Loop8: Summer of Gods (PS4)

loop8 summer of gods

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I rapporti interpersonali tra i personaggi stanno diventando un elemento sempre più centrale nell’esperienza dei giochi di ruolo giapponesi, tanto da basare interi sistemi di gioco o meccaniche di gameplay su di esse. Nella serie Persona, grazie alle affinità sociali intraprese con i vari membri del cast secondari, si ha la possibilità non solo di approfondire degli aspetti narrativi, ma anche di accedere a diversi benefici che vanno a migliorare l’ecosistema ludico. In questo modo, l’utente ha anche la possibilità di personalizzare la propria esperienza, scegliendo le cosiddette “route” sentimentali che andranno più o meno a influenzare persino il corso della storia.

Loop8: Summer of Gods, il nuovo gioco di Marvelous e dello studio Sieg Games, rimarca esattamente questa tendenza, dando ai rapporti sentimentali un ruolo fondamentale nella costruzione della propria esperienza. Sebbene da un lato possa risultare una scelta gradevole, la grande quantità di rinunce fatte per attuare tale idea pone delle grosse limitazioni a quello che poteva essere un titolo piuttosto promettente.

loop8 Nini e Konoha al tramonto

La storia di Loop8: Summer of Gods vede la razza umana lottare per la propria sopravvivenza contro la minaccia dei Kegai, demoni dalle origini misteriose che stanno prendendo pian piano il controllo della Terra. L’umanità, messa alle strette, si è dovuta dividere tra stazioni spaziali e piccoli baluardi di resistenza sul pianeta, ed è ormai minacciata da un’imminente catastrofe. Tra le nuove generazioni nate e cresciute nello spazio c’è il protagonista Nini, che grazie a un permesso speciale ha l’occasione di passare il mese di agosto sulla Terra, più precisamente ad Ashihara, una cittadina situata nelle campagne giapponesi. Al suo arrivo viene accolto dall’amica d’infanzia Konoha, tramite la quale inizia subito a stringere nuovi legami; tuttavia la notte stessa Ashihara viene attaccata dai Kegai, così Nini e un piccolo gruppo di resistenza muoiono nel tentativo di respingerli e la Terra infine viene distrutta. Per qualche strana ragione, tuttavia, il tempo si riavvolge tornando all’esatto momento in cui il ragazzo ha messo piede nella cittadina.

Da qui il protagonista inizierà a vivere per volontà divina in un loop, vedendosi assegnato l’importante compito di sconfiggere i Kegai e proteggere la città di Ashihara. Per far fronte alla minaccia, Nini riceve in dono un potere speciale che gli permetterà di combattere contro i demoni alla pari, ottenendo così maggiori chance di successo. Durante la sua permanenza, oltre a combattere, Nini stringerà nuovi legami con diversi suoi coetanei, i quali lo supporteranno nella lotta contro tali creature. Nel momento in cui non riuscirà a proteggere la città, però, il tempo si riavvolgerà fino al suo arrivo, e soltanto lui potrà conservare i ricordi di quanto successo.

loop8 un mondo in rovina

Loop8: Summer of Gods viene penalizzato da un racconto a mio avviso mal sviluppato, poiché mancano eventi significativi che contribuiscano alla sua evoluzione. Il suo svolgimento è da ricercarsi nei legami che si instaurano tra Nini e gli altri personaggi, le cui storie vanno a formare un quadro generale più ampio di come viene presentato. La messa in scena di questo sviluppo però risulta alquanto insufficiente: ogni loop resetta i rapporti maturati con ciascun personaggio, obbligando il giocatore ad affrontare nuovamente i medesimi dialoghi senza ottenere nuove informazioni, il che rende la storia meno avvincente.

Un fattore decisamente indigesto, poiché dal momento che un singolo loop può durare diverse ore (a seconda di come giocherete una run), dover rivivere dei dialoghi senza alcun tipo di variazione o sviluppo appesantisce quello che è un racconto ispirato ad anime come Summer Time Rendering, fallendo nel tentativo di coinvolgere il giocatore nel turbinio temporale che caratterizza il titolo. Mentre si possono definire interessanti le storie che riguardano ciascun comprimario, il plot principale non offre quei colpi di scena necessari ad accrescere l’attenzione del giocatore, risultando così come l’anello debole di una narrazione non proprio entusiasmante.

loop8 dialogo con Konoha

I rapporti con gli altri personaggi tuttavia trovano maggiore valenza nel gameplay, costituendo non solo la componente ruolistica del gioco, ma persino la sua progressione. Difatti Loop8 si presenta come un JRPG anacronistico rispetto ai prodotti più moderni, mettendo da parte elementi come livelli ed equipaggiamenti in favore di caratteristiche roguelike che vanno a dettare le capacità combattive di Nini e dei suoi compagni. Affinando i legami, i personaggi secondari che potremo schierare nella battaglia contro i Kegai diventeranno semplicemente più forti, sbloccando persino delle abilità extra. Il protagonista trarrà ulteriori benefici da questi rapporti, nonostante non potranno essere mantenuti tra un loop e l’altro. Ciò che rimarrà a Nini infatti saranno alcune benedizioni ottenute tramite l’esplorazione e i miglioramenti conseguiti tra un’attività e l’altra come allenamenti e lettura. Dunque non tutti i potenziamenti saranno permanenti, e saremo obbligati a ripetere buona parte dei dialoghi per potervi avere nuovamente accesso.

I rapporti si evolveranno passo dopo passo a seconda delle azioni intraprese nei confronti dei comprimari, influenzando la considerazione che quest’ultimi potranno avere di Nini. In particolar modo le statistiche di amore, amicizia e odio, a seconda del loro livello e dello status del legame, permettono di accedere a eventi che possono affinare la relazione, ottenendo di conseguenza bonus sempre migliori. Il giocatore quindi ha l’opportunità di potenziare una serie di personaggi durante una run, scegliendo soprattutto chi portare con sé durante le battaglie, le quali purtroppo sono decisamente approssimative. Il titolo inoltre offre l’opportunità di costruire relazioni amorose con i personaggi di entrambi i sessi. Nonostante i rapporti interpersonali giochino un ruolo fondamentale nell’economia ludica di Loop8, la ripetitività con cui questi vengono costruiti appesantisce non poco l’esperienza di gioco, trasformando la run in un lungo scorrere di linee di dialogo che si conoscono a menadito.

Loop8 Aishihara

L’aspetto meno riuscito del gioco comunque è indubbiamente il sistema di combattimento. Realizzato come un turn-based, il giocatore potrà controllare in battaglia solamente Nini, mentre impartirà ai membri del party delle tattiche basate su una delle caratteristiche scelte tra amore, amicizia e odio. Con Nini infatti si ha la possibilità di scegliere alcune delle abilità sbloccate durante un loop, mentre i compagni agiranno autonomamente a seconda delle nostre azioni. Non avere il pieno controllo del party talvolta risulta un ostacolo: nelle situazioni più pericolose, se l’intelligenza artificiale non riesce a fornire il giusto supporto, le probabilità di venire sconfitti e di conseguenza perdere una run aumentano vertiginosamente. C’è poi da considerare che un alleato caduto in battaglia non può essere rianimato, e questo significa perderlo fino al prossimo loop. Il combat system in generale risulta fin troppo lento, e con l’assenza di meccaniche più consistenti affrontare gli scontri è davvero spiacevole.

Anche dando per assodato che il focus del titolo sia da ricercare nei legami tra i personaggi, Loop8 non riesce a dare soddisfazione nemmeno nella sua componente dating sim, troppo semplice da aggirare e persino pacchiana. Per portare al massimo i legami con i personaggi basterà spammare delle semplici azioni (disponibili sin da subito) finché non si entrerà in intimità, innalzando così le statistiche in un battibaleno. La città di Ashihara a sua volta non riserva chissà quali sorprese: le sezioni che la compongono sono estremamente ridotte all’osso e, a parte delle attività che mirano a sviluppare alcune le doti del protagonista in maniera permanente, manca qualcosa di più concreto che possa dare al titolo quel tocco di varietà di cui avrebbe avuto bisogno. Tra le altre cose bisogna specificare che nei rapporti con i comprimari bisognerà tenere in considerazione l’orario e il giorno della settimana, e questo spingerà il giocatore a gestire il tempo nel miglior modo possibile.

Loop8 scontro con un kegai

Loop8: Summer of Gods da un punto di vista artistico pone degli spunti interessanti, immergendo il giocatore in un contesto rurale che riprende la bellezza delle campagne giapponesi. Tuttavia, la scelta stilistica adottata presenta delle limitazioni piuttosto importanti: mentre i personaggi sono riprodotti su modelli tridimensionali, gli scenari ripresi a telecamera fissa sono in due dimensioni, con il risultato di un background statico e in bassa risoluzione che valorizza poco l’ambientazione di riferimento. I modelli dei personaggi inoltre sono realizzati con un buon cel-shading, ma le loro animazioni hanno un frame pacing decisamente pessimo, restituendo così un effetto visivo decisamente bizzarro, soprattutto in battaglia. L’audio poi soffre nel mixaggio, con una qualità sonora alquanto ovattata nelle musiche, mentre il doppiaggio originale è di buon livello.

Loop8: Summer of Gods infine pone delle basi interessanti per quel che riguarda l’esperienza di gioco, senza però riuscire a svilupparle fino in fondo, e così quello che ci si presenta è un prodotto approssimativo nelle sue intenzioni. Tra le lacune di un racconto e di un gameplay che non riescono a esprimersi decentemente, il tutto si riduce a un’esperienza ripetitiva che non ha granché da offrire.

Special thanks to Marvelous




Mr. Kazeshin Articoli
Sono un grande appassionato di videogiochi ed anime, e nel mio cuore, i JRPG hanno un posto speciale. Gioco a di tutto, anche per avere una visione sempre più ampia del medium che mi accompagna sin dalla mia nascita.

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