Solo Ossa, una storia di vampiri che valorizza le diversità

solo ossa luca ruocco

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Con Denti da latte, Luca Ruocco ha dato (non)vita a un mondo di “vampiri cattivi cattivi” divertente e appassionante, che pur rivolgendosi principalmente a un pubblico giovane sapeva catturare anche la curiosità degli adulti, rivelandosi così una lettura ideale da scoprire insieme. Non a caso i protagonisti erano un padre e un figlio: Bela e Vali; uno rinomato vampiro secolare, l’altro vampiro per caso, accolto tra le creature della notte nonostante preferisse bere latte anziché sangue.

Ora quello stesso mondo allegramente horror torna in un seguito dal titolo Solo Ossa, che scavando più a fondo porta in superficie un nuovo personaggio. Letteralmente, dal momento che lo scheletro Senza Nome (così verrà chiamato per quasi tutto il racconto), verrà trovato da Bela e Vali durante l’ispezione di vecchie tombe di vampiri.

solo ossa vali

Ancora una volta a narrarci la storia in prima persona è il giovane Vali, che ormai più grandicello si prende anche la scena come protagonista accompagnato dal suo nuovo amico ossuto, mentre Bela rimane un po’ in disparte. La particolarità di Senza Nome è che non si tratta di uno scheletro vivente qualsiasi, come quelli del corto Skeleton Dance a cui va subito la memoria, bensì di un vero e proprio vampiretto rimasto bloccato per secoli in una tomba, ancora non-morto ma ridotto per denutrizione a “solo ossa” e affetto da una grave amnesia sulla sua identità e il suo passato. Da qui anche la simpatica gag ricorrente di Vali che prova a dargli un nome, proponendone ovviamente uno più improbabile dell’altro.

Similmente a quanto accadeva in Denti da latte per il neonato Vali, dove il povero Bela cercava di capire di quale strana creatura fosse diventato improvvisamente padre, in Solo Ossa si cercherà di scoprire il mistero che circonda Senza Nome, nel tentativo di ridargli una memoria e un corpo. Nel mentre Senza Nome non può certo rimanere tutto il tempo chiuso in casa, e Vali quindi lo porta con sé nella scuola vampira per farlo socializzare con gli altri succhiasangue, che però visto il suo aspetto così diverso si rifiutano di considerarlo davvero un loro simile.

Specialmente da questo punto in poi ci sono dei messaggi molto ben veicolati sulla valorizzazione delle diversità, che tirano in ballo non solo Senza Nome e Vali, ma anche i loro stessi compagni vampiri, dal momento che persino tra di loro ci sono belle differenze: c’è chi ha dei tratti più animaleschi da licantropo, chi si trasforma in una gattina, chi succhia il sangue con la lingua perché non ha i denti aguzzi… “Ogni succhiasangue deve trovare il suo modo personale di essere un vampiro” è la lezione che impariamo dopo la notte di Halloween da brividi che chiude il racconto.

solo ossa vali senza nome

Un aspetto che ho adorato sia nel romanzo precedente che in questo è la presenza di tante “pillole educative”, volte a introdurre i lettori più giovani all’affascinante immaginario dell’orrore classico e non solo. Mentre Denti da latte si concentrava principalmente sulla mitologia del vampiro e di altre creature, Solo Ossa esplora una varietà più ampia di argomenti, a partire dalle circostanze in cui viene ritrovato Senza Nome.

Queste infatti, pur attenendosi sempre al mondo dei vampiri, raccontano un fatto tristemente storico: un tempo per superstizione alcune persone venivano accusate di vampirismo (spesso donne, non diversamente dall’accusa di stregoneria) andando incontro a una fine orribilmente ingiusta, per di più sepolte in tombe con “sistemi di protezione” per evitare il loro presunto ritorno, come la lama di una falce attorno al collo casomai si fossero rialzate. L’attività in cui sono impegnati Bela e Vali all’inizio del libro consiste nel provare a liberare i veri vampiri rimasti bloccati in sepolture del genere, salvo che non siano stati preventivamente decapitati o impalettati.

L’aspetto di Senza Nome poi è il pretesto ideale per offrire tutta una serie di nozioni inaspettatamente ricche e precise sulle ossa umane, molte delle quali fanno da titolo ai capitoli, e tra le altre cose si arriva persino a parlare del processo di mummificazione presso gli antichi egizi. Quello che apprezzo particolarmente di Ruocco in tutto ciò è la sua capacità rivolgersi ai bambini senza trattarli da stupidi: usa sempre un linguaggio appropriato e non indugia in particolari raccapriccianti al fine di scioccare, ma scrive in maniera schietta senza edulcorazioni inutili. Il tipo di horror che ne risulta dunque è volto più a intrigare e meravigliare che a spaventare, rifacendosi al significato di monstrum come “prodigio”.

solo ossa licantropo

Solo Ossa è una lettura divertente e profonda quanto basta, in grado di farsi apprezzare appieno sia dai piccoli che dai grandi appassionati dell’orrore. I bambini ne usciranno arricchiti da ottimi messaggi veicolati in maniera intelligente, nonché da interessanti nozioni su diversi argomenti, e gli adulti (specialmente i nerd come il sottoscritto e l’autore stesso) non potranno fare a meno di ridacchiare di fronte ad alcuni riferimenti come quello del simpatico colpo di scena finale. La ciliegina sulla torta è la prefazione a cura di Claudio Chiaverotti, storico autore di Dylan Dog e creatore di Morgan Lost.

Che dire, davvero un ottimo lavoro e mi auguro che Ruocco possa trovare nuove idee per altre storie con protagonisti i suoi vampiri cattivi cattivi, che non hanno nulla da invidiare ai protagonisti di tante serie di libri per bambini e ragazzi più blasonate.

Un ringraziamento speciale a Bakemono Lab

RocketSimoon Articoli
Appassionato di film e videogiochi da quando c'erano ancora videocassette e floppy disk, da meno tempo anche di serie tv. Sono curioso per natura e per questo non specializzato in un unico genere, ma tendo a preferire horror, thriller e azione.

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