Ho atteso con curiosità l’arrivo di October Faction su Netflix, avendo già trattato i fumetti originali di Steve Niles e Damien Worm nei quali effettivamente intravedevo del buon potenziale per un adattamento televisivo.
Purtroppo la visione di questa serie si è rivelata più ostica di quel che pensassi, almeno all’inizio, quindi mi sono ritrovato a rinviarla più volte, al punto che mentre vi sto scrivendo Netflix ha già deciso di cancellarla. Come avrete intuito, qui non c’è nulla di particolarmente entusiasmante, ma voglio dare comunque un senso all’essermi sciroppato tutti i 10 episodi, quindi lasciate che vi spieghi meglio cos’è andato storto.
Per cominciare, di cosa parla esattamente October Faction? In sintesi, della peculiare famiglia Allen (“Allan” nei fumetti), in cui i genitori sono dei cacciatori di mostri esperti e i figli, due gemelli adolescenti, posseggono poteri sovrannaturali. Come genere è un mix tra horror e azione: ci sono i mostri brutti, ma volano anche tanti proiettili.
Partiamo dal presupposto che già i fumetti su cui si basa la serie tv non sono dei capolavori, ma come già accennato una trasposizione a schermo avrebbe potuto valorizzare tutti i loro aspetti più interessanti, anche apportando la giusta dose di cambiamenti, all’occorrenza. Qui il problema è che il materiale originale è stato sì rimaneggiato, ma a martellate, finendo per appiattire tutto e fare a pezzi anche le cose migliori ideate da Niles e Worm.
La serie tralascia o comunque banalizza tutti gli aspetti più affascinanti di October Faction, ossia quelli horror ed esoterici, mettendo maggiormente in risalto il lato action e le dinamiche familiari. Proprio le questioni interne alla famiglia Allen sono ciò che, all’incirca dalla terza puntata in poi, hanno destato in me un qualche interesse spingendomi ad arrivare fino alla fine, ma vi parlo di un interesse frivolo: per me è stato quasi come guardare una telenovela con l’aggiunta dei mostri.
Le prime due puntate sono un bello scoglio da superare, perché contengono una particolare concentrazione di filtro adolescenziale, che Netflix da qualche tempo applica indiscriminatamente a un po’ di tutto, e temi come l’omosessualità e il razzismo trattati goffamente. Andando avanti qualcosina migliora, ci si annoia di meno, ma fino all’ultimo la serie si trascina problemi piuttosto ingombranti.
Il carisma dei personaggi è inesistente (mi spiace in particolare per Fred e Dante), i dialoghi sono perlopiù banali con giusto qualche guizzo di simpatia qua e là e la CGI è imbarazzante. Poi ci sono proprio delle cose che mi hanno fatto saltare i nervi: una è l’uso eccessivo di riferimenti nerd, perché alla lunga non fanno più sorridere e appaiono solo come un espediente da quattro soldi per aggraziarsi il pubblico; l’altra sono scene totalmente implausibili, con personaggi che a volte sono onniscienti, altre sembrano non accorgersi di niente o non si pongono domande quando dovrebbero.
Ciliegina sulla torta: il finale lascia diverse questioni aperte, che alla luce della cancellazione rimarranno tali. Mi chiedo come abbiano potuto confidare in un rinnovo gli autori dopo aver realizzato una prima (e a questo punto unica) stagione con tanta sciatteria.
October Faction è davvero un’occasione sprecata, una serie fatta con poche risorse e poca intraprendenza, che ignora gli aspetti migliori dei fumetti su cui si basa, tenendo in considerazione solo quelli più superficiali e aggiungendo elementi inediti di scarso interesse. Ogni tanto prova ad essere profonda e porre uno di quegli interrogativi classici del tipo “chi è il vero mostro?“, ma lo fa sempre con una banalità tale da mancare l’obiettivo. Si lascia guardare principalmente per le dinamiche familiari dei protagonisti, quasi come fosse una telenovela con i mostri. Giudicate voi se ne vale la pena.
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