Star Trek: Lower Decks – Prendersi in giro è una cosa seria

star trek lower decks prendersi in giro è una cosa seria

Il trend degli ultimi anni, lo sappiamo, è stato senza dubbio quello dei remake, reboot e spinoff di film e serie tv storiche. Vuoi perché l’effetto nostalgia tira sempre, vuoi perché in pandemia si è puntato sull’usato sicuro, ma possiamo senza dubbio dire che i maggior successi di pubblico si siano avuti grazie a franchise noti.

In ogni caso un successo di pubblico non garantisce di certo anche un successo di critica, anzi, quest’ultima ha sempre continuato a guardare con sospetto queste opere tacciandole di mancanza di originalità. Personalmente non credo che esista una ricetta universale e non ho mai considerato nulla sulla base dell’originalità del soggetto: tutto dipende dalla penna di chi scrive e da come tratta l’argomento. Si può raccontare in maniera interessante una storia già narrata cento volte e rendere noiosa una storia originalissima.

star trek discovery equipaggio

Come si pone Star Trek in tutto questo? Dopo anni di silenzio, anche questo franchise che tutti ormai consideravano morto è tornato alla ribalta. In primis grazie a Star Trek: Discovery, che è riuscita a catturare un pubblico nuovo, e poi con le serie successive, ma con un grosso MA. Ora, so già quello che starete pensando: “ecco, un altro fan deluso da Discovery”, e invece no. Io sono un grande fan della serie in questione, ne ho sempre riscontrato e sottolineato i difetti, ma nel complesso il mio giudizio è sempre stato positivo. Questo perché al netto degli errori di canone (di cui non m’importa nulla, in barba al fandom tossico) gli argomenti trattati dalla serie si sono sempre rivelati importanti e di attualità, e sapete perché lo so? Perché la serie ha infastidito una buona fetta di pubblico. Così come la serie classica negli anni ’60 aveva dato fastidio alla società di quel tempo. E quando si dice che Star Trek precorre i tempi non si intende solo sulla tecnologia, ma anche e soprattutto sull’aspetto sociale.

Al di là del mio essere un grande fan di Discovery, la serie però è risultata problematica sotto un preciso punto di vista, ovvero non è stata in grado di fare fanservice di qualità (e Picard ha fatto ancora peggio). Il fanservice è spesso visto in maniera negativa perché, in generale, è una delle cose più difficili da realizzare: strizzare l’occhio ai fan senza appesantire la visione da parte di uno spettatore occasionale è davvero complicato. Ed è in questo che brilla particolarmente Star Trek: Lower Decks.

star trek lower decks equipaggio

La serie animata prende ispirazione da un episodio di Star Trek: The Next Generation chiamato proprio Lower Decks (episodio molto drammatico in verità), ed è una parodia delle serie anni ’90, piena zeppa di citazioni e fanservice, ma non quello becero del tipo “avete visto che noi conosciamo Star Trek? Guarda come ti metto quel personaggio che conosce solo il vero fan, fa niente se è del tutto decontestualizzato dalla narrazione” (vero, Picard?), bensì quello con citazioni che fanno innamorare i fan, ma che al contempo risultano funzionali alla narrazione senza essere indispensabili alla comprensione della trama. Si tratta più che altro di una sorta di premio che la serie riserva ai fan: “hai colto la citazione? Bene. Non l’hai colta? Fa niente, puoi goderti l’episodio lo stesso”. Così è bello, perché anche un fan accanito come me difficilmente riesce a cogliere tutte le citazioni se non dopo aver rivisto più volte l’episodio. Ogni volta che se ne scopre una nuova è davvero una soddisfazione, ma tutto fila perfettamente a prescindere.

Parlando più del dettaglio, nella serie viene ribaltato l’impianto classico di Star Trek, e il focus è appunto sui ponti inferiori (i lower decks del titolo) con protagonisti gli ufficiali di rango più basso. La nave non è la classica ammiraglia della flotta pronta all’azione, ma una piccola nave mandata a compiere le missioni più umili, e gli ufficiali superiori non sono gli eroi archetipi a cui siamo abituati, ma personaggi molto fallibili, con più difetti che pregi. Insomma, se nel mito di Star Trek molto spesso si fa l’accostamento dell’equipaggio ad una famiglia, questa sarebbe una famiglia disfunzionale con un disperato bisogno di un terapista, ma che proprio da questo trae la propria forza. In fondo la famiglia del Mulino Bianco non esiste, e questo Lower Decks lo sa bene.

star trek lower decks personaggi

Non bisogna comunque dimenticarsi che la serie rimane una rivisitazione in salsa comedy del mito, quindi spesso ci troveremo di fronte situazioni al limite; l’autore d’altronde ha lavorato anche come sceneggiatore di Rick & Morty, e in alcune puntate si nota eccome. Tuttavia si rimane sempre dentro al canone trekkiano (anche più delle ultime serie live-action se proprio vogliamo dirla tutta) e, soprattutto nella seconda stagione, le trame degli episodi non fanno affatto rimpiangere le trame delle migliori puntate di TNG. Questo sempre rimanendo in ambito umoristico, sempre mantenendo il focus sui personaggi e sempre integrando le citazioni nella trama senza appesantirla minimamente. Ogni episodio è una piccola perla.

Se Discovery ha riaperto la strada a Star Trek in televisione (o streaming), e Picard ha cercato di cavalcare l’effetto nostalgia (fallendo, ahimè, miseramente), Lower Decks ha davvero ridato freschezza al franchise senza snaturarlo, ma adattandolo ai tempi moderni. La speranza è che Strange New Worlds, di prossima uscita, prenda esempio da questa serie e ci consegni un capitano Pike moderno e al passo coi tempi.




Secco McGregory Articoli
Qualcuno dice che gli anni '80 siano nati grazie a lui, ma sono notizie infondate. L'unica cosa sicura è che questo ragazzo è il prototipo del nerd. Giochi di ruolo, giochi da tavolo, Wargame, Cardgame, Fumetti e Cosplay tutto è passato per le sue mani. Ed oggi, nel nuovo millennio, è pronto a portare la sua esperienza alle nuove generazioni.

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