Morbius

morbius recensione

Voto:

Rimandato da quasi due anni a causa del Covid-19, arriva finalmente nelle sale Morbius, terza fatica del SSU (Sony’s Spiderman Universe), che con Venom e Venom – La Furia di Carnage si è rivelato un vero e proprio dispensatore di capolavori audiovisivi.

Spero abbiate colto la sottilissima ironia.

La storia di Morbius, similmente a quella dei fumetti Marvel, segue le vicende del biochimico Michael Morbius, che soffrendo di una rara malattia del sangue cerca un modo per guarire se stesso, ma inavvertitamente viene infettato da una forma di vampirismo che gli dona poteri sovrannaturali. Dal momento che parliamo di un antieroe, sarebbe stato interessante esplorare un suo conflitto interiore, o perlomeno mostrare seriamente del sangue. Peccato però che la prima cosa venga trattata in maniera fin troppo debole, superficiale e (come per tutto il film) con dialoghi banali, e di sangue ce ne sia ben poco.

Morbius e Martine

Nei panni del vampiro vivente troviamo Jared Leto, l’unico che sembra credere veramente nel progetto, dovendo però (come probabilmente accaduto per il suo Joker nello SnyderVerse) scontrarsi con una sceneggiatura povera, prevedibile e scontata, in questo caso scritta da Matt Sazama e Burk Sharpless (autori di altre perle come Dracula Untold, God of Egypt e The Last Witch Hunter), e con la regia un po’ meno colpevole di Daniel Espinosa (Life, Child 44).

Il resto del cast include Adria Arjona nel ruolo della collega nonché interesse romantico del protagonista Martine Bancroft, gli sprecatissimi Tyrese Gibson e Jared Harris, e un Matt Smith che nel suo piccolo gigioneggia e tenta di dare un minimo di senso al personaggio di Milo, ma quando ci riesce è sempre per meriti propri, non di certo grazie alla sceneggiatura.

Quelli elencati sono i soli personaggi presenti nel film, sui quali si sarebbe potuto lavorare discretamente, e invece finiscono per non essere minimamente approfonditi o con l’imbastire tra di loro legami deboli, in maniera elementare e sbrigativa. Insomma, personaggi dei quali allo spettatore, alla fine della fiera, importa ben poco. Eppure, Jared Leto e Matt Smith quando condividono la scena risultano accattivanti e avrebbero potuto avere una bella alchimia, un gran peccato.

morbius matt smith

Personalmente non parto mai troppo prevenuto quando entro in sala, mi siedo sempre aspettandomi un film quantomeno gradevole, al più passabile (anche quando vado a vedere l’ennesimo Transformers di Michael Bay, tanto per fare un esempio). Purtroppo però Morbius si rivela esattamente ciò che il pubblico temeva: un film con un plot discreto forse per i primi anni 2000, con un villain stereotipato e dalle motivazioni ai limiti del risibile (che fa determinate cose senza avere le specifiche conoscenze necessarie), senza colpi di scena, piatto, e per di più con uno scontro finale sbrigativo, privo di pathos, che vorrebbe provare ad apparire come qualcosa di memorabile, ma finisce inesorabilmente per risultare confuso e quasi a rischio emicrania. Il film prova anche a darsi un tono, evitando le battutine perlopiù irritanti inserite nei film su Venom (e questo può essere un punto a suo favore), ma è tutto troppo raffazzonato, portato avanti in maniera svogliata e pigra.

Piuttosto discutibili anche gli effetti visivi, perché se da un lato infatti è passabile il modo in cui vengono rappresentate le nuove “percezioni” e capacità del protagonista, non si capisce cosa debba essere quella sorta di scia che si porta dietro quando è in azione, quasi come se i suoi poteri avessero origine magica. Non ha alcun senso. Il concept delle fattezze vampiresche poi sarebbe anche interessante, ma è la realizzazione in digitale che ogni tanto lascia a desiderare.

morbius effetti speciali

Purtroppo Morbius, terzo film di questo SSU, conferma la mediocrità di un progetto che è riuscito miracolosamente a proseguire dopo il primo Venom, e che ad oggi (unica spiegazione possibile) continua ad andare avanti solo grazie alla speranza degli spettatori di vedere interazioni con il Marvel Cinematic Universe, assecondando così i produttori Sony, che proseguono spediti, per inerzia, con poche idee mal realizzate.

A tal proposito, le due scene post-credit con protagonista l’Avvoltoio di Michael Keaton (presente anche nei trailer, quindi non si tratta di spoiler) sono quanto di più insensato, forzato e ai limiti del deprimente si sia mai visto in un film del genere. Si sa, nel mondo dei cinecomic ormai si può fare di tutto, ma farlo così male, svogliatamente e senza rispetto per gli spettatori con un minimo di neuroni funzionanti, forse inizia ad essere un po’ troppo.

    Il Tac non è un critico cinematografico o uno studioso di cinema, ma semplicemente un cinefilo, seriofilo e all'occorrenza fumettofilo, a cui piacere mettere il becco su tutto quello che gli capita sotto mano... o sotto zampa.

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