The Flash, un buon cinecomic ma un reset incerto

the flash film recensione

Voto:

Sembrava dovesse fare la fine di Batgirl o del Superman con Nicolas Cage, ma incredibilmente il film sul velocista scarlatto della DC ha visto la luce e, nonostante la produzione travagliata tra le malefatte del protagonista Ezra Miller, i reshoot e chi più ne ha più ne metta, il risultato finale ha per certi versi del miracoloso.

The Flash, tredicesima pellicola di quello che conoscevamo come DCEU, è un prodotto di difficile categorizzazione: è in parte una origin story, in parte il prosieguo di un universo cinematografico ormai agli sgoccioli e, stando alle parole di James Gunn (nuovo CEO dei DC Studios insieme a Peter Safran), il punto di rottura col passato per far spazio a tutto ciò che verrà. Si è capito cosa verrà? Sinceramente non molto, ma questo non impedisce al regista Andy Muschietti di dirigere un film assolutamente dignitoso.

the flash film viaggio nel tempo

La storia è una variazione sul tema della celebre saga Flashpoint e riparte grosso modo dagli avvenimenti di Justice League (2017), con Barry Allen ormai reperibile h24 da Batman (Ben Affleck) e Alfred (Jeremy Irons), e alle prese con l’imminente udienza giudiziaria contro il padre, accusato ingiustamente di aver ucciso la madre. In preda all’angoscia il nostro eroe scoprirà per la prima volta di poter viaggiare nel tempo (quindi ciao ciao Snyder Cut) e, nonostante gli avvertimenti di Bruce Wayne, scoperchierà un vaso di pandora multiversale al quale dovrà porre assolutamente rimedio, insieme al suo doppelganger più giovane che vive con la famiglia al completo. Come ci insegna un noto stregone, il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco, e che a dirla tutta inizia anche un po’ a scocciare se realizzato male come sta accadendo nei Marvel Studios. In questo caso però viene presentato e spiegato in maniera leggermente più sensata, anche se poi alcuni dubbi permangono.

C’è da dire che Ezra Miller, al netto delle sue follie nella vita reale, si dimostra un validissimo attore e riesce a interpretare lo stesso personaggio in due versioni differenti alla perfezione: a volte sembra quasi di trovarsi davanti a due attori diversi. Grazie al multiverso e ai viaggi nel tempo riusciamo a vedere ancora una volta Michael Shannon nei panni di Zod (probabilmente l’unico villain degno di nota dell’intero DCEU) e facciamo la conoscenza della Supergirl di Sasha Calle, personaggio del quale avrei voluto senz’altro vedere di più, ma capace ugualmente di prendersi la scena quando serve con il suo buonissimo impatto sullo schermo.

Poi c’è il pezzo forte: il Batman di Michael Keaton ruba la scena a tutti (specialmente per gli ultratrentenni come il sottoscritto cresciuti a pane e Tim Burton), tornando a interpretare un uomo pipistrello ancora fantastico. Poco importa se la sua agilità nelle scene di combattimento è esagerata per un vigilante sessantenne: va bene così, tutto sommato ci si passa sopra senza troppi sforzi. Piuttosto, quello che stona è il modo fin troppo repentino con cui torna a vestire i panni del supereroe dopo anni di inattività. Infine c’è anche Iris West (interpretata Kiersey Clemons) perché sì, pareva brutto non metterla nel primo film stand-alone di Flash.

the flash film batman keaton

Ciò che emerge dalla visione di questo cinecomic è l’assenza di un villain “classico”: certo, non mancano sorprese in tal senso, ma il nemico più grande di Barry Allen probabilmente si rivela proprio sé stesso per l’incapacità di accettare il suo tragico passato, o anche il tempo, quel tempo manipolato per un fine benevolo ma egoista, che gli si rivolta contro come un macigno. L’arma più potente che Flash ha a disposizione si rivela, paradossalmente, l’unica che non dovrebbe mai usare.

Nonostante un tono per la maggior parte leggero e numerosi momenti comici che vanno quasi sempre a segno, la pellicola non si nega momenti più profondi e toccanti, arrivando anche a toni leggermente più cupi. La storia, malgrado i numerosi rimaneggiamenti nel corso degli anni e qualche solita ingenuità, è piuttosto chiara, e pur mettendo notevole carne al fuoco tra multiverso e viaggi nel tempo si rivela esente da risvolti troppo cervellotici. Il ritmo è sempre sostenuto, fino a culminare in una seconda parte tutta in crescendo, ma mai troppo frenetica e soprattutto mai confusionaria.

Andy Muschietti riesce a dare il suo buon contributo, districandosi in una regia che offre dei momenti degni di nota e valorizzando in alcuni punti una messa in scena già complessivamente valida. Lo stesso non si può dire della CGI, che si presenta alle volte buona, altre zoppicante, fino a toccare delle vette proprio imbarazzanti. Certo, da questo punto di vista la DC negli anni ci ha abituato a standard mediocri, ma in The Flash si assiste a cose inspiegabili considerando la durata della post-produzione e i circa 200 milioni di dollari del budget. Misteri delle grandi major.

the flash film cgi

Un plauso va in particolare alle musiche di Benjamin Wallfisch che accompagnano magnificamente la pellicola, oltre al riarrangiamento dell’iconico tema di Batman creato da Danny Elfman per il film del 1989, che non potrà non emozionare una buona fetta di pubblico. Non ci sono temi musicali in grado di rimanere particolarmente in testa, ma durante la visione ci si sente trasportati nel vivo degli avvenimenti anche grazie alle note che li accompagnano.

Non mancano poi simpatiche citazioni e riferimenti alla cultura pop, senza contare la miriade di cameo a cui i film basati sul multiverso (e non solo) ci hanno abituato: molti prevedibili, altri decisamente meno, ma meglio non anticipare nulla, se non che ci sono un paio di vere e proprie chicche. Insomma, fanservice a profusione, ma per la maggior parte realizzato con criterio.

the flash film ezra miller

Come primo film sul velocista scarlatto, The Flash porta sullo schermo una storia tanto ambiziosa quanto adatta ad esplorare ciò che non si era ancora visto. Una storia giusta per presentare, ripresentare e far uscire di scena alcuni personaggi, che però non riesce a fare chiarezza quanto sperato sulle intenzioni del nuovo universo DC.

Complessivamente, con i suoi alti e bassi, il film di Muschietti senz’altro non sarà il capolavoro (termine di cui si abusa sempre) che molti avevano annunciato, ma è un buon cinecomic, coinvolgente e divertente, e i suoi 144 minuti scorrono come la puntata di una serie tv. Anche se non riuscirà a soddisfare tutti gli obiettivi prefissati dalla Warner, The Flash svolge egregiamente il suo compito da blockbuster: un risultato che, considerando tutte le già citate vicissitudini produttive, non era affatto scontato.




Il Tac non è un critico cinematografico o uno studioso di cinema, ma semplicemente un cinefilo, seriofilo e all'occorrenza fumettofilo, a cui piacere mettere il becco su tutto quello che gli capita sotto mano... o sotto zampa.

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