Arcane, la serie Netflix basata su League of Legends – stagione 1

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Voto:

Quando si parla di League of Legends si è soliti alzare gli occhi al cielo e fare riferimento alla sua community non proprio idilliaca, ma grazia all’uscita di Arcane le cose probabilmente cambieranno. Distribuita in tre atti da tre episodi ciascuno, la serie ha già spodestato Squid Game come titolo più visto su Netflix, ricevendo numerose critiche positive, e non solo dai fan del videogioco, questo grazie a un innovativo stile di animazione e una narrazione coinvolgente.

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Per chi non fosse avvezzo all’universo LoL, ogni campione utilizzabile proviene da una regione/città-Stato specifica, che contribuisce a creare Runeterra, il continente dove si sviluppano le varie lore dei personaggi. In Arcane vengono esplorate le città-Stato gemelle Piltover e Zaun, la prima elevata geograficamente ed economicamente, la seconda sprofondata in un fiume di liquami tossici.

Nella città di Piltover si trova la famosa Accademia, diretta dal professor Heimerdinger, genio della meccanica e mentore del giovane prodigio Jayce, il quale insegue il sogno di unire scienza e magia. Il sogno del ragazzo viene però osteggiato, perché considerato molto pericoloso, ma riesce a trovare un alleato in Viktor, altro allievo dell’accademia e assistente del preside.

Nei bassifondi di Zaun invece la storia si concentra sulle vere protagoniste della serie: Vi e Jinx, due sorelle orfane a causa degli agenti della città alta e prese in custodia da Vander, barista che ha fatto loro da padre. Le vicende tendono a concentrarsi sulle due ragazze e sulla loro storia, che inevitabilmente si intreccia anche con quella degli altri protagonisti che vivono nella “parte alta” della città. Qui ci troviamo in un tempo diverso da quello delle varie lore presenti sul sito ufficiale del videogioco, per questo molte cose non coincidono o vengono spiegate in maniera diversa.

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La lore o, per dirla in italiano, l’insieme degli eventi che spiegano e raccontano elementi di un dato universo, è uno dei punti di forza di League of Legends; ogni campione ha il suo spazio dedicato, con biografia e storie annesse, capaci di appassionare anche chi non ama scendere in campo nella Landa. La decisione di raccontare la storia come una sorta di prequel, quindi, si inserisce bene in una logica di mercato dove non si va totalmente a stravolgere ciò che era già stato scritto, ma si cerca di smussare qualche angolo e prendersi delle libertà che andranno poi a coincidere con quello che i fan già conoscono e amano, ampliandone anche la narrazione. I fan di LoL erano già stati abituati ai filmati rilasciati da Riot Games per la presentazione di un campione o un dato evento del gioco, che a modo loro approfondivano questo o quel personaggio, ma qui siamo su un altro livello.

Potremmo definirla semplicisticamente la storia di due sorelle, ma c’è molto di più. Il concetto di dualità non viene solo espresso in questo tipo di parentela, ma con molti altri elementi presenti nella serie. Dalla differenza tra le due città, una ricca e l’altra povera, alla voglia di scoperta e innovazione portata avanti da Jayce e Viktor contro la razionalità e la pacatezza di Heimerdinger, e tanto altro. Non c’è solo un buoni contro cattivi, perché nel corso delle puntate si capisce in modo approfondito tutta la storia dietro ogni personaggio che abbiamo imparato a conoscere giocando online.

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Comprendiamo quindi la vera natura della pazzia di Jinx, protagonista quasi assoluta della serie. Nel corso delle puntate si vede la sua totale evoluzione e trasformazione, con un gioco narrativo che ci porta a scoprire luci e ombre di uno dei personaggi più celebri di LoL. Grazie anche a degli espedienti grafici, gli autori sono riusciti a rappresentare ciò che potremmo definire una chiara sindrome di schizofrenia con elementi di disturbo post traumatico da stress, con una precisione e maestria che raramente avevo visto in un prodotto animato. La storia di Vi invece ci viene presentata come quella della sorella maggiore che ha deciso di sobbarcarsi il peso di tutto, anche delle malefatte della sorella, da qui poi il difficile rapporto con Caitlyn e il tormento interiore che ne deriva. Di ogni personaggio vengono sviscerati i più profondi segreti e mostrati quei piccoli dettagli che riescono a renderli quasi più reali di una persona in carne e ossa. La narrazione ha basi solide e si vede proprio da come viene gestito ogni incontro e interazione tra i vari protagonisti, tutto orchestrato magistralmente dai registi Pascal Charrue e Arnaud Delord.

La Riot aveva abituato bene i suoi utenti a delle cinematic di un livello superiore rispetto a dei semplici video in CGI, ma qui, collaborando nuovamente con lo studio d’animazione Fortiche, si è surclassata. Le animazioni in uno stile a metà tra il fumetto e la computer grafica sono fluide, perfette in ogni dettaglio, uniche, precise; la commistione di questi due stili si adatta perfettamente alla storia, regalandoci scene davvero epiche. Mi hanno colpito particolarmente le espressioni facciali, così vere e capaci di trasmettere delle emozioni sincere: grazie anche a degli studiati primi piani, riusciamo a godere di tutta una gamma di emozioni che ci colpiscono dritte alla bocca dello stomaco. Anche le scene di combattimento mostrano quella fluidità che contraddistingue questo tipo di animazione, e con dei sapienti giochi di regia ci vengono presentate le mosse che i campioni usano abitualmente in game, così da far gongolare i fan.

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Arcane ha proprio tutto ciò che si poteva desiderare da una serie su League of Legends. A partire dalla sigla stratosferica composta e suonata dagli Imagine Dragons (grandi fan del videogioco), fino al più minuscolo easter egg posizionato strategicamente. Tra una sceneggiatura quasi perfetta e delle animazioni da capogiro, però, agli spettatori forse viene presentato troppo, come se dovessero già sapere di chi o cosa si parla, andando così a cozzare con l’idea primaria di far conoscere una nuova veste di LoL al grande pubblico. Tante cose tutte insieme, che funzionano alla grande, ma lasciano in alcuni momenti un po’ perplessi e spingono a farsi molte più domande di quante già ne ponga la serie stessa. Forse era questo l’intento degli autori? Considerando il cliffhanger finale, lo scopriremo nella già annunciata seconda stagione.

Un ringraziamento speciale a Netflix




Lizbeth Articoli
Come descrivermi? Sono una Wannabe, provo ad essere una: Youtuber, Scrittrice, Cuoca, Makeup Guru, Pasticcera, Cosplayer, e chi più ne ha più ne metta...

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