The Legend of Vox Machina – Le impressioni sui primi 6 episodi della serie

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Non tutti gli amanti del fantasy giocano a Dungeon & Dragons, ma quasi certamente chi si dedica a sessioni del gioco di ruolo per antonomasia è anche appassionato di prodotti come Il Signore degli Anelli, Skyrim, Game of Thrones e così via. Ma mentre queste opere di solito si presentano come granitiche e per certi versi quasi “bibliche” nella narrazione (cosa che può annoiare o far crollare tutto alla prima forzatura), la cosa bella di D&D è l’estrema libertà concessa a chi gioca e a chi fa da Dungeon Master. Di conseguenza, con la compagnia di amici giusta non solo è possibile godersi delle belle serate, ma si possono arrivare a creare e vivere storie straordinarie.

La combriccola di Critical Role ne è un chiaro esempio: questo gruppo di doppiatori e doppiatrici professioniste, dopo anni di sessioni portate avanti con passione prima solo per gioco e poi come webserie, hanno realizzato il sogno di tante persone che giocano a D&D, dando vita alle loro campagne con la loro casa di produzione Critical Role Studios, e trasponendo come serie animata la loro prima campagna The Legend of Vox Machina.

Siamo a metà della prima stagione, quindi è presto per una recensione vera e propria, ma vi voglio quantomeno presentare il mood della serie, con quelli che per ora sembrano i pregi e i difetti. (DISCLAIMER: nudità, alcol e sangue sono all’ordine del giorno, ma all’interno di un contesto scanzonato).

the legend of vox machina party

Fin dal primo episodio capiamo subito che tipo di show abbiamo davanti: un gruppo di incredibili di eroi viene scelto per affrontare un pericolo sconosciuto che sta facendo a pezzi il regno, e mentre la voce narrante ce li presenta come epici questi vengono brutalmente ammazzati. Dopo un immediato stacco ci troviamo in una locanda, dove della gente scalmanata e ubriaca partecipa a un rissa con dei buzzurri poco raccomandabili. Il primo gruppo, un manipolo di personaggi variegati e sbronzi, è il party di cui seguiremo le avventure, i Vox Machina. Non manca praticamente nessuna delle classi e delle razze di solito usate e memate in D&D, con tanto di gag e battute sui loro vari stereotipi, in quanto raffigurati esattamente come chiunque se li immagina: un umano aritificiere molto edgy, un goliath barbaro, uno gnomo bardo, una mezz’elfa druida, un’altra mezz’elfa ranger con un orso e un fratello ladro, per concludere con una gnoma chierica.

Questi personaggi si conoscono fin da subito e sembrano abbastanza legati, ma non hanno un soldo e sono senza fissa dimora; tuttavia il re del posto ha bisogno di qualcuno che sostituisca gli eroi che abbiamo visto morire male all’inizio, e non essendoci altri avventurieri disposti ad affrontare questa minaccia si vede praticamente costretto ad assumerli con la promessa di un ricco premio. Il party quindi si dirige sul posto dove si dovrebbe trovare la minaccia, passando prima per un villaggio di poche e gentili anime. Poco dopo si ritrovano davanti la creatura che ha devastato territori e ucciso miriadi di persone, ovvero un potente drago che i nostri provano ad affrontare senza successo, sopravvivendo a malapena. Come conseguenza del loro fallimento, il paesello visto prima e la famiglia con la quale avevano interagito vengono annientati. Questo darà il via alla squadra dei Vox Machina, che pur continuando a essere gli emeriti casinisti che sono, d’ora in poi proveranno a fare la cosa giusta.

the legend of vox machina bardo

Già da questo inizio possiamo capire i punti di forza della serie: a differenza dei “fantasy per definizione” non si prende minimamente sul serio, dai combattimenti splatter e pulp fino alle scene e le gag sessuali. I personaggi poi non sono altro che persone semplicemente molto diverse tra loro e scanzonate che si fanno compagnia e finiscono con l’essere spassosamente caotiche, avendo ciascuna personalità e caratteristiche facilmente distinguibili.

I disegni e le animazioni sono notevoli, con di tanto in tanto degli elementi in 3D per alcune creature o scene d’azione dove si vuole dare un effetto particolare. La musica che accompagna le immagini contribuisce al coinvolgimento, passando dai brani epici dei combattimenti alle ballate del bardo. Una delle cose che ho apprezzato particolarmente è la durata degli episodi, che in media si aggira sui 20 minuti, nei quali viene raccontato molto ma senza andare di corsa, con delle belle battute e soluzioni che mantengono il ritmo vivace. Non ci si perde in spiegazioni lunghe e pesanti su come funzionano i regni, le magie, le grandi famiglie che controllano tutto o altri elementi di lore, al contrario viene mantenuto tutto sul semplice e questo mi fa piacere ancora di più la serie.

the legend of vox machina elfi

Ci sono ovviamente degli innegabili contro. Per fortuna mancano alcuni elementi rivisti e fastidiosi, come i predestinati o l’uso di deus ex machina, ma uno dei problemi che salta più all’occhio sono i troppi personaggi tutti insieme: abbiamo un party composto da 7 figure insieme a minimo altri 5 comprimari, che sono in scena fin da subito e che, almeno per i protagonisti, vogliono essere resi importanti tutti allo stesso modo.

L’intento è interessante, e sia visivamente che per le loro capacità i personaggi riescono a spiccare, ma è difficile ricordarsi nomi di tutte queste figure a schermo, che molto spesso tra l’altro neanche si chiamano per nome a meno che l’arco narrativo non gli sia dedicato (come accade all’artificiere Percy dalla terza puntata in poi). Inoltre, almeno finora, ci sono state delle scene che figurano come forzature di trama abbastanza tirate, e che stonano abbastanza vista la generale buona qualità della scrittura. Alcune forse potrebbero essere risolte nei prossimi episodi, ma altre temo proprio che non avranno soluzione.

L’esperienza fino al sesto episodio è mediamente positiva. Spero che nei restanti 6 arrivino momenti in grado di strappare anche una lacrima oltre che una risata, e si continui a creare una storia indipendente dai classici e abusati stilemi del fantasy, a meno che questi non vengano sfruttati per riderne e mandarla in vacca per bene.

Un ringraziamento speciale a Prime Video




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    Diplomatə al corso e al Master di Sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Torino, laureatə in Letteratura Giapponese a UniTO e felice di essere qua :)

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