The Last Witch Hunter

Voto:

Anno 1200 (più o meno): un gruppo di guerrieri accompagnati da padre Dolan si dirige verso il covo della malvagia Strega Regina, colei che ha riunito le streghe allo scopo di distruggere l’umanità e ha lanciato la piaga della Peste.

Vin Diesel versione vichingo barbuto. Direi che è pronto per un cameo in Vikings.
Vin Diesel versione vichingo barbuto. Direi che è pronto per un cameo in Vikings.

Tra i guerrieri c’è Kaulder (Vin Diesel): possente vichingo che ha perso tutto a causa della terribile malattia, e che non teme di morire pur di vendicarsi e distruggere la perfida megera. Ma la Strega Regina è cattiva fino al midollo (compresa la spina dorsale che porta appesa dietro la schiena), e non perde l’occasione di maledire Kaulder condannandolo alla peggiore delle sue paure: non morire mai, vivere e soffrire per sempre.

800 anni dopo, Kaulder si aggira ancora per il mondo cacciando streghe, ma non più per vendetta: lui è L’Arma dell’Ordine dell’Ascia e della Croce, ordine nato per mantenere la pace tra uomini e streghe, che ora possono vivere serenamente tra gli umani comuni a patto di rispettare la tregua e non usare i propri poteri a scopi malvagi. Il mondo sembra ormai aver raggiunto il pieno equilibrio, e Kaulder si è rassegnato ad un’eterna vita scandita dalla solita routine e dalla compagnia di sempre nuovi Dolan: uomini di chiesa consacrati all’ordine che assumono il nome di Dolan e il suo ruolo di aiutante e confidente, ormai giunti al loro 37° esponente (Elijah Wood).

Ma un’improvvisa tragedia smuove le acque tranquille in cui il mondo nuota, e l’esperienza maturata da Kaulder nei lunghi anni di vigilanza gli fanno subito notare i segni
di una seria minaccia che affonda le radici nei segreti del suo passato. Per recuperarne memoria ha bisogno di Chloe (Rose Leslie), abile e potente pozionista, ma ritrovare i ricordi non sarà così facile, e sarà sempre più chiaro che svelare il mistero farà la differenza tra la distruzione e la salvezza della tregua.

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“Riddick, Ygritte e Frodo Baggins entrano in una chiesa…” sarebbe un buon inizio per una barzelletta.

The Last Witch Hunter è un film molto diverso da come me l’aspettavo: mi ero preparata ad una dose coatta di “botte e ignoranza fantasy”, e invece ho trovato una trama che, come mi è stato fatto notare, potrebbe essere un’ottima quest di una campagna gdr. Dopotutto, Vin Diesel figura tra i produttori ed è un ottimo Dungeon Master. Coincidenza? Forse. Resta il fatto che il plot, nonostante metta insieme elementi non proprio originali, è lineare, senza buchi di trama, scorrevole e, a mio parere, molto gradevole.

L’elemento investigativo è predominante: tutto si basa intelligentemente sull’esperienza maturata da Kaulder nei suoi lunghi anni di vita, fatto che dimostra il suo essere un personaggio che impara, che evolve e non si limita a roteare spade infuocate perché “botte e ignoranza fantasy”. Ingegno e strategia sono la sua vera forza, e nemmeno l’aspetto “impaciottito” di Vin stona troppo, dandogli un aspetto più umano. Dopotutto, è una persona anche lui, gli piacerà ingozzarsi di hamburger, e non capisco come due guanciotte e un po’ di pancetta possano essere catalogate come un difetto del film, come ho letto in giro. Non sono mica elementi che incidono sul peggiorare la trama.
samIl contrario, invece, si potrebbe dire del ruolo affidato ad Elijah Wood, che può essere indicato come il difetto serio del film: il 37° Dolan finisce ben presto relegato fuori schermo per cedere lo spazio Chloe, per poi riapparire alla fine.
La sensazione che lascia è quella di essere stato inserito perché quel personaggio andava inserito per forza, quando in realtà il potenziale per una forte personalità c’era: sarebbe bastato dargli spazio. Gestione sbrigativa del personaggio o cachet troppo alto? Domanda che si perderà nella mia non voglia di mettermi a indagare.
C’è comunque da dire che il contrasto grande Vin/piccolo Elijah funziona bene a livello visivo, specie per lo sguardo un po’ perso di Wood, che ogni tanto sembra star ancora fissando l’altopiano di Mordor chiedendosi come arrivare vivo al Monte Fato, mentre Vin da l’impressione di esserci già arrivato da un pezzo dopo aver fatto a pezzi un migliaio di orchetti (similitudine che non si discosta poi tanto dalla  realtà nel film).

Un po’ inconsistente è anche l’antagonista che tiene banco per gran parte del film, Baltasar Ketola (Ólafur Darri Ólafsson), che svolge bene il suo ruolo di avversario ma niente di più. In realtà la sua presenza e l’efficacia del suo operato hanno una buona logica a sostenerli, ma è poco valorizzata per motivi concatenati ad altri difettucci e ciò appare chiaro alla fine, quando tutti i nodi arrivano al pettine e la visione generale che si ha è completa. Ma non posso essere più specifica, o rischierei di scrivere troppo.

Ottimo elemento, invece, è la presenza di un Michael Caine in grande spolvero come 36° Dolan: piccolo ruolo, ma d’effetto, decisamente azzeccato.
E azzeccate sono anche le donne del film.

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Ciao, sono Rose Leslie. Amatemi.

Rose Leslie è adorabile, assolutamente adorabile, e anche se ogni tanto temevo di sentirle partire un bel “Tu non sai niente!”, devo dire che funziona molto bene insieme a Diesel. E’ talmente adorabile che riesco solo a scrivere quanto sia adorabile. Ho paura di essere estremamente di parte riguardo a lei, ma non vogliatemene: a me piace.

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La Strega Regina sexy version. A modo suo.

La Strega Regina (Julie Engelbrecht) ha un buon carisma e riesce ad apparire orribile, disgustosa, dotata di un pessimo gusto dell’arredamento e di un senso estetico anche peggiore, ma anche affascinante e macabramente ammaliatrice. Un’ottima megera, insomma, col brutto vizio di riarredare ogni luogo in cui si trova (e l’ho già detto che col design d’interni è una frana). Degno di nota lo sfizioso particolare della colonna vertebrale appesa alla sua schiena, che pende orrendamente e si muove sinuosa assieme a lei: un delizioso tocco creepy che ho apprezzato.
Ma la Regina non è l’unica creatura della CGI ad essere riuscita, tutto il film ha un buon livello di effetti speciali, usati in modo sapiente senza risultare pacchiani. Gli occhi luminescenti delle streghe quando usano i propri poteri sono forse un po’ kitsch, ma l’elemento è quasi definibile un classico ed è reso meglio che in altre produzioni, e il risultato non dà fastidio.

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Ho detto che la Strega Regina arreda malissimo, ma anche il Consiglio non scherza. Il pessimo senso estetico deve essere una tara genetica propria delle streghe.

Il mio giudizio finale su tutto questo è che The Last Witch Hunter è certamente un film che consiglierei, perché le sue imperfezioni non vanno a ledere il suo potenziale d’intrattenimento ed è sia godibile che avvincente, assicurando una serata divertente a chiunque decida di guardarlo.

Probabilmente avrà un seguito, e io credo proprio che mi metterò in fila per vederlo al cinema. Ci sarete anche voi?

Concludo tutto con una chicca finale: un ritratto d’epoca del 1° Dolan.

Un ritratto di Padre Dolan. E non ditemi che non ci avete pensato.
Il Padre Dolan originale. E non ditemi che non ci avete pensato anche voi.

PS: Si ringrazia Asmael per le battute suggeritemi.
Non sapete chi è Asmael? Beh, lui lo sa e ci teneva ai ringraziamenti (sennò s’offende).




Lithyan Articoli
Una giovane donna che sente di essere una vecchia di 70 anni con lo spirito di una ragazzina di 16. Appassionata di serie tv e qualsiasi cosa sia leggibile, la sua triplice età la rende in grado sia di entusiasmarsi come la più esaltata delle bimbaminkia, sia di criticare tutto come un anziano che fissa un cantiere, anche contemporaneamente.

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