremamente attiva, non solo nella cura dei giardini della proprietà di famiglia, ma anche entro una fittissima rete sociale, alla quale dava un contribuito dal grandissimo valore.

Nel numero esorbitante di lettere (più di un migliaio) a noi pervenute, nonché nelle stesse poesie, l’elemento naturale ha un peso così notevole da non poter in alcun modo venire estirpato dalla produzione scritta. Questo volume ha il pregio di approfondire un elemento di notevole importanza, e la cura e la bellezza delle sue pagine lo rende un pezzo da collezione che non può mancare sugli scaffali di qualunque appassionato di questa autrice.

emily dickinson e i suoi giardini luoghi

La poetessa delle piccole cose era un’attenta osservatrice del mondo naturale. Chiunque si sia avvicinato alla sua scrittura avrà notato la grande attenzione riservata alle creature viventi più piccole e apparentemente insignificanti, alle quali ha sempre donato un ruolo tutt’altro che marginale, esaltandone qualità il più delle volte del tutto ignorate. La Dickinson vedeva la poesia come una vera e propria medicina per gli animi feriti e sofferenti, e trascriveva perciò le sue parole per poi donarle ai propri cari, con la speranza che potessero venire lette più volte nell’arco della vita, restando vive e brucianti, sempre capaci di dare conforto e alleggerire il peso delle difficoltà. È anche per questo motivo che le sue poesie sono totalmente (o quasi) prive di punteggiatura: è il lettore che, in base alle proprie esigenze, saprà trovare il ritmo e il significato di cui ha più bisogno in un dato momento della propria vita.

Ma non era solo attraverso le parole che la poetessa esplorava gli affetti e la sua visione del mondo: la botanica era uno dei suoi interessi primari, un amore profondo che coltivava assieme ai suoi genitori e ai fratelli, e difatti studiò la disciplina presso l’Amherst Academy e a Mount Holyoke.

Il libro è strutturato come un calendario e, seguendo il ciclo delle stagioni, ripercorre le tipologie di piante e fiori ai quali la poetessa si interessava nei diversi periodi dell’anno, arricchendo poi ogni sezione con tante curiosità sulla sua vita e, naturalmente, una selezione di poesie. Non mancano numerose illustrazioni nonché foto, che conferiscono un tocco davvero magico a questo volume, dando quasi l’impressione di stare camminando in quei luoghi, immersi nei profumi e nei colori.

emily dickinson e i suoi giardini fiori

La Dickinson curava i giardini della proprietà di famiglia e collezionava fiori selvatici nei quali si imbatteva durante le passeggiate con il suo cane. A fare da sfondo a tutto questo vi era la città di Amherst, il cui aspetto è cambiato radicalmente rispetto all’ottocento. Un tempo ricoperta di colline, corsi d’acqua, campi e fiori, la città era, come il fratello della poetessa l’aveva definita, “uno scampolo di paradiso”. Lungi dall’essere una prigione, la casa della Dickinson ad Amherst era un luogo brulicante di personalità di spicco dell’epoca, visitato da una moltitudine di amici di famiglia, con i quali Emily Dickinson intratteneva vivaci conversazioni.

Seguendo il filo conduttore del mondo della botanica, il libro ci parla anche dell’educazione e degli studi della Dickinson, dei luoghi in cui si muoveva, delle esperienze di vita più significative, dei suoi famigliari e delle amicizie, per poi concludersi con un dettagliato elenco delle sue piante predilette e un tour del giardino, più preziosi consigli su come avvicinarsi al mondo della botanica.

Emily Dickinson e i suoi giardini sprigiona un immenso amore ed entusiasmo, e l’estrema cura dietro ogni dettaglio rende quest’opera davvero speciale.

Un ringraziamento speciale a L’Ippocampo Edizioni

Melancoliae Articoli
Una traduttrice made in Italy appassionata di videogiochi (in particolare j-rpg), fumetti (Bonelli, americani e giapponesi), anime, letteratura fantasy e sci-fi e serie tv.

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