Oh my Goods! – L’avventura continua con Fuga a Canyon Brook

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La Corona è in guerra con gli Uomini del Nord. Rabbit, leader della ribellione, vi ha lasciati incolumi assieme al re e da allora è scomparsa. Nuove figure misteriose compaiono nella storia. Cos’altro succederà?

Fuga a Canyon Brook è la seconda espansione per l’ormai noto gioco da tavolo Oh my Goods! (Le mie merci) di Alexander Pfister per 2-4 giocatori edito in Italia da Asmodee. Così come nella prima espansione, Longsdale in Rivolta, oltre alla narrazione ed alla modalità di gioco in solitario troviamo anche nuove carte, nuove regole e nuovi assistenti.

Oh, my Goods! carte 1

Per chi non conoscesse Oh My Goods! (Le mie merci) si tratta di un gioco di carte il cui obiettivo è costruire un motore di produzione e conversione di risorse finalizzato ad accumulare edifici, merci di valore, assistenti e punti vittoria.

La struttura del gioco base si articola su diversi round, ognuno costituito da 4 fasi in cui i giocatori sono artigiani medievali che lavorano, costruiscono edifici produttivi, realizzano merci di vario tipo (partendo da diverse materie prime prese dal mercato) e, così facendo, realizzano punti. Tutto si concretizza tramite le carte che, riportando su di esse diversi simboli con relative funzioni, possono essere utilizzate come edifici, materie prime, merci o monete. All’inizio si ha a disposizione un solo lavoratore, ma nel corso della partita è possibile avvalersi di un massimo di due assistenti che contribuiscano alla produzione delle merci.

Oh, my Goods! carte 2

L’espansione Longsdale in Rivolta ha introdotto per la prima volta in Oh My Goods! una componente narrativa, articolata su 5 capitoli tramite carte descrittive e carte evento, aggiungendo nuove opportunità al gioco senza alterarne la struttura fondamentale, giocabile anche in solitario. Inoltre compaiono nuovi edifici e carte forza.

Introducendo la regola secondo cui nel proprio turno è possibile mettere in campo sia un edificio che un assistente, cosa non fattibile nel gioco base, il tutto diventa più dinamico. Mentre nel gioco base è possibile spostare un assistente al costo di 2 monete, in quest’espansione non è possibile muovere gli assistenti a meno che la carta evento corrente non lo permetta.

Ogni partita adesso ha un numero fisso di round a seconda del numero di eventi indicati dal capitolo.

Oh, my Goods! carte 3

Con l’arrivo della seconda espansione Fuga a Canyon Brook troviamo ancora una volta una componente narrativa, articolata su 6 capitoli, e nuove carte. La grande novità risiede però nella comparsa di nuovi assistenti con caratteristiche variabili. Inoltre non è più obbligatorio assegnare immediatamente ad un edificio un assistente appena assunto, ma è possibile farlo in un secondo momento (alla fine di uno dei round).

Oh, my Goods! carte 4

Dopo aver giocato molte partite, sia soltanto con il gioco base che con le espansioni, posso affermare che Oh my Goods! esprime il suo massimo potenziale proprio grazie alle espansioni. Al di là della componente narrativa, carina anche se non molto avvincente, sono proprio le regole aggiuntive a sistemare alcune lacune del gioco base rendendolo più fluido e coerente.

Mentre l’incidenza dell’alea nella pesca delle carte è particolarmente sentita e difficilmente gestibile nel gioco base, rendendolo un vero e proprio push your luck, con le espansioni la situazione tende a migliorare grazie all’ausilio dei nuovi assistenti e delle nuove carte (sia edifici che eventi) che garantiscono un supporto nella produzione (ad esempio le carte che producono anche senza la presenza del lavoratore). Anche la regola di poter acquisire in una sola volta sia un nuovo edificio che un assistente aumenta le potenzialità della propria partita.

Inoltre, già dalla prima espansione, c’è un ulteriore parametro relativo alla forza, utile sia per risparmiare materie prime su alcuni edifici che per ottenere carbone aggiuntivo come bonus, introducendo anche una lieve interazione altrimenti inesistente.

Con le espansioni ogni partita ha un numero fisso di round, e questo comporta un maggior equilibrio nell’impostazione della partita da parte dei giocatori, e la presenza dei bonus derivanti dagli obiettivi di fine partita ne guidano meglio le scelte. Per i suddetti motivi la corsa alla costruzione di edifici meno costosi, che rendeva il gioco base limitante per alcuni, viene superata ed è possibile costruire con più facilità anche gli edifici molto costosi da sfruttare poi nella conversione finale delle catene produttive a fine partita.

Oh, my Goods! scatola
Scatola “fai da te” per Oh My Goods!

L’unico lato negativo delle espansioni consiste unicamente nel fatto che, mentre OMG è nato come gioco tascabile ed economico, aggiungendo le due espansioni cominciano ad aumentare sia le dimensioni (anche in termini di occupazione sul tavolo) sia il prezzo. Di conseguenza il gioco completo diventa praticamente un boardgame a tutti gli effetti e non più un card game tascabile.

I materiali di gioco sono costituiti interamente da carte, anche se potrebbe essere una miglioria l’introduzione di cubetti o dadi per indicare le proprie risorse, così come suggerito anche dall’autore, al fine di avere una maggior disponibilità di materie prime e quindi una minor incidenza dell’alea, migliorando la probabilità e l’uniformità di uscita delle materie prime al mercato. Le carte necessitano di essere imbustate a causa dei continui rimescolamenti e sarebbe opportuno, nonché comodo, raggruppare tutto il materiale in una scatola fai da te per evitare di mettere ogni volta le carte giuste in ciascuna scatolina. Con le espansioni diventa anche preponderante la dipendenza dalla lingua.

La scalabilità del gioco non è impattata dalle espansioni e la migliore configurazione rimane quella per 1 o 2 giocatori, per motivi di rapporto tra la durata ed il peso del gioco.

Oh my Goods! è un gioco piacevole, intelligente e leggero adatto praticamente a tutti i tipi di giocatori. Mentre il gioco base presenta qualche limitazione, seppur restando godibile, con entrambe le espansioni acquisisce la dignità di un boardgame dove, bilanciando strategia e fortuna, è possibile fare partite sempre diverse e piacevoli.

Ingegnere, chitarrista, boardgamer, lettore, sportivo... perché chiudersi in una sola definizione? Mi piace spaziare in tutti i campi della cultura, allargare sempre i miei confini, viaggiare, conoscere e condividere.

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