Deathloop (PC)

deathloop recensione

Voto:

L’arrivo di un nuovo gioco degli Arkane Studios non può che essere motivo di gioia infinita per me. La piccola casa francese, ora al soldo del colosso Microsoft, ha sempre brillato per grande qualità in tutti i suoi giochi, a partire dal lontano Dishonored – che ha riportato in auge e rivoluzionato lo stealth – fino al bellissimo diamante grezzo Prey (2017), un immersive sim che riusciva ad unire Bioshock, Dark Souls e i Metroidvania.

Le esperienze targate Arkane inoltre sono sempre state coronate da ottime espansioni, tra le quali Death of the Outsider di Dishonored o Mooncrash di Prey, che ogni volta hanno portato delle innovazioni, proseguendo in un sopraffino lavoro di game design. Ed è proprio dalle intuizioni già sperimentate in Mooncrash che quest’ultimo lavoro, Deathloop, prende vita, riuscendo ancora una volta a spingere un po’ più in alto l’asticella dell’arte videoludica.

deathloop arcade

Deathloop parte da un assunto semplicissimo: nella cittadina di Blackreef, costruita sulle coste artiche per studiare “l’anomalia“, è sempre lo stesso giorno. Infatti un loop temporale tiene “intrappolati” gli abitanti, condannati a rivivere sempre le stesse cose, in un mondo senza conseguenze ma anche senza memoria. Il protagonista Colt e la sua antagonista Julianna sono gli unici personaggi che riescono a mantenere la memoria tra i loop, ma sono guidati da ambizioni diverse. Noi dovremo riuscire a trovare un modo per spezzare il loop, mentre Julianna tenterà di fermarci. Avendo appena iniziato e tenere memoria di quanto sta accadendo, però, saranno molte le domande da porsi e gli indizi da trovare per capire come mettere fine a questo inferno in terra, e perché qualcuno voglia mantenerlo ancora in piedi.

Il gameplay, che poi è l’aspetto principale del gioco, è strutturato come un roguelite e diviso in 4 fasi della giornata: mattina, mezzogiorno, pomeriggio, sera. Dopo aver terminato queste 4 fasi si torna alla mattina e si ricomincia; essendo un loop, il bello è che ogni run servirà per acquisire conoscenza sulla mappa, i nemici e i bersagli per avvicinarsi sempre di più al completamento della missione. Nel gioco sono presenti 4 mappe differenti: Updaam, Fristad Rock, Karl’s Bay e Il Complesso, ciascuna di queste esplorabile in ogni momento della giornata, ma con cambiamenti quasi radicali in base all’orario. Una mappa che di mattina è quasi deserta può ritrovarsi ad essere un inferno di nemici – gli Eternalisti – la sera, alcune zone della mappa diventano accessibili solo durante una fase della giornata, oppure determinati personaggi possono trovarsi in una zona solo fino ad un certo orario per poi spostarsi. Questo rende le “sole” 4 mappe molto più varie di quanto si potrebbe pensare.

deathloop poteri

L’avventura di Deathloop è resa ancor più interessante dall’interconnessione tra le varie mappe e le catene di eventi generabili in un singolo loop. Seguendo i giusti indizi e scoprendo le giuste informazioni, ad esempio, è possibile entrare nella centrale elettrica del Complesso, accessibile però solo la mattina, e ridirezionare la corrente negli altri distretti, trovando così nuove zone da esplorare oppure scorciatoie e vie alternative nelle mappe. Allo stesso modo è possibile trovare codici di accesso da riutilizzare nel loop successivo o dossier su “falle di sistema” che permetteranno un approccio sempre diverso ai nostri obiettivi. Quello che bisogna fare per spezzare il loop è uccidere nella stessa giornata 8 Visionari, degli Eternalisti con poteri speciali. Non essendoci una vera e propria quest principale lineare, ma solo indizi da seguire, potremo iniziare a “studiare” i comportamenti dei Visionari nel modo che più ci aggraderà, arrivando infine a capire come fare per ucciderli il più velocemente possibile, oppure riunirli in alcuni luoghi per farlo contemporaneamente, o preparare delle trappole per fare in modo che muoiano da soli.

In tutto questo però Julianna potrà arrivare a metterci i bastoni tra le ruote, “invadendoci” (detta alla Dark Souls) nella mappa in cui ci troviamo. Lei, al contrario del nostro Colt, non può respawnare nel loop una volta uccisa (noi abbiamo 3 vite a disposizione prima di risvegliarci la mattina successiva), ma ha dalla sua parte poteri ed equipaggiamenti probabilmente più forti, oltre che il vantaggio tattico di poter cambiare volto con gli Eternalisti e sguinzagliarli alla nostra caccia. Il bello di Julianna però è che, sempre in puro stile Dark Souls, può essere sia un bot che un giocatore reale. Infatti la modalità multiplayer del gioco, seppur marginale nell’esperienza, risulta molto divertente in quanto l’invasione di Julianna aggiunge sempre quel pepe in più all’esperienza, portandoci magari ad un game over nei momenti peggiori. Se riusciremo a sconfiggerla, potremo raccogliere il suo equipaggiamento e magari lootare qualcosa di raro, come ad esempio i poteri che altrimenti si potrebbero recuperare solo dai cadaveri dei Visionari.

deathloop interfaccia

Il feeling del gunplay sembra palesemente mutuato da Dishonored, aggiungendo però la variante delle armi da fuoco, lì presenti solo con la pistola. Nonostante questo, il tutto risulta una versione migliorata della formula, molto più frenetica ed accessibile, senza sacrificare la componente stealth che qui non è più un obbligo, ma una scelta. Anche i poteri sono per la maggior parte mutuati dai precedenti giochi Arkane, ma più rifiniti e bilanciati: Traslazione ad esempio è proposta nella stessa versione di Dishonored: Death of the Outsider, mentre Vincolo qui è più bilanciata di Domino di Dishonored 2, che rendeva effettivamente il gioco fin troppo facile. Ci sono anche poteri originali come Rovina e Karnesis: il primo permette di fare più danni e il secondo di avere una specie di telecinesi per afferrare i nemici. Tutti questi poteri sono inoltre migliorabili grazie a degli upgrade che è possibile sbloccare riprendendo un potere che si ha già; le migliore dei poteri, per le quali sono disponibili due slot, possono andare dall’ampiezza della Traslazione fino al non consumare potere quando si è invisibili con Etere, oppure esplodere e fare danni dopo aver terminato l’effetto di Rovina.

L’equipaggiamento però non si limita solo ad armi e poteri, ma sono presenti anche le piastrine, delle modifiche lootabili – alcune presenti in posti fissi della mappa, altre raccoglibili casualmente come drop dei nemici – per migliorare le abilità delle armi (3 slot a piastrina) o del personaggio (4 slot). Ce ne sono di vari tipi e di vari colori, dal bianco al viola, che ne variano la potenza degli effetti. Anche l’arsenale, già vario di suo, presenta varianti di armi con rarità dal bianco al viola, oltre ad armi speciali, di rarità gialla, uniche nel loro genere e guadagnabili attraverso “indizi” secondari, loot dei Visionari o risolvendo enigmi e minigiochi piazzati nella mappa. Le armi funzionano benissimo e non fanno sentire il peso di un diablo system ormai abusato nei videogiochi, risultando perfettamente bilanciate. Quello che invece è meno bilanciato è il sistema delle piastrine, perché non si ha mai molta scelta su quelle da utilizzare e alcune sono veramente essenziali, come quella che permette il doppio salto.

deathloop shooting

L’aspetto più interessante che concerne l’equipaggiamento è come questo viene “salvato” tra un loop e l’altro. Andando avanti con la trama e con gli indizi si potrà sbloccare l’infusione, una pratica che prevede la raccolta di residuo dell’anomalia esplorando la mappa, oppure uccidendo i Visionari e Julianna, per infonderlo negli oggetti da mantenere tra i loop. Ovviamente oggetti più rari richiederanno più residuo per l’infusione, obbligandoci così ad una scelta forzata tra il loot della partita.

In ogni caso ciò che sorprende maggiormente di Deathloop sono l’accessibilità e l’immediatezza: è possibile fare tranquillamente una partita affrontando solo una fase della giornata, ma sentirsi comunque soddisfatti dei progressi. Così facendo il gioco non richiede ore e ore di sessioni per ingranare o appagare, come poteva essere per Prey.

deathloop colt julianna

Deathloop è un gioco fantastico, merita un posto tra i contendenti al GOTY e sono certo che conquisterà dei premi almeno per la migliore direzione artistica, da sempre il fiore all’occhiello delle produzioni Arkane. Qui è stata ideata una fantascienza retrofuturistica anni ’70 con un design originalissimo di armi, tecnologie e architettura, ma anche una colonna sonora fatta di un misto free jazz/fusion, sempre anni ’70, in tema con la follia narrativa del titolo. La narrazione è infatti molto improntata sulla commedia, segue uno stile di scrittura che ricorda molto le opere Obsidian come The Outer Worlds o Grounded, con dei dialoghi e dei personaggi schizzati e assurdi, che rendono il titolo ancora più piacevole da giocare.

L’unica nota realmente negativa di Deathloop è la sua ottimizzazione per PC, dal momento che anche su una 3080 e un 5900x non riesce a girare perfettamente a causa del Denuvo, che miete ancora vittime. Non siamo ai livelli di ingiocabilità di Dishonored 2, ma è davvero un peccato, soprattutto per quanto riguarda le recensioni Steam crollate a picco per questo motivo. Il gioco comunque è uno dei più originali e divertenti degli ultimi anni, a riprova ulteriore del talento del team francese che, a questo punto, meriterebbe davvero un riconoscimento ufficiale che gli doni lustro agli occhi del grande pubblico, facendo incassare anche chi, nell’ambito videoludico, ha ancora ottime idee.

Un ringraziamento speciale a Labcom e Bethesda

Lorexio Articoli
Professare l'eclettismo in un mondo così selettivo risulta particolarmente difficile, ma tentar non nuoce. Qualsiasi medium "nerd" è passato tra le sue mani, e pur avendo delle preferenze, cerca di analizzare tutto quello che gli capita attorno. Non è detto che sia sempre così accurato però.

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