Gen Pet, di Damián e Àlex Fuentes

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Gen Pet di Damián e Àlex Fuentes è un fumetto edito in Italia da Leviathan Labs che colpisce sin dalla copertina: colori vivaci e stile davvero peculiare, estremamente pop. Ad avviare la storia è un fantastico establishing shot di una Hong Kong del futuro, più precisamente del 2036. Qui Nat Kanan – il giovane protagonista – e i suoi ricchi genitori si godono una vacanza; questi ultimi ne approfittano per regalare al ragazzino un Genpet: un animale da compagnia geneticamente modificato, creato in un futuristico laboratorio cinese per legarsi indissolubilmente al proprio padrone tramite DNA.

L’idea per questo particolare dono appartiene al padre di Nat, Robert. Uomo molto influente a New York City e presidente di una famosa squadra di basket, desidera proteggere il figlio: pare che dei loschi conti in sospeso possano mettere in pericolo tutta la famiglia Kanan.

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Il nuovo “animaletto” di Nat si chiama Niko e, essendo stato concepito per essere una perfetta guardia del corpo, risulta una bestiola abbastanza difficile da gestire: nonostante si affezioni subito al protagonista, continua ad aumentare la sua stazza crescendo di ora in ora, divenendo davvero enorme.

I primi problemi per i Kanan non tardano ad arrivare: poco dopo essere atterrati a New York, Nat, Niko, Robert e il loro autista Ray vengono inseguiti e speronati in una galleria da dei men in black non meglio identificati. Parte una sparatoria; nello scontro, Robert e Ray tengono duro riuscendo a far scappare il piccolo e il Genpet. Più tardi partirà una ricerca incrociata: la polizia avrà l’incarico di rintracciare Nat per riportarlo ai genitori, mentre pare che gli uomini in nero vogliano rapirlo per motivi sconosciuti.

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La Hong Kong del 2036 immaginata da Àlex Fuentes

La Grande Mela che fa da sfondo alle vicende è una metropoli ultramoderna di cui è impossibile non innamorarsi: una città che ha subito un netto processo di orientalizzazione e che, per questo motivo, risulta essere un ipnotico mix tra America, Asia e Giappone.

Ogni tavola – carica di dettagli e minuziosità – è un’esplosione cromatica e un piacere per gli occhi, complice l’uso di colori molto brillanti – oserei dire frizzanti – e di palette variopinte e diversificate. L’aspetto visivo del fumetto risulta sempre adatto a narrare ogni situazione. Pongo nuovamente l’accento sul tratto di Fuentes: è meravigliosamente unico nel restituire personaggi caricaturali e ambientazioni fantastiche.

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Tornando al racconto, durante una delle sue scorribande Nat s’imbatte in una ragazzina – Luisa – che gli offre riparo nel ristorante di suo nonno a Little Italy. Giovanni, questo il nome del personaggio, è il classico vecchio burbero, un cuoco baffuto e leggermente reazionario che odia i cinesi della vicina Chinatown: per colpa della loro “invasione asiatica” è stato costretto a chiudere i battenti della sua trattoria, perdendo il lavoro. È un comprimario che si fa subito adorare per la sua caratterizzazione; inoltre, sia lui che Luisa sono legati a doppio filo con alcuni fondamentali svolte di trama.

In merito a queste ultime, lancio solo un input senza spoilerare: dietro ai misteriosi men in black si cela un boss mafioso di nome Crane. Col procedere della narrazione, riuscirà a mettere le mani sul possente Niko e a sfruttarlo per organizzare dei sanguinosi combattimenti clandestini tra Genpet e umani. La missione dei nostri protagonisti sarà quella di salvarlo.

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Insomma, Gen Pet ha anche una componente action e, a questo proposito, le scene d’azione sono molto ritmate e cartoonesche grazie all’impostazione serrata delle vignette che alterna inquadrature larghe a primi piani e dettagli.

Passando ai diversi difetti che ho riscontrato nell’opera, devo dire di averla trovata davvero breve (si legge in poco più di un’oretta), ciò potrebbe far storcere il naso a chi preferisce storie più approfondite. In secondo luogo, la nota forse più dolente del pacchetto è proprio Crane: un antagonista standardizzato e poco originale, prevedibile come l’andamento della storia.

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La scrittura di Damián è quindi lontana dall’essere perfetta. Tuttavia, a rendere godibile – e per certi versi memorabileGen Pet è la sua componente grafica molto distintiva in stile cartoon che ho deciso di premiare a occhi chiusi. Tutto sommato, è una lettura con cui passare un piacevole e spensierato pomeriggio.

Una nota di merito va anche alla cura riposta nel volume che presenta, in coda, una sezione dedicata a cover alternative, sketch e studi dei personaggi. Un’aggiunta che ho molto apprezzato, dato il pregevole stile artistico del fumetto.

Un ringraziamento speciale a Leviathan Labs

Nefasto Articoli
Videogiocatore incallito, cinefilo dalla nascita, attore di teatro e batterista da diversi anni. Adoro approfondire qualsiasi cosa abbia a che fare con l'arte e l'audiovisivo: è difficile fermarmi quando inizio a scrivere o a parlare focosamente di ciò che amo.

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