I ventuno vaffanculo di Zeno

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Voto:

Se il personaggio dello scrittore Italo Svevo è un inetto tormentato dalla sua malattia e alla ricerca disperata di una qualsivoglia forma di guarigione, potremmo dire che lo Zeno nato dalle menti di Niccolò Roy Testi e del disegnatore Giulio Ferrara sia la sua controparte fumettistica.

Il protagonista di questa breve storia – di sole 72 pagine – è un anziano e burbero signore, e il suo nome è Zeno Moretti, appunto. Quando un male incurabile gli viene diagnosticato, al posto di passare il tempo che gli rimane rinchiuso in clinica prende una decisione tanto istintiva quanto divertente. Viaggiando in treno per la Toscana, sceglie di portare a termine – possibilmente prima di morire – una lista di ventuno persone da mandare a fanculo.

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Le motivazioni dell’astio del signor Moretti sono spesso di poco conto o generano ilarità per il loro essere davvero infantili, sono insomma i classici sassolini da togliersi dalla scarpa: si parla di un debito mai saldato, di una schedina del totocalcio rubata, fino ad arrivare addirittura a scaramucce avvenute in gioventù. Zeno ne ha davvero per tutti: nella sua lista figurano vecchi amici, ex-vicini di casa e conoscenze ormai lontane.

Le prime pagine dell’avventura scorrono veloci come il tempo che rimane al protagonista, completamente coinvolto nell’uccisione dei suoi rimpianti. Rimpianti che, al contrario di quello che la narrazione vuol farci credere inizialmente, non sono poi così banali. Il cuore della storia si snoda attraverso l’alternanza di momenti ambientati nel presente e situazioni appartenenti alla giovinezza di Zeno, trascorsa nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale.

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Dal punto di vista estetico è fondamentale il lavoro di Ferrara che, grazie al sapiente uso di particolari palette cromatiche, riesce a contestualizzare le varie sequenze del fumetto. I colori coinvolti sono tre: il rosso della rabbia di Zeno ormai vecchio, l’arancione misto all’ocra che rappresenta la paura, la morte e la sporcizia della terra nelle trincee in un’estenuante guerra di logoramento. Al giallo, terza e ultima tonalità, arriveremo tra poco.

Il tratto del disegnatore è pulito ma spigoloso, come d’altronde è Zeno Moretti con il suo aspetto caricaturale: il volto longilineo e scavato da zigomi appuntiti, le spalle larghe e le spesse sopracciglia che gli donano una presenza quasi sempre accigliata e minacciosa. Da giovane, tuttavia, è molto diverso. Si presenta infatti come un ragazzo premuroso e sorridente, soprattutto con il suo camerata Gianni con cui passa i duri e burrascosi anni del conflitto. Ho molto apprezzato il modo in cui l’inchiostro è stato utilizzato per appesantire le tavole e rendere vivo il fumo delle esplosioni e la generale lordura della guerra: l’orrore è palpabile.

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A concederci un riparo dagli angoscianti momenti bellici è proprio il giallo menzionato prima. Nel fumetto è il colore della calma e, perché no, della felicità (scoprirete voi il perché di quest’ultima). Volendo essere più precisi, è associato ad una persona, Delta Lapucci, figura di vitale importanza nella vita di Zeno e che pare avere un ruolo nella negatività che attanaglia l’uomo nei suoi ultimi giorni. Lui, nel presente, incontra la donna ad un certo punto del suo viaggio; la malattia, purtroppo, si fa sempre più pressante. Senza fare spoiler, posso dire che le pagine in cui viene narrato il loro rapporto sono le più struggenti della storia.

È proprio questo clima toccante e commovente a chiudere la breve parabola di Zeno Moretti. Un racconto dolceamaro come del cioccolato fondente, racchiuso in un volumetto che vola tra le dita. Finisce in un attimo, ma riesce a far affezionare il lettore ad uno scorbutico anziano, votato alla sua ultima missione da soldato in pensione.

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I ventuno vaffanculo di Zeno è un fumetto che si legge in un soffio, ma nonostante questo è capace di trasmettere forti emozioni. Il mio invito è quello di scoprirlo e di divorarlo, assaporandone i fugaci momenti. L’unico “difetto” di questa piccola opera targata DOUbLe SHOt è che per via della sua brevità mette una gran voglia di averne ancora!

Un ringraziamento speciale a DOUbLe SHOt

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Nefasto Articoli
Videogiocatore incallito, cinefilo dalla nascita, attore di teatro e batterista da diversi anni. Adoro approfondire qualsiasi cosa abbia a che fare con l'arte e l'audiovisivo: è difficile fermarmi quando inizio a scrivere o a parlare focosamente di ciò che amo.

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