Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes

il regista di film brutti che vinse il festival di cannes shockdom

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Una delle prime cose che mi hanno insegnato mentre studiavo sceneggiatura è che con i soldi impiegati per produrre un fumetto o un film si potrebbero comprare degli appartamenti a Milano, darli in affitto e guadagnarci molti più soldi avendo la certezza matematica di incassarli. Investirli invece nel creare e pubblicare un’opera, con tutto quello che può andare storto nel processo, è sempre un terno al lotto o, in alcuni casi, un atto d’amore.

Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes rappresenta l’affetto per il cinema e l’arte tutta alla perfezione: i testi di Davide La Rosa, insieme ai disegni di Chiara Karicola e Fabrizio “Pluc” Di Nicola, mettono in scena una storia inventata ma puramente credibile, con una formula che come si scopre alla fine non sbaglia mai, fa morire dal ridere e ci mostra l’incredibile tenerezza delle cose brutte fatte con il cuore.

Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes plutoniani

Emiliano Speroni viene tirato su da due genitori poveri in un paesino sperduto e, anche se molto giovane, grazie alla sua sensibilità decide da solo di privarsi di molte cose pur di non causare altri problemi. La fortuna però lo ha fatto nascere in una famiglia che, sempre rimanendo nella legalità, le inventa tutte non solo per arrivare a fine giornata, ma anche per sostenerlo incondizionatamente, dimostrandosi disposta a qualsiasi sacrificio pur di fargli coronare il sogno di diventare regista. Così, grazie a loro, alla sua gatta Giulietta (nonché musa ispiratrice trovata per caso insieme a una videocamera), ai dipendenti di un ristorante cinese che diventano la sua seconda famiglia e al suo incredibile impegno, unito a un’incessante fiducia e fantasia, Emiliano si mette sotto a scrivere e dirigere i suoi film.

Le sue sono opere fatte di espedienti casarecci e interpretate da attori non professionisti, con sponsor e mezzi ottenuti per grazia ricevuta, ma nonostante tutto l’impegno finiscono per essere smontate da pubblico e critica. Emiliano si perde d’animo dopo queste scottanti delusioni, ma genitori e famiglia acquisita continuano a credere in lui e a divertirsi come matti a prendere parte a questi progetti, dandogli la forza per creare il film che poi vincerà il Festival di Cannes. Ma proprio quando arriva il successo, Speroni improvvisamene sparisce lasciandosi alle spalle tre film e tante domande a cui provano a rispondere critici tronfi e vanagloriosi, pronti a riempirsi la bocca di paroloni in trasmissioni tv insulse per elogiare il suo genio incompreso.

Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes emilio speroni

Se bazzicate su YouTube da almeno una decina d’anni vi sarete sicuramente imbattuti nei video di Yotobi o Synergo (che non a caso ha scritto la prefazione di questo fumetto, un po’ rozza e dolce come lui sa fare), dove si analizzano i film brutti e a volte anche chi li fa, come i due registi Bruno Mattei o Andrea Marfori. La RosaPluc e Karicola conoscono questi (f)autori cinematografici incredibilmente bene, tanto che i primi due hanno dedicato loro ben due Dizionari dei film brutti a fumetti, e sono riusciti a riversare nella storia e nei disegni la malinconia e l’ilarità che questi film scaturiscono: si ride perché effetti, recitazione, montaggio e scrittura sono allo sbando, ma ci si intenerisce (non per forza con pietismo) per chi ci ha creduto e continua a crederci sempre e comunque.

A differenza di produzioni disneyane stellari dove si è troppo grossi per fallire e allora ci si può permettere di far uscire prodotti dozzinali, o della casa cinematografica The Asylum che ha cominciato appositamente a far uscire film trash con la speranza di rimanere virale, i film veramente brutti li si riconosce per l’innegabile divertimento di chi ci ha lavorato, l’impegno e la passione che ne traspare nonostante tutto. E non ci sono motivi migliori per dedicarsi all’arte, a prescindere dal risultato. La Rosa, Karicola e Pluc ci ricordano che non bisogna essere canonicamente belli per essere felici.

Un ringraziamento speciale a Shockdom

Chirano Articoli
Diplomatə al corso e al Master di Sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Torino, laureatə in Letteratura Giapponese a UniTO e felice di essere qua :)

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