It Follows

Voto:

Acclamato come uno dei migliori horror apparsi recentemente sul mercato internazionale, It Follows giunge nelle sale italiane solamente due anni dopo la sua reale uscita statunitense, avendo lasciato dietro di sé una scia cospicua di critiche positive nei diversi festival in cui è apparso. Curioso esperimento quello di David Robert Mitchell – giovane regista alla sua seconda esperienza – che riesce nell’intento apparentemente impossibile di coniugare lo stile classico del cinema dell’orrore con un tentativo riuscito di attualizzazione delle sue tematiche. Prendere con le pinze le reazioni entusiaste di gran parte della critica cinefila è d’obbligo, soprattutto quando entra in campo un parziale ritorno stilistico alle origini del genere, poiché il conservatorismo non è mai buona cosa in un ambiente che dovrebbe fare della creatività e dell’originalità il suo punto di forza, tuttavia Mitchell trova un sentiero inesplorato e lo percorre con sicurezza, lasciandosi alle spalle ogni preconcetto sul possibile prodotto finale e permettendoci di fruire di un’opera priva di sbavature, sia in scrittura che in fase realizzativa.

Jay, diciannovenne all’apparenza spensierata, si ritrova ad un appuntamento con Hugh e nel momento clou della serata si ritrova anestetizzata dallo stesso. Al suo risveglio, costretta dai lacci su di una sedia a rotelle abbandonata in un parcheggio, viene informata dal ragazzo sul suo nuovo status: con l’atto sessuale appena consumato, è stata contagiata da una “cosa” che inizierà a perseguitarla, come accaduto in precedenza allo stesso, finché non si ritroverà ad interrompere tali visioni con un nuovo partner a cui trasmetterla. Jay si ritroverà alle prese con qualcosa di immateriale ed impossibile da combattere, se non unendosi in forza ed astuzia al suo gruppo di amici, pronta a supportarla in ogni tentativo di rivalsa contro l’entità, all’apparenza impossibile da scacciare.

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Il mistero che avvolge le costanti ed insistenti visioni che accompagnano il contagio di Joy è ben congegnato, la tensione si accumula poco alla volta e It Follows, piuttosto che spaventare con gli abusati jump scare di matrice sonora e visiva, lascia lo spettatore immerso in una spasmodica attesa per l’arrivo dell’entità, consentendogli di scrutare l’oscurità in cui si è nascosta, assaporare gli sguardi terrorizzati dei protagonisti ed escogitare con loro soluzioni con cui ripararsi, almeno momentaneamente, dall’ignoto che perseguita Joy. L’ignoto che si rivela metaforico oltre ogni attesa, un contagio di natura sessuale facilmente rintracciabile nella medicina contemporanea, una paura sconosciuta che fa il verso ad una molto più calata nella realtà quotidiana, con l’unica scappatoia possibile che si ravvisa nel “lasciare” l’entità in eredità ad un nuovo, malcapitato, partner sessuale. Il film-maker gioca in fase di scrittura con questa metafora, abbattendo i tòpoi classici del genere ed inventando soluzioni registiche inusuali che gli permettono di elevarsi dalla media di produzioni similari. Il senso di colpa si annulla, di fronte all’insistente presenza dell’istinto di sopravvivenza e gesti privi di morale divengono normali, usuali.

La camera si muove silenziosa lungo i freddi e deserti viali cittadini della campagna americana, rivelandoci l’orrore iniziale con un piano sequenza particolare che, dall’abitazione di una ragazza, continua a seguire la protagonista della sequenza sino alla spiaggia, prima avvisaglia di uno stile registico che nei minuti successivi darà il meglio di sé, pur restando nei binari del classico. Suspense e creatività sono le due colonne portanti delle sequenze maggiormente riuscite della pellicola, ovvero il risveglio sulla sedia a rotelle di Joy e la sua caccia alla “cosa” in piscina; se nella prima scena la soggettiva frontale alla ragazza ci cala senza riserve nel buio in cui avviene il primo contatto con l’entità, atterrendoci e scuotendoci nei nervi unitamente al movimento della sedia dove siede Joy, nella seconda ci lascia con il fiato trattenuto nella lunga battaglia a colpi di elettronica che si gioca a pelo d’acqua.

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Accompagnati durante la visione da una colonna sonora che sarebbe potuta diventare anch’essa un classico, con i suoi toni malinconici e il suo ritmo allentato, It Follows rappresenta una divagazione del tutto riuscita sulla tematica demoniaca, pur presentando elementi di chiaro rimando a lavori ad esso antecedenti. Lasciare il fruitore sia occasionale che assiduo di horror in questo stato di costante disagio è cosa rara, unire un cast così in gamba ad una fotografia dai toni cupi da brivido e ad uno script quasi sempre solido – eventuali asincronie dovute a visioni presenti anche nel momento in cui la maledizione passa di persona in persona e non scompare del tutto dal suo primo contagiato passano in secondo piano – è lavoro di alta classe e Mitchell sembra aver ben compreso la lezione impartita dai maestri di genere. Classicizza una modernizzazione del genere, in un’operazione di déjà-vu nostalgico, distaccandosi dalla storia narrata e lasciando fluire gli eventi indipendentemente dai movimenti di camera, donando ampio respiro con le lunghe carrellate e la steady, mostrandoci la vera faccia dell’orrore senza spiattellarcela inutilmente in faccia, ma lasciandocela scoprire gradualmente, creando apprensione e tensione costante, come solo i registi dalla navigata carriera farebbero.

https://www.youtube.com/watch?v=f92P688jx9U

Fulcho Articoli
Cinefilia o cinofilia? Non ancora riesco a distinguere. So solo che amo il cinema, con tutto me stesso e non posso vivere senza. Toglietemi tutto, ma non la mia pellicola.

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