The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo

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Con il primo The Conjuring del 2013, James Wan – già regista del primo Saw – aveva dimostrato come si potesse creare un horror basato su spiriti ed esorcismi che non fosse né la copia carbone del capolavoro di Friedkin, né un’accozzaglia di scene randomiche piene di jumpscare solo per far saltare il pubblico dalla poltrona.

Il primo capitolo era sì derivativo, ma lo era consapevolmente, e riusciva a delineare una storia ricca di spunti interessanti, con una regia veramente ottima – basti pensare al primo piano sequenza per descrivere la casa infestata – e degli effetti speciali analogici ben dosati. Anche il secondo, seppur ancora più derivativo in quanto sequel, grazie alla regia di Wan riusciva ad essere un buon film, che aveva il pregio, come il primo, di andare direttamente al punto, essendo secco e asciutto nella sua realizzazione, senza sbrodolamenti di VFX o regia.

Purtroppo questo terzo capitolo ufficiale – di quello che ormai è diventato il primo universo condiviso horror – si avvicina molto di più al livello qualitativo degli spin-off della saga (quali Annabelle e The Nun), risultando solo un’occasione sprecata.

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Il soggetto, ideato da James Wan, poteva essere molto interessante alla base, anche se non si sarebbe dovuto utilizzare per un horror “puro”. La trama prende spunto da uno dei veri casi dei demonologi Ed e Lorraine Warren (i protagonisti degli altri film), risalente al 1981, nel quale per la prima volta in America venne usata in tribunale la difesa per “possessione demoniaca“. Partendo da questo fatto di cronaca, si sarebbe potuto sviluppare un ottimo dramma giudiziario, nel quale far confrontare i due demonologi con varie autorità scientifiche, incentrando tutta la narrazione sulla “giustizia” americana, ma purtroppo non è così. La parte al tribunale svanisce dopo la prima mezz’ora di film, lasciando il posto a un normalissimo horror basato sulla ricerca di indizi e pieno zeppo di jumpscare e scene dell’orrore create sempre con i soliti cliché.

Purtroppo qui alla regia non abbiamo il creatore del franchise, bensì Michael Chaves, già regista del giustamente massacrato La Llorona – Le lacrime del male, horror commerciale e innocuo sulla stessa linea di tanti altri prodotti che offrono solo uno spavento facile. Il film purtroppo è pomposo in tutte le sue parti, a partire dagli effetti speciali – tutti rigorosamente in computer grafica e che, nella maggior parte dei casi, ammazzano l’immedesimazione – presenti fin dalla prima scena d’esorcismo in una sovrabbondanza diabetica, rendendo il film più vicino ad un cinecomic come X-Men: Dark Phoenix che ai primi The Conjuring.

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La regia di Chaves è schizofrenica e, anche qui, pomposa in tutte le sue scelte, che si tratti dell’ispirazione all’horror della new wave – il primo Conjuring poneva le sue basi in quell’epoca da sottili scelte di regia, mentre qui lo capiamo dal palese “ricalco” di una scena dell’Esorcista – o della direzione da far prendere alla storia. I personaggi vengono fatti involvere completamente per “spiegare” il loro passato, dare una lezione morale a livello “teen drama” e concludere nel modo più tamarro possibile – un tavolo rituale distrutto con un martello da demolizioni – una storia che fin troppo vuole mostrare e ostentare, quando il punto di forza dei primi due film stava proprio nel suo non detto.

Nel cast, oltre ai sempre bravi Patrick Wilson (Ed Warren) e Vera Farmiga (Lorraine Warren), troviamo anche uno sprecatissimo John Noble, costretto dal poco screen time ad essere il classico personaggio misterioso e cupo degli horror che, più che rispondere alle domande, genera solo ulteriore confusione. Confusione che inoltre regna sovrana durante tutta la visione, in quanto la trama vuole utilizzare delle forze magiche le cui regole sono state stabilite in altri film, ma senza ricordarsene (un esempio può essere il potere di chiaroveggenza di Lorraine che diventa la telepatia del Dottor Xavier). Anche nel finale, la “strega cattiva” viene sconfitta senza una reale motivazione, come se bastasse distruggere il suo altare per impedirle di continuare ad esercitare i suoi incantesimi.

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The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo purtroppo è una grandissima delusione, la riprova del fatto che un blockbuster horror è la morte se lasciato in mano a persone che non hanno la sensibilità giusta per certi tipi di storie, e che probabilmente si ritroverebbero meglio a dirigere film d’altro genere, in cui l’opulenza visiva non è un male. Rimane quindi il rammarico per quella che poteva essere un’ottima trilogia, ma soprattutto un ottimo soggetto sfruttato nel peggiore dei modi.

Un ringraziamento speciale a Warner Bros.




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Professare l'eclettismo in un mondo così selettivo risulta particolarmente difficile, ma tentar non nuoce. Qualsiasi medium "nerd" è passato tra le sue mani, e pur avendo delle preferenze, cerca di analizzare tutto quello che gli capita attorno. Non è detto che sia sempre così accurato però.

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