Samaritan, il film supereroistico di Prime Video con Sylvester Stallone

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Spesso, quando un attore o un regista che ha accumulato anni e anni nel business cinematografico ci regala un nuovo film, questo ha sempre un po’ il sapore del “testamento artistico”, di un lascito, di un messaggio che in qualche modo ripercorre la sua carriera. È il caso, per esempio, di Cry Macho di Eastwood, dove l’ultimo pistolero del mondo si abbandona a una riflessione autoreferenziale sul concetto di machismo che, da sempre, ha permeato la sua filmografia, destrutturandolo e negandone l’efficacia in tempi moderni.

Ecco, nel film Prime Video Samaritan, il protagonista indiscusso Sylvester Stallone non rinnega proprio niente. Anzi, sottolinea quello che è sempre stato e lo fa aggirando in maniera egregia la sospensione dell’incredulità dello spettatore: come rendere credibile un signore di 76 anni che picchia i nemici in maniera inarrestabile? Semplice: è un supereroe.

samaritan prime video sam e joe

Due bambini acquisiscono poteri speciali. Una volta cresciuti, consapevoli di ciò che possono raggiungere date le loro peculiari capacità, diventano figure centrali nella città in cui abitano: uno indossa la maschera di Samaritan, beniamino del popolo, classico eroe votato al bene e alla giustizia; l’altro, invece, nel più tipico dei dualismi prende il nome di Nemesis e agisce secondo una moralità grigia, che non risparmia azioni criminali e violente. Ben presto i due collidono in una lotta fratricida dalla quale, pare, non si salva nessuno dei due. Ma sono davvero morti? E se non lo sono, che fine hanno fatto?

Questa la premessa del film, raccontata all’inizio come la più canonica storia fumettistica: voce fuori campo che ricorda la didascalia e immagini illustrative sullo schermo. Sam (Javon “Wanna” Walton) è un ragazzino che si mette nei guai. Sua madre (Dascha Polanko, la Dayanara di Orange is the New Black) fa il possibile per essere sufficientemente accudente e amorevole, ma è risucchiata dai problemi quotidiani, soprattutto economici. Quindi Sam passa le giornate tra risse di strada, piccoli furti e compagnie poco raccomandabili. L’unico fattore che sembra non averlo tramutato (per ora) in un perfetto delinquente, oltre all’amore della madre e a un’indole sentimentale, è il suo eroe: Samaritan.

Sam, infatti, è ossessionato dal personaggio scomparso, e quando incontra Joe Smith (Sylvester Stallone) si risveglia in lui un sospetto. Potrebbe essere lui, il giustiziere sparito ormai da anni e anni? A complicare il quadro troviamo Cyrus (Pilou Asbæk), il criminale “datore” di lavoro di Sam, a capo di una cricca di malavitosi e fanatico di Nemesis al punto da tatuarsi il simbolo del villain sul petto; ma qui le maschere sono solo un ruolo e tutto può ribaltarsi all’improvviso.

samaritan prime video cyrus

Il film, girato da Julius Avery, parte da un incipit accattivante. Non tanto la storia dei due fratelli in collisione (dato che, di quelle, ne abbiamo avute fin troppe dalla notte dei tempi, basti pensare a Caino e Abele), ma la questione di come una città che ha conosciuto i supereroi possa cambiare intorno a questo concetto. Un po’ come si chiese Alan Moore con Watchmen: come cambierebbe il mondo se inserissi un Dottor Manhattan nella società? La struttura, per i primi due atti della narrazione, non riserva particolari sorprese e si srotola secondo la più classica delle formule. Un po’ di brio arriva nella parte finale, verso il chiaro e inevitabile (ma giusto!) capovolgimento della percezione. Non viene deluso, quindi, lo spettatore più attento che desidera un certo stravolgimento e che per il resto del film ha subito una costruzione fin troppo stereotipata.

La messa in scena riesce più o meno bene, nonostante fin troppe soluzioni vintage che ricordano gli albori dei cinecomics: costumi plasticosi, auto da stuntman, congegni dalle forme bizzarre e color correction fin troppo lazzarona e appetibile. Paradossalmente il film riesce di più nei momenti in cui decide di non strafare, in cui si dimostra consapevole di avere tra le mani una storia autoriale a tutti gli effetti. Nascosta dietro il meccanismo trito e ritrito di due forze contrapposte e inverse, infatti, c’è una consapevolezza piuttosto moderna della costruzione dei personaggi, dove non esistono buoni e cattivi, ma individui che compiono scelte che portano a conseguenze. La maschera, il ruolo, è una scelta.

samaritan prime video costume

La storia zoppica un po’ nelle scene di raccordo, dove le relazioni tra i personaggi sembrano svilupparsi in maniera troppo repentina e senza particolari moti emotivi; si riprende però nelle scene di azione, dove Stallone è protagonista credibile e indiscusso di coreografie martellanti e ruvide. Peccato che non si riesca a risparmiare allo spettatore la morale finale imboccata a mo’ di fiaba di Natale per bambini; una morale che, dato l’andamento della storia, era più che chiara.

Samaritan rimane un film che, se ricordato, lo sarà per il ruolo atipico di Stallone, e più per l’idea alla base che per la realizzazione. Rimane un dubbio personale: come mai, dopo ottime prove, la tecnologia di de-aging pare tornata all’età della pietra?

Un ringraziamento speciale a Prime Video




Nasce a Firenze nel '91, è autore di fumetti e docente di storytelling all'accademia di cinema di Firenze.

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