Amnesia: The Bunker, la guerra non è l’unico mostro (PC)

amnesia the bunker

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Per molti il 1916 potrebbe essere un anno come tutti gli altri, ma per chi ha più memoria risulta un richiamo a un’epoca cruda e dolorosa. Più di un secolo fa l’Europa cadde in uno dei periodi più bui della storia, coinvolgendo per la prima volta l’intero pianeta in un enorme conflitto. Nell’atmosfera cupa dell’inizio del secolo scorso, Frictional Games ha deciso di ambientare il nuovo capitolo della sua saga più nota.

Amnesia: The Bunker ha debuttato da poco sugli store digitali, riuscendo ad attirare neofiti e veterani della famosissima serie. Il franchise ha attraversato diversi periodi storici, rispettando in modo fedele le ambientazioni delle varie epoche per trasformarle in giochi horror in piena regola. Questa volta vestiamo i panni di un soldato appartenente alla fanteria francese che, dopo aver soccorso un compagno ferito, viene colpito dalle bombe e si risveglia da solo nell’infermeria di un bunker militare sotterraneo. Una situazione che ricalca quella dei giochi precedenti: la tipica amnesia del protagonista rimasto solo che dovrà scappare dall’inferno in cui si ritrova, ricostruendo la propria storia tramite oggetti e documenti.

amnesia the bunker ufficio

La criptica trama del gioco è come un puzzle da ricostruire attraverso le note e le lettere che possiamo trovare in giro per la mappa. La brigata formata da addetti alla manutenzione, maggiori e caposquadra, sfoga le proprie ansie e paure in diari e lettere personali rendendo più che palese che c’è qualcosa che li turba. Le macabre trincee piene di cadaveri e le bombe nemiche non sono gli unici motivi che distruggono la psiche dei soldati: c’è una vera e propria presenza che li osserva, qualcosa di cui riescono a sentire versi animaleschi e graffi muoversi tra i tunnel che circondano il bunker, costruito in occasione di scavi sotterranei e strategici legati alla trincea. Scopriamo che tra queste pareti c’è un mostro chiamato lo Stalker, che ha divorato molti dei nostri compagni, dei quali restano le targhette identificative nei pressi dei loro cadaveri. La nostra missione è quindi sfuggirgli, far esplodere le macerie che bloccano la via di fuga e uscire dal bunker.

Durante la partita scopriamo di essere Henri Clément, un ragazzo benvoluto dagli altri commilitoni per il suo senso di empatia verso il prossimo. Nel suo diario anche lui esprime turbamenti in merito all’aria che circola nel forte e in generale tra i suoi compagni che cominciano a sospettare degli strani eventi. Gli scavi infatti hanno portato alla luce delle rovine romane circondate da un gas e da delle strane pozze di liquido iridescente. Ad un certo punto però cominciano ad avvenire dei sabotaggi e delle morti orribili che portano la compagnia a separarsi e a ricorrere alla fuga. La costruzione sotterranea viene lasciata in uno stato di completo abbandono, infestata dai topi che divorano le provviste e le carcasse ormai a pezzi, inoltre il generatore principale è a secco e ci lascia completamente al buio.

amnesia the bunker foto
Le foto mostrano eventi e personaggi utili a ricomporre la trama principale.

Il gameplay si presenta con le caratteristiche tipiche della saga, ma questa volta a differenza degli altri capitoli abbiamo a disposizione anche le armi. Per la prima volta infatti possiamo difenderci con armi da fuoco, arrecando danno al mostro o persino uccidendo i topi – ossia i nemici secondari del gioco – spesso presenti in passaggi e corridoi. Il gioco fin dall’inizio ci fornisce di un equipaggiamento base che consiste in una torcia ricaricabile, un cronometro e una rivoltella.

Appena giunti nell’ufficio amministrativo, che è una sorta di base personale, apprendiamo subito una meccanica fondamentale per continuare l’esplorazione: il generatore. L’ingombrante e rumoroso macchinario permette di alimentare l’intera rete elettrica del complesso, ma l’unica pecca è che deve essere alimentato continuamente con del carburante. Quest’ultimo è contenuto in delle taniche sparse in diversi punti delle aree esplorabili in quantità limitata, e ciò comporta da parte del giocatore una buona gestione delle tempistiche nello svolgere i diversi obiettivi. La libertà nel miscelare l’uso degli oggetti e il controllo della componente elettrica durante la partita è un aspetto interessante, che permette di avere maggiore libertà nel trovare le soluzioni chiave per scappare dal bunker.

amnesia the bunker pistola

Ciò che fa storcere il naso è l’assenza di alcuni elementi tipici di Amnesia, con il conseguente impoverimento dell’esperienza horror. Il più importante di questi è la sanità mentale: negli altri capitoli il team di Frictional ha sempre posto una certa attenzione nei confronti della psiche del protagonista, che oltre ad essere disorientato e senza memoria doveva confrontarsi con la paura della solitudine e del buio, sensazioni che se trascurate peggioravano gli effetti disturbanti del gioco. Gli ambienti angusti e inquietanti si abbinavano perfettamente alle sensazioni ansiogene provate sia dal personaggio che dal giocatore stesso.

Purtroppo in Amnesia: The Bunker si sente la mancanza questa feature, e l’unico particolare relativo alla salute di Clément è il danno fisico, che se accumulato provoca il rilascio di tracce di sangue rendendo più facile localizzarlo da parte dello Stalker. Inoltre non ci sono momenti con flashback o ricordi tramite le interazioni con gli oggetti, e questo influisce molto negativamente sulla trama e la lore del gioco, ridotte a pochissime cinematiche e ai documenti dei soldati.

Una nota estremamente positiva invece è rappresentata dall’enorme bestia dai tratti indefiniti che ci insegue dal primo all’ultimo momento, frutto di qualche brutto scherzo della natura misteriosa e criptica del mondo di Amnesia. Oltre a muoversi nei muri causando piccole scosse o rumori di passi strascinati, sarà molto sensibile al rumore. Gli sviluppatori hanno curato l’aspetto sonoro inquadrando in uno scenario di guerra il rapporto psicologico tra il mostro e il trauma del protagonista, causato dalla terribile esperienza nella terra di nessuno. Sarà facile confondersi tra la scossa provocata da una bomba e il ruggito della bestia, segni di pericolo a cui reagire con la fuga o il silenzio più assoluto, evitando l’uso della pistola o della torcia a carica manuale.

amnesia the bunker sotterraneo
Il sotterraneo allagato riporterà il giocatore a ricordi poco piacevoli.

Parlando del comparto grafico, risalta molto lo stile degli autori di Frictional, che con la loro bravura e dedizione riescono sempre a fare centro. Dopo le ambientazioni meno claustrofobiche di Amnesia: Rebirth, che ci portava nei deserti africani, qui abbiamo un ritorno alle origini, con corridoi stretti e scaffali polverosi tra i quali è difficile distinguere pile di fogli e scatole di legno vuote, oggetti che rappresentano ormai l’ombra di ciò che il protagonista ha vissuto.

Le linee scure e marcate sembrano evidenziare ancor di più la tristezza e l’angoscia di ciò che non vorremo mai vivere, ossia restare intrappolati in un incubo che sembra condannarci a morte. Il menu, visivamente adattato allo stile militare del gioco, in più offre numerose opzioni di configurazione grafica per personalizzare la resa visiva finale delle varie ambientazioni.

amnesia the bunker fuoco

Amnesia: The Bunker ripropone una formula che miscela le paure umane più recondite insieme ai lati oscuri dell’epoca in cui è ambientato il gioco. I vari elementi visivi – tra manifesti propagandistici e bandiere francesi – contribuiscono a creare un ottimo background per immedesimarci nell’ondata improvvisa e violenta della guerra, un po’ come in Amnesia: A Machine for Pigs il fenomeno della rivoluzione industriale plasmava l’intera atmosfera horror. La durata, che si aggira sulle 5 ore totali, permette di sbloccare due finali alternativi e ricominciare nuove partite sperimentando tutte le soluzioni dei puzzle.




Un'umile appassionata del mondo dell'arte in cerca di un motivo valido per cui parlarne.

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