The Boys Presents: Diabolical – stagione 1

the boys diabolical recensione

Voto:

In attesa della terza stagione di The Boys, Prime Video ha pensato bene di placare il nostro appetito per storie con supereroi superviolenti portando sugli schermi una serie spinoff chiamata The Boys Presents: Diabolical.

Si tratta più precisamente di una serie animata antologica, la cui prima stagione si compone di 8 episodi della durata di massimo 15 minuti. Ogni episodio racconta una storia a sé ed è animato con un diverso stile, e la peculiarità della serie, come affermato qualche tempo fa dallo showrunner di The Boys Eric Kripke, sta nell’aver dato quasi carta bianca ad ogni autore.

Tra questi troviamo Awkwafina, Garth Ennis, Eliot Glazer e Ilana Glazer, Evan Goldberg e Seth Rogen, Simon Racioppa, Justin Roiland e Ben Bayouth, Andy Samberg, e Aisha Tyler. Più si va avanti nella visione e più risulta evidente come tutti loro abbiano fatto dello show il proprio parco giochi, scatenando senza freni la creatività.

In virtù di questo, le storie non si ricollegano necessariamente alla serie principale, ma bisogna comunque specificare che è imprescindibile conoscere in partenza il mondo di The Boys, che sia quello targato Prime Video o quello su carta, perché tutti i dettagli sui Super, la Vought e il Composto V vengono dati per scontati.

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Un corto d’animazione dove piccoli Super scazzati fanno fuori i genitori

Sempre come conseguenza della libertà creativa che permea la serie, i toni possono variare molto da un episodio all’altro. Il più divertente per me è stato Un corto d’animazione dove piccoli Super scazzati fanno fuori i genitori (un titolo che è già tutto un programma), scritto da Justin Roiland e Ben Bayouth, e diretto da Parker Simmons. Roiland è uno dei due creatori di Rick and Morty, da cui infatti questo episodio riprende appieno tanto lo stile d’animazione quanto il tipo di comicità. La storia segue un gruppo di giovani Super dai poteri troppo eccentrici o davvero inutili, abbandonati dai genitori in un’apposita residenza. C’è un ragazzo che fa tutto in slow-motion, uno che ha un altoparlante al posto della testa e può riprodurre solo “Only wanna be with you” di Hootie & the Blowfish, un altro che ha le palle incandescenti, e così via. Dopo aver scoperto dal notiziario che sono ridotti così per via dei genitori che li hanno sottoposti al Composto V per poi abbandonarli, gli improbabili Super partiranno in cerca di vendetta in un tripudio di comicissima violenza.

Dal lato opposto abbiamo John e Sun-Hee, il più serio e triste degli 8 episodi, caratterizzato quindi anche da uno stile più maturo, di matrice asiatica. Qui un anziano inserviente della Vought ruba una fiala di Composto V, nel disperato tentativo di salvare la moglie prossima alla morte per via di un cancro inoperabile. Le conseguenze, prevedibilmente, saranno nefaste. In questo caso lo sceneggiatore è Andy Samberg, mentre la regia è di Steve In Chang Ahn.

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Io sono il tuo pusher

In mezzo a questi due estremi poi c’è un po’ di tutto. L’episodio Io sono il tuo pusher ad esempio è quello più vicino ai fumetti (c’è addirittura lo stesso Hughie!), non a caso è stato scritto proprio dall’autore originale Garth Ennis, con Giancarlo Volpe alla regia. In questa storia Butcher costringe uno spacciatore ad alterare la dose destinata a un Super, trasformando una manifestazione pubblica che avrebbe dovuto celebrarlo in un bagno di sangue. Lo stile ricorda quello dei film d’animazione DC e, per quanto i toni siano complessivamente scanzonati, non mancano scene piuttosto truculente.

Sullo stesso piano troviamo Uno più uno uguale due, l’episodio più legato alla serie tv principale, scritto da Simon Raccioppa e diretto da Jae Kim e Giancarlo Volpe. Qui ci viene raccontato il debutto di Patriota nella Vought, mostrandoci la sua prima apparizione in pubblico, la sua prima disastrosa missione e il suo strano rapporto con Black Noir. Lo stile d’animazione lo definirei di stampo più genericamente americano, e in questo caso la violenza è mostrata in maniera più cruda.

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Laser Baby va in città

Tornando su qualcosa di più colorato e divertente, Laser Baby va in città è senza dubbio uno degli episodi che mi hanno colpito di più. Scritta da Seth Roger ed Evan Golberg, e diretta da Crystal Chesney-Thompson e Derek Lee Thompson, questa storia ci riporta al passato con uno stile che si rifà molto ai vecchi cartoon della Warner, e in particolare mi ha ricordato molto gli Animaniacs. Uno scienziato della Vought deve recuperare una bambina sfuggita dai laboratori, che ha il potere (fuori controllo) di sparare laser dagli occhi, in una festa di suoni e colori dove non viene detta una parola, a livello sonoro fa tutto la musica. È tutto molto divertente, violento, ma allo stesso tempo di una tenerezza che scalda il cuore. Forse ho la mente traviata dai meme, ma penso di averci visto persino un mezzo riferimento ad Harambe.

In tema di animazione old-school c’è anche Boyd del 3D (dove 3D indica l’appartamento di un palazzo), che mi ha ricordato vecchi lavori Disney come La Carica dei 101. Questo episodio, scritto da Eliot Glazer e diretto sempre da lui assieme alla sorella Ilana Glazer, ruota attorno a una nuova crema creata dalla Vought, in grado di far combaciare l’aspetto esteriore delle persone con come si sentono interiormente. Oltre ad essere molto gradevole a livello visivo, secondo me riesce a trattare bene il tema dell’apparenza nell’epoca dei social media.

Totalmente spensierato invece l’episodio Le migliori amiche, scritto da Awkwafina e diretto da Madeleine Flores, tutto realizzato con uno stile anime tondeggiante e coloratissimo, in cui una ragazzina entra in possesso del Composto V, ma lo beve anziché iniettarselo: il resto posso solo lasciarlo alla vostra immaginazione.

Cito per ultimo Nubian contro Nubian, perché pur essendo tutto sommato un buon episodio mi ha lasciato più indifferente rispetto agli altri. Scritto da Aisha Tyler e diretto da Matthew Bordenave, parla di una coppia di Super in crisi, prossimi al divorzio, con la figlia che cerca di sistemare le cose provando a ricreare la scintilla che li ha fatti innamorare.

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Uno più uno uguale due

The Boys Presents: Diabolical tiene fede al suo titolo, dimostrandosi un side-project davvero privo di freni inibitori. Esperimenti del genere sono sempre un po’ un azzardo, ma evidentemente sono stati scelti gli autori più adatti per mettere a soqquadro (come se non lo fosse già abbastanza) il mondo di The Boys, perché questa prima stagione può dirsi riuscita alla grande. Pur non essendo una visione fondamentale, Diabolical rappresenta un’aggiunta più che gradita che consiglio vivamente a tutti i fan.




RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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