La storia del topo cattivo, di Bryan Talbot

la storia del topo cattivo Bryan Talbot Tunué

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La storia del topo cattivo è un fumetto dall’interessante genesi, ed è proprio da questa che vorrei iniziare per poter presentare al meglio l’opera. All’inizio la storia aveva una struttura completamente differente, ma successivamente qualcosa è cambiato: ha acquisito profondità, e con questa profondità l’autore stesso è maturato, ricercando uno stile non solo narrativo, ma anche grafico, che potesse rendere giustizia nel miglior modo possibile alla storia stessa.

Va ricordato, infatti, che l’autore Bryan Talbot è soprattutto noto per i fumetti supereroistici, per storie dinamiche in cui si può anche sperimentare a livello grafico, poiché si conoscono bene i protagonisti e la storia diventa spesso secondaria. La storia di un topo cattivo è stato un fumetto di lunga gestazione proprio per questo motivo: lo studio di uno stile grafico consono. Era necessario potersi approcciare al più ampio pubblico possibile e, al tempo stesso, era fondamentale essere chiari, perché una storia simile non ammette fraintendimenti.

La storia del topo cattivo helen

La storia del topo cattivo è un racconto di disarmante attualità, vicino a quella realtà che il lettore può vivere come accaduto personale o di altri e, per questo, diventa dolorosamente plausibile. La protagonista è Helen Potter, una giovane adolescente che, esasperata dalla sua vita, da una madre anaffettiva e da un padre che abusava di lei, inizia a vagare per Londra con l’unica compagnia di un topolino liberato a scuola dagli esperimenti di dissezione.

Nel suo peregrinare incontra altre persone: alcune la vogliono genuinamente aiutare, mentre altre pensano unicamente ai loro interessi. Non è facile essere una ragazza sola, senzatetto, nel freddo della città, specialmente quando fidarsi del prossimo e permettersi anche solo un contatto fisico diventano ostacoli quasi insormontabili. Arriverà a scappare lontano, il più lontano possibile per non rimanere in contatto con nessuno. Lì, proprio in mezzo al nulla, la sua vita potrà riprendere, ma non prima di aver affrontato i suoi genitori.

La storia del topo cattivo

Ma non è esattamente in mezzo al nulla che Helen giunge: segue l’itinerario e la storia di Beatrix Potter, creatrice di Peter Coniglio; la giovane è particolarmente affezionata a quest’autrice, in cui si rispecchia e i cui racconti le entrano sottopelle. La piccola Rattolina, inizialmente unica fonte di calore affettivo per Helen, diventa una figura sempre più importante e presente, e persino quando non ci sarà più rimarrà nell’immaginario della ragazza.

La storia, nel suo essere lineare, riesce a catturare l’attenzione del lettore, spinto dalla curiosità di cosa accadrà alla giovane, ma anche delle sue reazioni al mondo, che all’inizio appaiono esagerate, ma vengono poi giustificate da un passato che viene pian piano rivelato. Helen è il simbolo di tanti disagi giovanili, non solamente di casi estremi di abusi. In lei si leggono la sofferenza del distacco e del disinteresse genitoriale, la voglia di fuggire (in lei realizzatasi), la dura vita che si deve affrontare stando da soli, per strada; ma è anche il simbolo della rivalsa: di chi ci prova e riprova, ammettendo di avere problemi e lavorandoci sopra, singolarmente e anche chiedendo aiuto.

La storia del topo cattivo cielo stellato

Ne La storia di un topo cattivo si osservano tutte le fasi del lutto, applicabili in generale a grandi dolori e perdite: negazione, rabbia, stadio di patteggiamento o contrattazione, depressione, accettazione. Il viaggio della protagonista non è solo fisico, ma anche metaforico, un viaggio dentro di lei e verso il suo riscatto, in cui la vediamo diventare una donna consapevole, che si lascia alle spalle la fragile, povera bambina affossata dalle colpe altrui.

Questa lettura ha lo scopo di trasmettere una storia e scuotere gli animi. Bryan Talbot ha lavorato tanto su quest’opera e il suo impegno emerge nei disegni e nella consapevolezza di una narrazione strutturata in profondità, sia a livello di trama che di psiche della protagonista e dei personaggi che gravitano attorno a lei. Dovrebbe essere una di quelle letture immancabili nella propria libreria, perché ha tanto da dire, e si fa leggere e rileggere piacevolmente, oltre che osservare (considerando il tratto quasi rilassante tra il realismo e il favolistico, che per certi versi asseconda la cifra stilistica di Beatrix Potter); ma è anche una lettura che andrebbe consigliata fra i libri scolastici, per permettere di affrontare tematiche complesse e poterne discutere.

Helen è “una di noi“, una fra tutti, i suoi occhi sono quelli di una ragazza che si incontra mentre si cammina per strada. La storia di un topo cattivo è un pozzo profondo, scomodo, freddo e pauroso, che però può essere affrontato; una lettura che insegna che non bisogna addossarsi colpe non proprie, e che con fatica, pazienza e dedizione, tutti meritano di conquistarsi il loro piccolo angolo di serenità.

Un ringraziamento speciale a Tunué

Nina-chan Articoli
Dolce, carina, coccolosa, sadica, affascinata dall'horror e dal creepy... insomma, gli opposti convivono in me. "Mani in pasta" ovunque con collaborazioni tra sceneggiature, recensioni, gestione di disegnatori ed autori, sono loro il mio mondo. Datemi libri, non fiori.

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