Shazam! Furia degli Dei

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Ci siamo, il nuovo DC Universe targato Safran & Gunn è quasi alle porte, ma all’appello mancano ancora un paio di titoli rimasti in sospeso dall’ormai fallito DCEU iniziato 10 anni fa da Zack Snyder con Man of Steel. Uno di questi è Shazam! Furia degli Dei, sequel dello Shazam! uscito nel 2019 che, pur non facendo i fuochi d’artificio al botteghino, in virtù del suo “basso” budget riuscì ad essere un discreto successo per la produzione, oltre a ricevere il benestare di pubblico e critica.

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Sono passati due anni da quando la Shazam family, capitanata da Billy Batson (Asher Angel/Zachary Levi), ha sconfitto il Dottor Sivana e i sette vizi capitali, tempo necessario alle figlie di Atlante per ritrovare il bastone del mago (spezzato nel precedente film dal nostro eroe), reclamare il proprio regno e ovviamente distruggere il mondo. Dietro la macchina da presa c’è di nuovo David F. Sandberg, e allo stesso modo torna alla sceneggiatura Henry Gayden, questa volta affiancato Chris Morgan, la cui penna non esattamente sopraffina si fa sentire (non a caso ha scritto quasi tutti i capitoli della Fast Saga), ma ci torneremo dopo.

Come il suo predecessore Shazam! Furia degli Dei è piacevolmente caratterizzato da una leggerezza e da un’autoironia che, fatta eccezione per il più recente The Suicide Squad, mai si erano sentite nei precedenti film DC; una piacevole ventata d’aria fresca che non impedisce al racconto di affrontare degnamente tematiche come la famiglia (meglio che in Fast & Furious), l’accettazione, l’inclusività, il coraggio e il sacrificio. È incredibile come a volte, al contrario dei vari proclami con cui molti si ergono a paladini di tutti i diritti possibili e immaginabili, bastino poche battute e poche scene di un cinecomic per far passare il messaggio che l’essere gay sia una cosa normalissima che non dovrebbe destare scalpore, che la vera famiglia è quella che ti accetta per come sei e ti cresce come figlio o fratello al di là dei legami di sangue, e che il coraggio non è dato da un mantello o dalla superforza.

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Tra i personaggi ritroviamo il mago interpretato da Djimon Hounsou, mentre come new entry abbiamo Anne (Rachel Zegler), interesse romantico di Freddy (e non solo), e le figlie di Atlante Esperida e Calipso, le villain interpretate rispettivamente da Helen Mirren e Lucy Liu. Sulla prima penso ci sia ben poco da dire, nel senso che la Mirren riuscirebbe ad essere piacevole e credibile anche interpretando un ferro da stiro (o la mamma di Jason Statham), invece sulla monoespressività della seconda meglio sorvolare.

Pur essendo sorelle e perseguendo lo stesso obiettivo, le loro (semplici) caratterizzazioni sono ben contraddistinte, tanto da portare quasi lo spettatore a parteggiare più per una che per l’altra; Mark Strong con il suo Dottor Sivana riusciva ad essere un po’ più “minaccioso” di loro, ma tutto sommato rendono discretamente bene grazie alla buona presenza scenica e la schiera di creature che le accompagnano. Mi è più difficile capire secondo quale criterio due dee immortali decidano di mostrarsi una con l’aspetto di un’ottantenne e l’altra con l’aspetto di una cinquantenne, anziché (esempio a caso) di una ventenne… Ma non voglio fare troppo il puntiglioso.

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Piuttosto ci tengo a evidenziare come la sceneggiatura sia alquanto claudicante, con magia, deus ex machina e sviste clamorose da parte di qualche protagonista che vagano per il film un po’ come schegge impazzite. Si tratta di una storia semplice, con buone interazioni tra i personaggi, qualche colpo di scena, ma scritta abbastanza con i piedi; d’altronde la sceneggiatura porta la firma di uno che negli anni ha iniziato a far infrangere le leggi della fisica a dei ladri di DVD.

Fortunatamente il grosso delle pecche viene mascherato da un buon comparto visivo, un ritmo sempre ben sostenuto e mai troppo frenetico, una piacevole colonna sonora, e una comicità largamente presente che però va quasi sempre a segno. Non mancano inoltre riferimenti ai più celebri supereroi DC, e anche questo autocitazionismo non può che portare sorrisi.

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Shazam! Furia degli Dei, in linea con il suo predecessore, si rivela il perfetto cinecomic per tutta la famiglia, una pellicola senza manie di grandezza, priva di pomposità, ma con messaggi semplici e chiari per grandi e piccini. Questo dodicesimo film del fu DCEU è lungi dall’essere perfetto, ma è la prova che se tutti quelli che l’hanno preceduto avessero avuto lo spirito, il cuore e meno pretese della fantastica Shazam family, probabilmente la DC non si sarebbe trovata costretta all’ennesimo reboot cinematografico. Mi raccomando, occhio alle sorprese e rimanete seduti fino alla fine!

Un ringraziamento speciale a Warner Bros. Italia




Il Tac non è un critico cinematografico o uno studioso di cinema, ma semplicemente un cinefilo, seriofilo e all'occorrenza fumettofilo, a cui piacere mettere il becco su tutto quello che gli capita sotto mano... o sotto zampa.

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