Strappare lungo i bordi – Anteprima della serie di Zerocalcare

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Se in questo articolo allegassi una foto della mia libreria, inquadrando solamente la sezione dedicata al buon Michele Rech, in arte Zerocalcare, sarebbe oltremodo chiara la mia passione per il suo ormai decennale lavoro (sarò sincero però: devo ancora recuperare Scheletri A Babbo Morto). Per questo motivo l’annuncio di Strappare lungo i bordi e, in seguito, la possibilità di vedere in anteprima i primi due episodi della serie animata, sono stati per me motivo di grande gioia. Intendo ora convogliare quella stessa gioia nelle parole di questo speciale e poi nella recensione completa che verrà.

Da dove iniziare? Sicuramente molti fan si staranno domandando quale sia il significato del titolo di questo nuovo prodotto, un nome particolare e spiccatamente ironico: ebbene, il fumettista romano ha tirato fuori dal cappello un’altra delle sue elucubrazioni socio-filosofiche e sì, lo scopo principale è certamente quello di intrattenere, ma è impossibile affermare che la suddetta teoria – alla base dell’intreccio narrativo – sia banale, anzi! Ha tutto a che fare con una certa Alice, ragazza che Calcare – protagonista assoluto delle vicende – conosce alla giovane età di 17 anni, un vero e proprio colpo di fulmine. La serie scava quindi nel passato per raccontarci una storia coinvolgente e inedita dove trova spazio – con sorpresa di molti – anche l’amore (tranquilli, il nostro Michele non si è dato alle telenovelas).

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Alice, a sinistra, è il personaggio chiave attorno a cui gravitano gli eventi.

Nelle graphic novel che precedono Strappare lungo i bordi, l’autore ha quasi sempre fatto riferimento alla sua vita sentimentale per vie traverse senza mai, tuttavia, affrontarla nel dettaglio. Per la prima volta coglie la palla al balzo ed esplora l’argomento. C’è una dovuta precisazione da fare però: si parla, come già menzionato, delle vicende amorose di un adolescente. Il motivo, stando alla conferenza tenutasi alla 16ª Festa del Cinema di Roma, è presto detto: Michele Rech in quanto persona – non personaggio – custodisce gelosamente il suo lato più romantico così come quel vissuto che lo riguarda; tutto ciò non è qualcosa da “dare in pasto al pubblico“. Al contrario, è molto più semplice per lui parlare della sua gioventù ed è questo che avviene, in parte, nella serie.

Quanto ai primi due episodi, questi non bastano a comprendere integralmente il leitmotiv che percorre orizzontalmente tutta la serie; quest’ultimo viene, prevedibilmente, approfondito man mano nel corso della storia. Per quanto riguarda la genesi di quest’ultima, Zerocalcare non voleva rimanere ancorato a temi scottanti e delicati – proposti ad esempio in Kobane Calling, uno dei suoi lavori più rinomati e apprezzati – quindi ha voluto esplorare idee alternative, rimanendo comunque fedele a quel personalissimo registro linguistico che lo ha reso famoso. In sostanza, è possibile affermare che l’input creativo si sia evoluto a partire dalla rubrica Rebibbia Quarantine, andata in onda per Propaganda Live: Strappare lungo i bordi presenta più o meno la stessa forma, ma meno condensata.

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Il team creativo gode del ritorno di Giancane che, dopo il successo di Ipocondria ovvero il brano d’apertura degli sketch per La7, firma la colonna sonora della serie Netflix. Questa viene inoltre arricchita da brani su licenza che si adattano perfettamente agli esilaranti siparietti comici vissuti da Calcare. La musica, spesso e volentieri, gioca un ruolo di rilievo nel suo background culturale: si passa dalle canzoni di Manu Chao e dei Klaxon (band street punk romana) a… Tiziano Ferro (no, non è uno scherzo).

A proposito del processo di realizzazione, Strappare lungo i bordi è nata durante la pandemia di COVID-19, la lavorazione è dunque avvenuta quasi totalmente a distanza. Nonostante ciò, in fase di scrittura ci sono stati tanti momenti da “buona la prima”. Dal canto suo, Netflix – in qualità di produttore e distributore – ha modificato pochissime cose durante la revisione delle bozze. “È stato tutto abbastanza fedele a come era uscito dalla capoccia mia” – racconta Michele – ed è effettivamente così. Al disegnatore è stato anche concesso del furbo quanto simpatico humor che prende in giro proprio la famosa piattaforma streaming; la rottura della quarta parete è all’ordine del giorno.

Il suddetto humor tra l’altro viene gestito attraverso un montaggio molto serrato (piccola curiosità: Zerocalcare lo considera addirittura LENTO!). Ogni puntata, da 15 minuti l’una, vola che è una bellezza: si alternano leggeri aneddoti antologici a frangenti più concitati, questi legati dal filo rosso che tiene insieme la trama, la già citata e misteriosa Alice. Seguire lo svolgersi dell’intreccio non è però l’unico aspetto interessante e divertente della serie, infatti è anche possibile “giocare” con essa. Come?

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In Strappare lungo i bordi, Michele Rech riunisce tutti i suoi cari amici, a partire dall’immancabile Secco.

La possibilità di mettere in pausa i frenetici episodi consente una vera e propria caccia al tesoro. La maggior parte delle inquadrature è piena zeppa di citazioni ed easter egg provenienti sia dalla cultura pop – cifra stilistica nelle opere di Calcare – sia dal folklore di Rebibbia. Inutile dire che ognuno è libero, anzi esortato, ad affrontare una seconda visione frame-by-frame delle sue scene preferite alla ricerca di ogni segreto nascosto. Io ho scovato un bellissimo rimando a Rogue One, chissà voi lettori cosa scoprirete!

È abbastanza chiaro insomma che Rech non si definisca un fiero possessore del “master in pippe mentali” solo per darsi delle arie. È un’attitudine che ha sin da piccolo e che ha riversato sia nei suoi libri, sia in questa iterazione inedita. Rivolge la sua filosofia di vita alle persone attanagliate da un costante senso di inadeguatezza; è per questo che, come tutti i racconti da lui partoriti, anche Strappare lungo i bordi è adatto a giovani e adulti.

Personalmente, non sono un avido consumatore di serialità televisiva, ma credetemi se vi dico che la prima cosa che ho pensato ad anteprima conclusa è stata: “Dopo mesi di nulla, questa è la prima serie TV che divorerò con estremo piacere”. Ho assistito ad una coloratissima graphic novel in movimento, e non mi sorprende che fosse proprio questo l’effetto desiderato. Nello specifico, la sensazione è quella di vedere un fumetto di Zerocalcare – stesse gag, stesso romanaccio che piega in due dalle risate – ma in una forma adatta alla televisione. L’idea, dal punto di vista stilistico e narrativo, era quella di trasporre per filo e per segno l’eredità letteraria di Michele Rech in una serie animata. La cosa che lo spaventava di più era il rischio di allontanarsi troppo da ciò che ha sempre fatto, che Strappare lungo i bordinon fosse più roba mia“, “che la gente pensasse che io abbia semplicemente consegnato i miei personaggi a Netflix per permetterle di sfruttarli come meglio crede“, ma questo non è avvenuto.

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Chiudo questa succosa anteprima con qualche pillola di making of per rendervi partecipi del processo di riproduzione dell’universo narrativo targato Rebibbia. Casa Calcare è il set che ospita un’ampia varietà di situazioni, non a caso gli ambienti che si vedono su schermo sono estremamente somiglianti al vero appartamento dell’autore. Quest’ultimo ha dato numerose indicazioni per ricostruire meticolosamente anche la sua camera-studio, dal momento che la si vedrà da ogni angolazione, di giorno e di notte. Tuttavia, lo shot più iconico di tutti è forse quello di Calcare sul divano del soggiorno in compagnia dell’inseparabile Armadillo.

E se si parla dell’Armadillo è impossibile non menzionare, in ultimo, l’ottimo doppiaggio. Come è noto, Valerio Mastandrea interpreta il mammifero chiacchierone, mentre Zerocalcare dà voce al resto dei personaggi (sì, anche quelli femminili). A parole suona strano e probabilmente grottesco, ma fidatevi: questa scelta contribuisce notevolmente all’effetto comico finale proprio perché a doppiare non è un attore professionista, bensì un disegnatore dal dialetto stretto che parla con un accento marcato e “magnadose le parole“.

In definitiva, l’obiettivo principale di Strappare lungo i bordi esclude di portare al cospetto dello spettatore uno “spettacolo di burattini“; cerca invece di instaurare con l’audience un rapporto diretto: Zerocalcare racconta la sua storia attraverso il suo stile inconfondibile e inimitabile. I fan non potevano chiedere di meglio, gli scroscianti applausi che hanno infiammato la Festa del Cinema di Roma lo confermano. La serie sarà disponibile su Netflix dal 17 novembre, non perdetela.




Nefasto Articoli
Videogiocatore incallito, cinefilo dalla nascita, attore di teatro e batterista da diversi anni. Adoro approfondire qualsiasi cosa abbia a che fare con l'arte e l'audiovisivo: è difficile fermarmi quando inizio a scrivere o a parlare focosamente di ciò che amo.

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