Stranger Things – stagione 3

stranger things stagione 3 artwork
Questo articolo è stato aggiornato il 7 Luglio 2022

Voto:

Con Stranger Things i fratelli Duffer devono comportarsi come esperti funamboli, mantenendo concentrazione ed equilibrio sempre al massimo per non precipitare tra le banalità e il citazionismo fine a sé stesso. Ad ogni nuova stagione l’esercizio si fa più difficile, perché camminare semplicemente sul sottile filo della nostalgia non basta più per sorprendere il pubblico, sono costretti ad aggiungere salti, piroette, numeri di giocoleria e questo rischia di portarli allo sfinimento.

Per quanto mi sia piaciuta molto, nella seconda stagione della serie Netflix sembravano già esserci alcuni segni di cedimento che mi hanno fatto temere per la terza. Dovevo avere più fiducia. Non so come sia possibile, ma la terza stagione di Stranger Things, sempre mantenendosi pericolosamente in equilibrio su un precipizio, è riuscita persino a sfiorare il livello della prima.

stranger things 3 billy

La porta tra i due mondi è stata chiusa, ma la minaccia del Mind Flayer incombe ancora su Hawkins. Com’è possibile? La risposta ce l’aveva già lasciata intendere Will nei trailer: “se non fosse mai andato via? Se l’avessimo chiuso fuori con noi? Vorrà attaccarsi di nuovo a qualcuno”. Grazie a questo escamotage, la serie torna a proporci la stessa minaccia, seppur in una forma nuova e decisamente più grottesca. Il bello è che non si percepiscono forzature e a differenza della scorsa stagione manca anche quella leggera sensazione di déjà-vu (stavolta hanno lasciato Will in pace, più o meno). Tutto risulta ancora una volta come la naturale evoluzione degli eventi accaduti un anno prima.

Il salto temporale infatti non è grande, ci troviamo nell’estate del 1985, eppure sono comunque cambiate tante cose, a partire dai giovani protagonisti che sono cresciuti in tempo reale con la serie. Non a caso, uno degli argomenti più interessanti con cui abbiamo a che fare è la crescita: viene rappresentata ottimamente l’adolescenza, quella fase della vita in cui gli interessi cambiano e assieme ad essi i rapporti con i nostri amici d’infanzia. Mike e Lucas ad esempio pensano quasi solo alle ragazze, ignorando Will che (visti anche i trascorsi) è rimasto ancora un po’ bambino e vorrebbe solo giocare. Il discorso della crescita però viene affrontato anche per il passaggio all’età adulta vera propria, mostrandoci Steve, Jonathan e Nancy alle prese con il mondo del lavoro, che soprattutto per Nancy si rivela piuttosto ostico considerando l’epoca.

stranger things 3 robin steve dustin

Lo sviluppo dei personaggi è portato avanti in maniera estremamente coerente, è possibile cogliere appieno ogni aspetto del loro carattere e nulla di ciò che dicono e fanno risulta mai fuori luogo. È interessante anche vedere come sono evoluti alcuni rapporti come quello tra Hopper e Eleven ora che sono padre e figlia. I Duffer inoltre si sono divertiti a cambiare un po’ le carte in tavola dividendo per quasi tutto il tempo i protagonisti in più gruppi, tra i quali spicca quello formato da Dustin, Steve, Erica e Robin. Erica è la sorella minore di Lucas, l’avevamo già incontrata nella stagione 2 e qui è stata promossa ad un ruolo di primo piano in cui possiamo apprezzarla in tutta la sua sfacciataggine; Robin invece è la collega di lavoro di Steve, un’ottima new entry capace di rubare spesso la scena con il suo carisma (tra l’altro piccola curiosità: è interpretata da Maya Hawk, figlia di Uma Thurman e Ethan Hawke).

Ho amato il lavoro compiuto a livello di scrittura su questa stagione, perché nonostante ci siano svariati cliché anni ’80 (voluti) e la trama nel complesso non sia la cosa più originale del mondo, funziona tutto in maniera straordinaria. Stranger Things sin dal suo debutto ha avuto la capacità di replicare alla perfezione la formula delle avventure per ragazzi che hanno segnato la storia, e anche in questi 8 nuovi episodi non mancano divertimento, tensione, dramma, azione e un pizzico di romanticismo adolescenziale, non ci si annoia mai. Nota di merito alla componente horror che ho trovato leggermente più marcata rispetto alla volta scorsa.

stranger things 3 mostro carne

Ovviamente aspettatevi le consuete secchiate di citazioni. Dal momento che siamo a luglio del 1985 al cinema proiettano Ritorno al Futuro (o “quel film con la DeLorean e Alex P. Keaton che prova a farsi la madre”, come direbbe Steve) e Day of the Dead di Romero, inoltre c’è uno dei cattivi che è una citazione ambulante di Terminator. Questi sono alcuni dei riferimenti più palesi, la lista è molto più lunga di così e lascio a voi il piacere di scoprire gli altri, d’altronde la “caccia agli easter egg” fa parte del divertimento offerto dalla serie.

In quanto al resto, devo dire che gli effetti visivi sono migliorati sensibilmente, la regia di alcuni episodi presenta dei tocchi classe non indifferenti e mi è piaciuto molto il lavoro di montaggio svolto su tutta la stagione.

stranger things 3 starcourt

La terza stagione di Stranger Things è stupefacente, non pensavo che una serie del genere potesse arrivare fino a questo punto senza rimetterci in qualità, e non mi spiego come faccia ad apparire ancora fresca nonostante si basi su molti elementi presi in prestito dal passato.

Spero di poter dire lo stesso anche della quarta stagione, che sarà la penultima. Il finale di questa stagione fa un po’ storcere il naso, ma stavolta attenderò il seguito con più serenità: credo che i fratelli Duffer sapranno dare una risposta valida a quella che sembra una storia infinita.




     

    RocketSimoon Articoli
    Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

    Commenta per primo

    Lascia un commento

    L'indirizzo email non sarà pubblicato.


    *