Life is Strange (PS4)

life is strange recensione ps4

Voto:

Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Life is Strange è un’opera che come poche riesce a far comprendere questo concetto appartenente alla teoria del caos. Le nostre vite sono l’insieme di tante piccole e grandi scelte quotidiane, a volte basta un solo istante per stravolgere tutto… ma che accadrebbe se ci fosse concesso di tornare indietro e cambiarle?

Max Caulfield è una ragazza di 18 anni con una grande passione per la fotografia, appena trasferitasi ad Arcadia Bay, in Oregon, per frequentare la prestigiosa accademia d’arte e scienze Blackwell. Un giorno, recatasi nei bagni della scuola al termine di una lezione, assiste per caso all’omicidio di una ragazza e da qui le cose iniziano a farsi strane, perché quest’evento terribile innesca in lei il potere di riavvolgere il tempo, che le permette di tornare indietro e salvare la vita della ragazza. Nel frattempo, comincia ad avere visioni catastrofiche di un gigantesco uragano diretto verso la città.

Per buona parte delle fasi iniziali di gioco accadono cose più o meno gravi che, seppur interessanti, fanno apparire la storia come un teen drama con elementi sovrannaturali e non molto di più, ma non è altro che la quiete prima della tempesta, perché man mano che andrete avanti verrete trascinati in una spirale sempre più intensa di emozioni e inaspettati colpi di scena che vi lasceranno a bocca aperta.

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Life is Strange è un gioco inizialmente pubblicato ad episodi, 5 in totale che compongono l’intera stagione. Proprio come una serie tv. All’inizio di ogni nuovo episodio ci sarà quindi il recap di quelli precedenti e alla fine un cliffhanger, non stupisce dunque che lo stile di gioco adottato sia quello dell’avventura grafica. Si segue leggermente la falsariga dei punta e clicca per via di comandi come “guarda”, “usa”, “parla” che ci daranno la possibilità di interagire con ambiente e persone, sia ai fini dell’avventura che per soddisfare semplicemente la propria curiosità, ma gli elementi sono sempre evidenziati molto bene e non costituiscono mai una sfida per il giocatore. L’impianto generale infatti vira molto di più verso lo stile cinematografico tanto caro ai Quantic Dream (sviluppatori di Beyond: Two Souls ed Heavy Rain), ma a parer mio i ragazzi di Dontnod sono riusciti a reinterpretarlo e farlo funzionare meglio di quanto mai fatto prima d’ora.

Le meccaniche di gioco sono principalmente basate sull’effettuazione di scelte e sulla possibilità di riavvolgere il tempo. Le scelte in Life is Strange hanno un’importanza cruciale, poiché ognuna di esse avrà un impatto più o meno pesante sullo svolgimento della storia e quando ciò avviene il gioco ci avviserà con l’icona di una farfalla e la scritta “quest’azione avrà delle conseguenze“. Saranno questi i momenti in cui potremo eventualmente decidere se riavvolgere e modificare la nostra azione o la nostra conversazione in favore di un’altra che riterremo più opportuna, ma non sempre ci sarà concesso, anche perché l’uso del potere indebolisce Max e ci saranno momenti in cui il gioco ci metterà alle strette dandoci solo una possibilità, dalla quale a volte può dipendere anche la vita o la morte di un personaggio, con tutte le conseguenze del caso: la sensazione che si ha è quella di avere completamente in mano le redini della trama.

Alla fine di ogni episodio ci verranno mostrate anche delle statistiche riguardanti le scelte degli altri giocatori di tutto il mondo, una caratteristica che ho trovato molto carina e interessante. A parte questo poi ci saranno alcuni piccoli enigmi da risolvere, ma sempre piuttosto semplici e credo servano più che altro ad offrire dei momenti di puro gameplay che aiutino il giocatore a sentirsi maggiormente coinvolto. Non che nelle meccaniche di scelta non ci sia coinvolgimento, anzi, ma stiamo parlando di un tipo di gioco in cui effettivamente per molto tempo dovremo semplicemente premere un pulsante per effettuare una decisione, se non addirittura restare solo a guardare ciò che succede. Sapete qual è il bello? Che di questa cosa non ve ne importerà un bel niente, perché sarete troppo presi dalla storia per lamentarvi della scarsezza di gameplay.

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Le scelte sono importanti!

Il lavoro fatto dagli sceneggiatori di Life is Strange è qualcosa di semplicemente mostruoso, raramente ho visto storie così ben realizzate. Ogni personaggio è caratterizzato alla perfezione, alcuni li avrete più a cuore, altri li odierete, vi sentirete pienamente coinvolti nella vita di Max e questo si ripercuoterà sulle vostre scelte. Il gioco riesce ad emozionare in maniera dannatamente profonda, vi giuro che ci sono stati momenti in cui ho avuto un nodo in gola e gli occhi lucidi, anche perché si è portati a sentire come proprie le conseguenze delle azioni compiute. Se non riesce ad emozionarvi Life Is Strange significa che siete dei mostri dal cuore di pietra.

La trama non dà un attimo di tregua e prende a pugni lo stomaco del giocatore quando meno se lo aspetta: mentre tutto sembra per andare il meglio la situazione precipiterà in picchiata e mentre tutto sembra perduto si ritroverà un barlume di speranza, ancora e ancora senza sosta. Come dicevo nell’introduzione, all’inizio ci troveremo davanti ad elementi da teen drama come i bulli, i rapporti con la migliore amica, gli amori più o meno corrisposti, per poi passare a tematiche molto più pesanti da digerire come suicidio ed eutanasia, fino ad altri più cervellotici come i viaggi nel tempo e le realtà alternative. La ciliegina sulla torta sono i riferimenti nerd sparsi un po’ ovunque.

Avremo sempre con noi anche un diario nel quale Max annoterà i suoi pensieri, che ci faranno entrare nel cuore della sua dimensione introspettiva. Qui troveremo anche maggiori informazioni, sempre scritte dalla protagonista, riguardo i vari personaggi che incontreremo, più una raccolta di foto che potremo scattare a determinati soggetti in giro per sbloccare i trofei (abbastanza trascurabile). Oltre al diario avremo anche un cellulare nel quale potremo leggere le conversazioni via sms, ma si tratta di un elemento col quale interagire soltanto in maniera passiva. Tutto ciò non serve ad altro che ad aumentare il coinvolgimento fornendoci maggiori dettagli che ci aiutano ad avere un quadro più completo su tutto.

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Tecnicamente il titolo mostra il fianco e, sebbene solido in fatto di frame rate, presenta dei modelli a tratti troppo grezzi, così come le animazioni per le quali si poteva fare un lavoro più accurato: in alcune occasioni mi sono sembrate quelle di The Sims, soprattutto i volti potevano spesso essere resi più espressivi di quanto effettivamente non siano, sebbene da un punto di vista puramente estetico siano ineccepibili. Ci sono inoltre problemi sporadici di aliasing su modelli ed ombre. Sicuramente rifinire maggiormente questi aspetti avrebbe reso il tutto ancora più gradevole, perché se non fosse per trama e dialoghi eccezionali, accompagnati anche da un doppiaggio di ottima qualità, questi problemi sarebbero risaltati di più all’occhio, ma in questo caso passano abbastanza in secondo piano.

Notevole invece il comparto artistico, che grazie a uno stile “pastelloso” e le scritte in sketch-writing dona alla grafica un colpo d’occhio riconoscibile e molto gradevole, accompagnato da una regia perfetta e una colonna sonora composta per lo più da pezzi alternative e post-rock (Mud Flow, Mogway e così via), che non sono per niente il mio genere, ma si adattano dannatamente bene al contesto e fanno da contorno alle immagini regalando ogni volta le emozioni giuste al momento giusto.

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Life is Strange è un gioco che può cambiare il modo di pensare delle persone e chiunque dovrebbe provarlo almeno una volta. Aiuta a comprendere l’importanza delle scelte che prendiamo costantemente, che siano piccole o grandi azioni o le parole e i toni di una conversazione: tutto può costituire un fattore di cambiamento e portare gli eventi a scorrere in un determinato modo anziché un altro. Il futuro dei videogiochi è fatto anche di questo, cioè titoli a cui tutti possono giocare senza incontrare difficoltà, ma che riescono a tirar fuori il massimo potenziale da storie che per mezzo di cinema o tv non otterrebbero gli stessi, fenomenali, risultati. Mettete quindi da parte l’orgoglio da “hardcore gamer” e semplicemente godetevi una cosa bella, perché vi assicuro che ne vale la pena.

Anche se la sensazione sarà quella di avere il controllo pieno e totale sulla trama e questa si svolgerà in maniere differenti in base alle nostre decisioni, il gioco per forza di cose guida il giocatore verso inevitabili punti chiave e soprattutto un duplice finale, l’ultima e difficile scelta da compiere. Alla fine di tutto sarà molto labile il confine tra il potere che avrete avuto voi nel cambiare il gioco e quello del gioco di cambiare voi, costringendovi spesso a chiedervi “cosa farei se..?”, mentre vi sentirete totalmente coinvolti in vicende emozionanti e al limite dell’inverosimile.

Citando un altro videogioco a me caro: “Noi tutti facciamo delle scelte, ma in fondo sono le nostre scelte a fare noi.”




RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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