Labirinti vol.1 – La nuova trilogia di Charles Burns

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Penso di parlare a nome di molti quando dico che ricordare l’adolescenza è come rivivere la sceneggiatura di un film horror. Tu sei lì, con un gruppo male assortito di amici, e di punto in bianco ti ritrovi a scappare da qualcosa/qualcuno che hai visto solo di striscio e non hai capito neanche bene cos’è, figuriamoci se hai idea di come farai a seminarlo. Ecco, Charles Burns è un autore capace di evocare quell’atmosfera di spaesamento, inadeguatezza e inesprimibile tensione e desiderio, e allo stesso tempo di concedere un distacco che, durante la lettura, ci è di sollievo.

Burns è autore di titoli che hanno segnato almeno due generazioni di lettori come Black Hole e la trilogia della fondazione (Skin Deep, El Borbah e Big Baby), nonché di tante copertine di album legati alla scena rock/pop alternativa degli anni ’90 (Sup Pop Records e Iggy Pop in primis), segnando altrettante generazioni di ascoltatori. Ha spesso trattato i temi della sessualità e dell’adolescenza nei suoi fumetti e forse, per i lettori che l’hanno vissuto appieno, la sua inconfondibile estetica sarà per sempre legata ai suoni e ai colori della propria adolescenza.

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Labirinti vol.1 (Coconino, 2020) è il primo volume di una nuova trilogia firmata Burns, incentrata sulla vita interiore, immaginata e reale, di un disegnatore alle prime armi chiamato Brian, e di una ragazza attratta dalle velleità artistiche e dalla cupa genialità di lui, Laurie.

La conoscenza tra i due è ancora agli inizi ed è piena di imbarazzo e di ansie emblematiche dell’età, ma è della vita interiore di entrambi che sono pervase le tavole, enormi pagine con vignette che scorrono come su una pellicola, riempite da campiture piatte e surreali, che intrecciano gli onirici disegni tracciati da Brian con scene tratte da b-movie cult e con il vissuto dei protagonisti. L’immersione nel dedalo cerebrale dei due ragazzi, di lui in particolare, è felicemente supportato dalle grandi dimensioni del volume cartonato (21×29,7 cm), che apre ogni pagina a una lettura avvolgente e totalizzante.

Le due realtà parallele della vita interiore e di quella “reale” sono così intersecate e indistinguibili che la prima immagine che abbiamo di Laurie, che diventerà Musa assoluta dell’universo artistico di Brian, è filtrata dalla fantasia del ragazzo, che ce la presenta mentre si aggira guardinga nelle lande della sua mente. Anche la prima vignetta che porta in scena Brian lo presenta attraverso un autoritratto intitolato “Tostapane cromato“, in cui lui stesso si disegna con le fattezze di un cervello extraterrestre, specchiandosi nel riflesso metallico di un tostapane, autorappresentazione che molto ricorda gli esperimenti percettivi di Escher.

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I cambiamenti del proprio corpo di adolescente vengono esplorati da Brian attraverso la produzione artistica, cinema e disegno in particolare. Le ragazze ormai inerti uccise nei film horror (una delle sue passioni) si lasciano osservare in tutta la loro nudità e innocenza dagli occhi avidi di Brian, per il quale l’universo femminile è ancora una razza aliena incomprensibile e con la quale è difficile comunicare.

Al contrario, Laurie è molto spigliata nei confronti dei ragazzi, ma guarda con uguale curiosità quell’essere enigmatico che è Brian, un teenager timido che si esprime solo attraverso i propri disegni e la propria arte. Il candore e la curiosità di Laurie, assieme ai suoi fiammeggianti capelli rossi, la rendono il prototipo perfetto della protagonista del film horror che Brian sta sceneggiando, e che porterà alla luce molto più di una fantasia di delitto. Laurie inizierà a far parte della vita di Brian, attirata dal magnetismo eccentrico e anticonvenzionale di lui, ma farà parte anche anche del suo universo immaginario, tanto da confondere finzione e realtà nella testa dell’artista in erba, e rischiare di perdersi nei suoi labirinti.

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Questo primo volume della trilogia lascia molto in sospeso, anzi, possiamo dire che la storia di Brian e degli universi che popolano le sue fantasie è a malapena iniziata, ma leggere Burns non significa tanto seguire una storia, una trama, quanto esplorare il proprio universo interiore, risvegliare mostri, passare il dito su cicatrici, tanto da chiedersi se quella che proseguirà nel secondo volume sarà la storia di Brian o la propria.

Un ringraziamento speciale a Coconino Press

🎵 Ecco una playlist per immergersi negli anni ’90 di Charles Burns:

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