Imperatore del Giappone – I primi 2 volumi

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Il manga Imperatore del Giappone (in giapponese Shōwa Tennō Monogatari), realizzato per celebrare i 30 anni dalla morte del 124° imperatore del paese del Sol Levante, Hirohito, approda in Italia in una curatissima edizione in brossura con sovraccoperta, targata L’Ippocampo. Sebbene ripercorrere la vita di una figura così importante nella storia giapponese sia un compito estremamente arduo, questo adattamento grafico si è rivelato un vero e proprio gioiello, e l’ingresso nel mondo dei manga della casa editrice nostrana non poteva avvenire con un titolo migliore.

Tratto dall’opera di Kazutoshi Handō, con sceneggiatura di Issei Eifuku e disegni di Junichi Nōjō, Imperatore del Giappone intreccia armoniosamente aneddoti, intrighi politici e relazioni affettive fondamentali nel percorso affrontato da Hirohito, un uomo che ci viene presentato, nella sua aura di individuo eccezionale ma anche estremamente umano e sensibile, attraverso gli sguardi di personaggi chiave coi quali ha incrociato il proprio cammino.

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Il primo volume, pur essendo incentrato prevalentemente sull’infanzia del principe ereditario, si apre con una prolessi ben più vicina ai giorni nostri, ovvero l’importante incontro avvenuto nel 1945 fra Hiroito e Douglas MacArthur, comandante supremo delle forze alleate. Oltre a gettare luce sulle complesse dinamiche che portarono alla fine della guerra della grande Asia orientale, questo incipit è essenziale per osservare la grande dignità dell’imperatore giunto alla piena maturità e, in particolare, il suo encomiabile spirito di sacrificio nei confronti del popolo.

Lo scambio fra i due uomini ebbe un impatto notevole sul comandante, al punto che egli restò affascinato e intrigato dalla figura dell’imperatore giapponese e dalla sua volontà, più unica che rara, di essere pronto a sacrificarsi per la salvezza del proprio popolo. L’obiettivo che l’albo si prefissa è proprio quello di ripercorrere gli anni formativi del giovane principe, per mostrarci le figure che più hanno influenzato la sua educazione e il percorso che lo ha portato a diventare una figura così significativa per il Giappone, la stessa così ammirata dal comandante MacArthur mostratoci nella sezione introduttiva.

Il primo punto di vista attraverso cui osserviamo un giovanissimo Hiroito è quello di Taka Adachi, una giovane istitutrice alla quale viene affidato il compito di educare i kōson, ovvero i nipoti dell’imperatore. Siamo nel 1904, nel 37esimo anno dell’epoca Meiji, e l’apprensione della donna di fronte a un compito di così vitale importanza ben presto si spegne grazie alle interazioni vivaci e spontanee coi bambini (vi sono anche il secondogenito Atsu e, poco dopo, il figlio minore Teru). Dopo aver osservato nelle primissime pagine l’imperatore da adulto, impegnato in uno scambio inerente alla guerra, ci ritroviamo di fronte a un bambino di soli 4 anni che sembra già gravato dalle sue future immense responsabilità. Ne emerge il ritratto di un giovane molto più maturo della sua età, caratterizzato da una spiccata curiosità e che, inoltre, esibisce un grande amore per la natura, soprattutto le piante e i fiori.

Un elemento che potrebbe stupire il lettore moderno è l’usanza della casa imperiale di affidare i bambini ad altri: lo stesso principe Michi (altro titolo onorifico col quale Hirohito è noto) venne infatti affidato alle cure del conte Sumiyoshi Kawamura a soli 70 giorni di vita. Questa è la premessa che lo spinge a stringere una relazione affettiva con l’istitutrice, che diventerà in una certa misura una figura materna, e il cui impatto sulla sua crescita avrà ripercussioni anche nella vita adulta. Decidere di mostrare i primi passi di Hirohito filtrati attraverso lo sguardo di una donna non appartenente alla nobiltà, e che la storia tende a lasciare in secondo piano, è una scelta molto significativa e arricchisce enormemente la mera sequenza di eventi, tipica di resoconti biografici più sterili.

Il primo volume procede mostrandoci un’altra presenza essenziale nella vita di Hirohito, ovvero quella di Maresuke Nogi, nominato rettore del Gakushūin nel 1911, quando il principe ha 10 anni. Volgiamo verso la fine dell’era Meiji, un importante momento di transizione per il paese, di cui ci vengono narrati sia eventi storici del periodo, sia pietre miliari del percorso di crescita del giovane principe. L’equilibrio fra la narrazione di fatti chiave e dettagli apparentemente poco significativi, ma in realtà decisivi nella formazione di Hirohito, rende la lettura estremamente scorrevole, e la presenza di date e parti più didascaliche non intaccano il ritmo, anzi, si intersecano perfettamente nello svolgimento della storia. A partire da Taka Adachi, ogni nuovo personaggio introdotto eserciterà un’influenza sulla vita del futuro imperatore, plasmandone il carattere e portandolo a ragionare su cosa significhi regnare e quale debba essere la relazione fra il popolo e il suo sovrano.

Ritroviamo questa stessa impostazione anche nel secondo volume, che vede protagonista un Hirohito adolescente. La punta di diamante di questo splendido albo è costituita dagli scambi vivaci con Jūgō Sogiura, nominato goyōgakari e incaricato di impartire lezioni di etica e arte del regnare al giovane principe ereditario. Sono numerose le fratture fra i docenti della scuola riguardo a questa peculiare e delicata materia, ma l’impatto che la visione del testardo e idealista Sogiura avrà su Hirohito è forse fra le più preponderanti. Se da un lato assistiamo a intriganti elucubrazioni nel contesto scolastico, di pari passo notiamo come la calma e l’impegno ferreo che il giovane principe esibisce in ogni occasione si scontrino con l’evidente distacco non solo da parte dei genitori, ma anche dei compagni di studi, che non possono fare a meno di rivolgersi al futuro imperatore con un certo timore reverenziale.

Sebbene Imperatore del Giappone abbia una forte componente aneddotica, riesce a coniugare brillantemente elementi biografici e circoscritti ad eventi inerenti alla sfera emotiva, nonché a quella educativa, per fornirci un quadro quanto più sfaccettato e veritiero possibile. I disegni curatissimi ed eleganti si sposano perfettamente con il taglio storico ma al tempo stesso umano e toccante della narrazione. Consigliatissimo agli appassionati di storia o anche semplicemente di manga.

Un ringraziamento speciale a L’Ippocampo Edizioni

Melancoliae Articoli
Una traduttrice made in Italy appassionata di videogiochi (in particolare j-rpg), fumetti (Bonelli, americani e giapponesi), anime, letteratura fantasy e sci-fi e serie tv.

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