Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero

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Diciamoci la verità: tra il Marvel Cinematic Universe claudicante che fatica a riassestarsi, il DC Universe di Gunn e Safran ancora in attesa di ripartire dalle ceneri del DCEU di Snyder, e quella roba senza senso del Sony’s Spider-Man Universe, ad oggi il MonsterVerse della Legendary è l’unico universo cinematografico che, pur sfornando un solo film ogni 2/3 anni (senza contare le più recenti serie tv su Netflix e Apple TV+), riesce ancora a darci delle genuine soddisfazioni. Dunque dopo Godzilla vs. Kong, che ancora in tempo di pandemia è riuscito a racimolare quasi mezzo miliardo in tutto il mondo, perché mai non continuare a raccontare le storie dei nostri amati kaiju?

Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero riparte qualche anno dopo gli eventi del film precedente, in un mondo apparentemente in equilibrio dove Godzilla sorveglia e protegge la superficie e Kong scorrazza in una terra cava ancora tutta da esplorare. Ma ovviamente la calma è solo apparente, e proprio dalla terra cava iniziano ad arrivare segnali che mettono in allarme i due nemici/amici e la Monarch.

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Dopo aver quasi completamente abbandonato la minima introspezione presente nei primi capitoli (Dr. Serizawa un po’ ci manchi), da GvsK il MonsterVerse si è tramutato a tutti gli effetti (e per la felicità di Martin Scorsese) in un enorme parco giochi, uno spettacolo pirotecnico senza alcuna pretesa di seriosità. Questo tuttavia non significa che siamo di fronte ad un film della Asylum con i soldi, anche perché di parchi giochi ce ne possono essere di molto belli come di molto brutti, e non è solo il budget a fare la differenza. GxK non si sottrae affatto a questo nuovo standard, ma lo abbraccia appieno migliorando addirittura qualcosa rispetto al suo predecessore. Innanzitutto la sceneggiatura stavolta non sembra scritta da un ragazzino delle medie, e nonostante qualche solita risoluzione di trama facilona e leggerezze di vario tipo, riesce ad essere senz’altro più quadrata e meno risibile che nel precedente crossover.

La componente umana è ancora una volta ridotta ai minimi termini, ma a noi che vogliamo solo vedere i nostri eroi prendere a cazzotti altri mostri importa poco. I pochi umani presenti però eseguono dignitosamente il loro ruolo: ritroviamo il complottista Bernie (Brian Tyree Henry), comic relief mai fastidioso, assieme alla dottoressa Andrews (Rebecca Hall) e la sua figlia adottiva Jia (Kaylee Hottle); a loro si aggiunge Dan Stevens, che nei panni della new entry Trapper si è divertito palesemente come un matto, atteggiandosi a novello Harrison Ford.

Come la volta scorsa, è la piccola Jia a rappresentare la parte umana più rilevante, avendo una connessione speciale con Kong ed essendo l’unica nativa superstite di Skull Island. La sua storia è in fin dei conti quella più importante ai fini della trama, ed è soprattutto tramite questa che si ha un ulteriore ampliamento della mitologia del MonsterVerse, preparando il terreno per le prossime avventure dei titani. Tutta la prima parte di Godzilla e Kong infatti, pur non essendo priva di azione, serve non solo a condurre gli spettatori verso il gran finale, ma anche a far comprendere che c’è ancora molto da scoprire nell’immensa terra cava.

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Alla regia troviamo ancora una volta Adam Wingard, che anche in questo caso si sbizzarrisce e rincara la dose per trarre il massimo dall’azione all’interno della pellicola. Al di là degli stupefacenti effetti visivi, Wingard sa il fatto suo e rende le scene action, specialmente gli scontri tra giganti e le sequenze che sfruttano le caratteristiche della terra cava, genuinamente folli, coinvolgenti, ma soprattutto chiare e comprensibili. Il regista fa di questo nuovo crossover un frenetico ottovolante che riesce ad alternare adrenaliniche curve a momenti dove poter prendere respiro, senza mai nauseare.

Un po’ Indiana Jones, un po’ Il pianeta delle scimmie, GxK si fa agevolmente spazio tra l’avventura e un pizzico di fantascienza, in un connubio che riesce a strappare anche qualche sincera risata. Ad accompagnare piacevolmente il tutto ci sono sia brani su licenza (con quel vago retrogusto alla Guardiani della Galassia) sia musiche originali, quest’ultime fondamentali nei combattimenti. Come già successo nel precedente capitolo, i fan di Godzilla potranno storcere un po’ il naso nel notare la differenza di minutaggio tra lui e Kong: a quanto pare regista e sceneggiatori, a fronte di ben due lungometraggi dedicati a questa versione del lucertolone, preferiscono esplorare maggiormente l’arco narrativo dello scimmione; ma non temete: in quasi 2 ore entrambi i protagonisti sapranno farsi valere in egual modo.

Come già svelato dai trailer e dai tanti spot, inoltre, Godzilla e Kong qui sono accompagnati da nuovi personaggi tra i quali il villain Skar King e il “mini Kong“. Sul primo in realtà non c’è molto da dire se non che, da odioso despota dei primati nella terra cava, riesce a rendersi detestabile quanto basta, ed è ben resa la sua agilità nel combattere; riguardo il secondo, è bene sottolineare che non è affatto superfluo come sembra, anzi, la sua storyline è più che funzionale allo sviluppo della trama, e magari lo sarà anche per le prossime avventure. Ce ne sarebbero anche altri, ma preferisco non dirvi nulla per non rovinarvi un paio di piacevoli sorprese, specialmente se non avete visto tutto il materiale promozionale in circolazione.

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A conti fatti Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero risulta complessivamente migliore di Godzilla vs. Kong. Certo, la prima alleanza dei due protagonisti che cartellano Mechagodzilla, personalmente, rimarrà qualcosa di indimenticabile, ma anche qui assistiamo a sequenze e scontri destinati a rimanere ben impressi nella mente di tutti gli amanti dei kaiju. Forse questo nuovo crossover avrebbe potuto essere qualcosa di più, magari mantenendo il focus su tematiche più mature come accaduto in passato, ma appunto parliamo del passato e il MonsterVerse ha deciso la direzione da prendere.

Con i kaiju che si picchiano distruggendo città (ciao ciao, Roma!), ammaccando piramidi e lanciandosi palazzi, abbiamo veramente bisogno di qualcosa di più? In fondo anche questo è cinema. Puro, spettacolare, cinema d’intrattenimento ben fatto, senza troppe pretese ma neanche il rischio di perdere neuroni. Evviva Godzilla, evviva Kong, evviva questi primi 10 anni di MonsterVerse.

Un ringraziamento speciale a Warner Bros. Italia




Il Tac non è un critico cinematografico o uno studioso di cinema, ma semplicemente un cinefilo, seriofilo e all'occorrenza fumettofilo, a cui piacere mettere il becco su tutto quello che gli capita sotto mano... o sotto zampa.

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