The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition (PC)

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Ricordo con malcelata nostalgia il lontano 11 novembre 2011. Ero al mio primo anno di università e da mesi, ogni volta che arrivavo nella grigia stazione ferroviaria, il megaschermo pubblicitario mi accoglieva con lo stesso, meraviglioso filmato: un uomo con un’armatura fantasy e vagamente medievaleggiante/vichinga che si muoveva solitario in un villaggio avvolto dalla neve, attorno a lui solo gente in fuga e all’improvviso dal cielo un enorme drago sputafuoco. A prima vista la più classica delle immagini con le quali chiunque con un’infanzia vagamente felice ha avuto a che fare, la solita solfa, bla bla bla. Poi arrivarono i primi video di gameplay, le prime immagini e il mio cuore cominciò a battere al ritmo di tamburi.

Skyrim era infine giunto!

L’epicità di questa scena mi fa ancora venire i brividi.

Quinto capitolo della prestigiosa saga di The Elder Scrolls, gioiellino di casa Bethesda, era stato il gioco ad aver creato più hype in assoluto già dalla sua presentazione all’E3 di quell’anno. Le premesse erano da acquolina in bocca: un’ambientazione vasta e totalmente esplorabile, una grafica mozzafiato, una personalizzazione in grado di catapultarci direttamente nel gioco e draghi…tonnellate di colossali draghi sputafuoco. Bethesda sembrava aver mantenuto fede alle speranze riposte dai giocatori in un novello Morrowind (terzo capitolo della serie e pietra miliare del mondo dei videogame) e in un degno successore a Oblivion (il quarto capitolo, nonché il mio portale d’accesso a questo universo videoludico).

Due anni e tre DLC dopo, Bethesda decide di immettere sul mercato la Legendary Edition, aggiungendo al gioco originale tutte le espansioni (nello specifico Dawnguard in cui è possibile approfondire la vita da vampiro, Heartfire con la quale costruire una casa dei sogni a misura di Sangue di Drago e Dragonborn che ci porta sull’isola vulcanica di Solstheim a combattere un antico male) unite a un nuovo livello di difficoltà e a nuove animazioni e abilità.

Il gioco ebbe un enorme successo, creando una nuova stella nell’astro dei videogiochi. Le vendite per console raggiunsero vette mai viste e su PC si venne a creare un fiorente mondo di mod che, se in alcuni casi miravano a correggere gli ahimè numerosi bug presenti nel gioco o ad aggiungere nuove funzioni, dall’altro spesso si rivelavano ridicole ed esilaranti (ricordiamo la mod che trasformava i draghi in trenini o quella che rendeva i polli delle vere e proprie bombe).

Con l’avvento delle console di nuova generazione e l’evoluzione delle componentistiche per PC, una domanda sorse spontanea: si sarebbe mai vista una nuova versione di questo capolavoro?

Ebbene dopo anni di petizioni e petizioni, il 13 giugno di quest’anno le preghiere dei fan sono state esaudite, con l’annuncio all’E3 di The Elder Scrolls V: Skyrim Special Edition. La nuova versione del gioco è stata infine rilasciata il 28 ottobre su Xbox One e PS4 a prezzo di vendita standard, mentre gli utenti PC in possesso della Legendary Edition hanno potuto ottenerla gratuitamente.

“Ha sempre un ché di magico il tramonto sul fiume” disse prima di finire incenerito dal drago.

La trama a prima vista potrebbe sembrare banale: ci troviamo duecento anni dopo il quarto capitolo che ha visto il mondo invaso dall’esercito del principe daedrico Mehrunes Dagon e nella regione settentrionale di Skyrim infuria la guerra civile: l’impero, ormai ripresosi dalla crisi, per cercare un accordo con gli alti elfi decide di bandire il culto di Talos, mortale assunto a divinità, ma si scontra con la fazione dei Manto della Tempesta e il loro leader Ulfric, Jarl della città di Windhelm, che rifiuta di sottomettersi. Tutto questo passa in secondo piano quando l’apparizione di Alduin, il crudele signore dei draghi, riporta in vita un antico terrore. Come al solito toccherà a noi imbarcarci in un’avventura pressoché infinita per salvare il mondo a colpi di spada e magie.

La formula di Skyrim è piuttosto semplice: lasciare al giocatore un mondo vasto e piacevole da esplorare a suo piacimento, circondarlo di personaggi secondari con una loro intelligenza e un numero pressoché infinito di missioni più o meno secondarie da intraprendere a seconda del proprio stile di gioco. Nei panni del Dovahkiin o Sangue di Drago, il giocatore può scegliere tra un discreto numero di razze (dieci per la precisione) ognuna con pregi, difetti e caratteristiche che potranno essere sviluppate in base allo stile di gioco scelto (non c’è cosa più bella di un nerboruto orco che lancia incantesimi o di un gracile elfo ammantato in un’armatura da cavaliere che rotea un’ascia bipenne) e che si orienta su tre grossi percorsi: forza bruta, magia o furtività. La particolarità di questo capitolo risiede nell’introduzione degli urli, potenti capacità magiche che richiedono l’apprendimento di mistiche parole del potere, in grado di rendere il protagonista in grado di abbattere i draghi che ricoprono il ruolo di boss.

I believe I can fl…WHOOSH!

Vi starete chiedendo cosa ci sia di speciale in questa Special Edition (il gioco di parole è voluto)…

Raccogliendo dati dalle mod più utilizzate nella versioni precedenti e adattandoli ai nuovi hardware e software, Bethesda ha implementato delle notevoli migliorie grafiche rispetto all’origine. Oltre ad un prevedibile aumento della risoluzione delle texture, gli sviluppatori hanno migliorato l’illuminazione di gioco rendendola più realistica e migliorando anche la qualità e la resa delle fonti di luce ambientali con l’introduzione dei cosiddetti “Volumetric god rays“. Inoltre per rendere il tutto ancora più realistico e cinematografico, è stato migliorato l’HUD di gioco rendendolo a scomparsa e implementato un campo visivo dinamico regolabile in grado di sfocare gli oggetti nello sfondo e migliorare la resa di quelli in primo piano. Tutte queste migliorie hanno permesso di prendere un gioco ormai vecchio di cinque anni e di portarlo ad una qualità video accettabile per gli standard videoludici attuali senza alterarne l’atmosfera e il gameplay ma, anzi, rendendolo ancora più bello e intrigante. A livello di performance, il gioco ha fatto passi da gigante arrivando ad una risoluzione nativa di 1440p e raggiungendo una velocità di aggiornamento stabile sui 60 fps con la possibilità, hardware permettendo, di giocare a risoluzioni maggiori fino a 4k.

Anche in questa versione troviamo il supporto per mod (e meno male!) accessibili direttamente da uno store gratuito in game e non più dallo Steam Workshop, cosa che permette di risparmiare un sacco di tempo. Ora vi starete chiedendo: perché se il gioco è così bello e accattivante dovrei voler aggiungervi delle mod? Molto semplicemente perché, per quanto si tratti di un mondo di gioco vasto e ricco di cose da fare, spesso si sente il bisogno atavico di “avere di più”. Ad esempio, data la natura nordica dell’ambiente di gioco, potrei trovare strano che il mio personaggio se ne vada a nuotare in un lago ghiacciato in mutande senza il rischio di morire assiderato. Oppure potrei trovare strano che in un paese preda della guerra civile non si vedano battaglie tra soldati, pattuglie armate o fortificazioni lungo le strade. Quindi è per questo che entrano in gioco le mod: permettono al giocatore di plasmare il mondo di gioco secondo le loro esigenze personali e di giocatore e, perché no, anche di concedersi qualche piacevole distrazione (sappiamo tutti che andrete subito a cercare qualcosa che renda i vestiti femminili più sexy, non vi preoccupate). Insomma grazie alle mod potrete rendere il gioco irriconoscibile ai limiti del ridicolo oppure creare un’esperienza realistica e immersiva dalla quale non riuscirete più ad uscire (ogni tanto fatela qualche pausa per mangiare e lavarvi, però!).

Ok…qualcosa è chiaramente sfuggita di mano qui!

Ora sorge spontanea una domanda: se le mod possono influire in maniera così positiva sul gioco, perché dovrei acquistare questa versione e non quella precedente? Semplice, le mod (ricordiamo essere il lavoro di programmatori amatoriali) che vanno a modificare la grafica di gioco come illuminazione e texture, sebbene bisogna ammettere apportino modifiche di qualità di gran lunga superiore a quelle applicate dagli sviluppatori, hanno come effetto collaterale un grosso impatto sulle performance di gioco e possono causare grossi cali di framerate che rovinerebbero l’atmosfera. Non è bello quando state correndo nudi per la città inseguiti dalle guardie dopo aver rubato un dolcetto a un bambino con una velocità tale da fare invidia a Quicksilver e non appena mettete il piede fuori dai cancelli vi trasformate in una raccolta di diapositive di Zia Cettina di ritorno dalle vacanze. Avere quindi una base di partenza che presenti già una discreta resa grafica, risparmierebbe non poca fatica al vostro povero pc e alla vostra scheda grafica e lasciarvi tranquillamente sfrecciare sul vostro scintillante My Little Pony rosa indossando un’armatura fatta di palloncini e brandendo la spada di qualche eroe di anime giapponese mentre andate ad affrontare un minaccioso e pericoloso…trenino giocattolo!? Dico sul serio, ragazzi! Qualcuno lo ha fatto per davvero…ehm..un amico di mio cugino…non di certo io.

Tirando le somme, la Special Edition di Skyrim potrà anche non aver colpito i fan storici della serie con le sue migliorie ma di sicuro ha attirato la nuova generazione di giocatori verso questo caposaldo del mondo videoludico e di sicuro saprà comunque regalare numerose ore di divertimento.

Quindi afferrate la vostra ascia, preparate i vostri incantesimi o avvelenate le vostre armi perché il mondo là fuori è pericoloso e io di certo non voglio che smettiate di essere avventurieri per una freccia nel ginocchio.

Fus Ro Dah a tutti!!!




    Asmael Articoli
    Chiamatemi Asmael. Sono un impiegato di decimo livello al servizio del Nerdiavolo e sono stato mandato sulla terra a studiare gli usi e costumi di voi mortali. Amo i videogiochi, il ramen, la birra e tutte le cose strane e deviate che definite "Nerd".

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