Call of Duty: Vanguard (Xbox Series X|S)

call of duty vanguard recensione

Voto:

Dopo gli ottimi Modern Warfare di Infinity Ward e Black Ops: Cold War di Treyarch, Call of Duty torna con un nuovo capitolo sviluppato da Sledgehammer Games, dal titolo Call of Duty: Vanguard. Come per Call of Duty: World War II, il secondo conflitto mondiale fa da sfondo alle vicende narrate, ma questa volta concentrandosi sui vari fronti di guerra, in una finestra temporale compresa tra il 1941 e il 1945.

call of duty vanguard fuoco

Il gioco si apre a bordo di un treno, nel 1945, mentre una squadra di sei soldati capeggiata dal sergente Arthur Kingsley cerca di far luce sul progetto nazista “Phoenix“. Imprigionati in una fortezza tedesca nelle primissime battute di gioco, verranno quindi presentate le storie dei vari componenti del gruppo, raccontando gli eventi personali che li hanno segnati e ciò che li ha spinti ad unirsi per combattere le potenze dell’Asse. Dalla Berlino del 1945 quindi torneremo indietro nel tempo vedendo l’attacco a Stalingrado nella fredda Unione Sovietica, la Battaglia delle Isole Midway tra l’esercito statunitense e quello giapponese, fino ai roventi deserti di El Alamein, ma non solo.

La varietà sicuramente non manca, merito anche della differenziazione presente tra i vari protagonisti di ogni missione e le loro peculiari abilità. Ad esempio Polina Petrova, ex-medico dell’armata rossa, ha la possibilità di fare parkour, mentre Wade Jackson, pilota di aerei e soldato della marina statunitense, può rallentare il tempo grazie ai suoi riflessi fuori dal comune. Purtroppo, queste peculiarità di ogni membro della squadra non vengono sfruttate appieno, colpa anche della linearità della campagna principale e della sua breve durata, appena 6 ore. Avere a disposizione numerosi protagonisti ha inevitabilmente ridotto ai minimi termini il tempo nel quale poter fare uso di queste abilità. Lo stesso discorso si può applicare alla caratterizzazione degli stessi, che si presentano con un background potenzialmente molto interessante, ma vengono purtroppo approfonditi frettolosamente e in maniera superficiale. Anche la fazione nemica non gode di una particolare caratterizzazione e spesso si cade nel cliché più classico del nazista cattivo che vuole dominare il mondo.

call of duty vanguard stalingrado 2

Come avrete capito l’espediente del flashback è un elemento costante di Call of Duty: Vanguard, e funziona nel raccontare alcune sfumature del secondo conflitto più grande della storia. Il problema principale emerge però quando l’elemento sorpresa viene a mancare del tutto, e ciò che accade su schermo si dimostra piuttosto prevedibile e senza guizzi narrativi interessanti. In tal senso il passo indietro rispetto a Black Ops: Cold War è piuttosto evidente, con la completa assenza di missioni o obiettivi secondari, a cui si aggiunge anche la mancanza di collezionabili, elemento distintivo del brand. Infine, va citata una spettacolarità molto contenuta delle missioni, caratteristica che al contrario ha sempre contraddistinto la serie, presente stavolta solo in piccole dosi e in alcune specifiche missioni.

Pad alla mano, invece, la campagna è stata decisamente più convincente, forte del gunplay che ha sempre contraddistinto Call of Duty, immediato e con un feeling che ancora oggi ha ben pochi rivali. Anche la varietà di scenari presenti, come accennato in apertura di recensione, gioca un ruolo fondamentale in questo, con approcci ed equipaggiamento ben differenziati in base alla tipologia di scontro. Si passa quindi da battaglie frontali più classiche contro la fazione nemica fino a missioni stealth dai ritmi meno sostenuti. Proprio in quest’ultime emerge però un ulteriore difetto di Call of Duty: Vanguard, ovvero un’intelligenza artificiale nemica ed alleata molto carente, anche ai livelli di difficoltà più elevati. Il problema, per quanto contenuto nel caso degli scontri a fuoco diretti, diventa evidente soprattutto quando i nemici fanno praticamente finta di non vederci, facendo crollare la credibilità di quanto avviene su schermo.

call of duty vanguard midway

Se la campagna mi ha complessivamente deluso, lo stesso non vale però per il multiplayer competitivo, che dopo una beta non eccezionale arriva più in forma che mai nella versione finale del gioco. In linea con quanto osservato in Warzone e i suoi recenti aggiornamenti, troviamo un time-to-kill che si pone come una via di mezzo tra quanto visto su Black Ops: Cold War e il Modern Warfare uscito due anni fa, una soluzione che ho apprezzato particolarmente. Tornano ovviamente anche le tantissime opzioni di personalizzazione e modifica per armi ed equipaggiamento grazie all’Armaiolo, unito ad un sistema di progressione che può tenere i giocatori incollati al gioco per mesi. Potremo infatti sbloccare oltre 10 operatori, ciascuno col suo livello ed equipaggiamento dedicato.

Il divertimento è assicurato poi dalle numerose modalità presenti, che spaziano dal classico Deathmatch fino a Pattuglia, una particolare versione di Dominio dove il punto da conquistare si muove di volta in volta nella mappa, ricordando per certi versi il classico Re della Collina tipico della serie Gears of War. Infine, una novità assoluta è il Ritmo di Battaglia, una voce presente nel menù multiplayer che consente al giocatore di scegliere la frenesia del gioco in modalità partita veloce, regolando parametri quali la dimensione della mappa e il numero di giocatori. Proprio sulle mappe, che sono circa una ventina, va spesa qualche parola positiva essendo ben strutturate e mai confusionarie, anche se quanto fatto da Infinity Ward in passato rimane ancora irraggiungibile a mio modo di vedere. Pad (o mouse) alla mano, ci troviamo quindi davanti ad una componente multiplayer assolutamente promossa, che fa tesoro di pregi e difetti riscontrati in Modern Warfare e Black Ops: Cold War con una reinterpretazione di Sledgehammer Games che ho decisamente apprezzato.

Menzione importante per la presenza del tanto amato cross-play, che ci permetterà di giocare con amici su qualsiasi piattaforma, tra Xbox, PC e Playstation, a patto di utilizzare la stessa periferica di controllo, gamepad o mouse/tastiera (supportati anche dalla versione console), che per ovvi motivi si troveranno in playlist separate. Questo concetto del superamento delle barriere tra piattaforme di gioco diverse lo ritengo estremamente importante, e l’augurio è che ogni software house prima o poi si adegui di conseguenza.

call of duty vanguard polina

Torna infine anche la modalità Zombie, l’esperienza multiplayer cooperativa più nota della serie Call of Duty. Questa risulta particolarmente divertente anche se giocata utilizzando il matchmaking del gioco, ma chiaramente dà il meglio di sé quando sono presenti amici con i quali dialogare tramite chat vocale. Le partite sono piuttosto classiche: dopo aver scelto uno tra gli operatori disponibili, dovremo affrontare ondate di zombie di vario tipo, tra cui corazzati ed esplosivi, potenziando il nostro equipaggiamento di volta in volta. La modalità Zombie al momento non dispone di tantissimi contenuti, ma come accade solitamente verrà aggiornata nel corso dei mesi, con l’inserimento anche di mappe storiche della serie, come quelle provenienti da Call of Duty: World at War. I progressi tra le due modalità multigiocatore sono finalmente condivisi, per la gioia di chi lamentava proprio questa forzata separazione tra competitivo e modalità Zombie.

In generale l’esperienza online con Call of Duty: Vanguard si è dimostrata priva di problemi e il netcode piuttosto stabile e pulito. Ovviamente una linea internet dotata di un buon ping e il NAT aperto è sempre il requisito raccomandato per non incappare in problemi di lag o rallentamenti durante le partite.

call of duty vanguard midway 2

Tecnicamente parlando, il nuovo gioco di Sledgehammer Games si presenta in linea coi due precedenti titoli della serie, condividendo con essi lo stesso motore grafico, l’IW engine 8.0. Alcuni scenari però spiccano più di altri, come Stalingrado o i livelli in notturna ricchi di luci artificiali; non manca in ogni caso qualche texture meno definita, in special modo nei livelli densi di vegetazione a schermo. Sempre ottimo l’utilizzo del motion capture per i volti, un miglioramento netto già osservato nei precedenti due capitoli della serie.

La resa grafica generale è quindi promossa e la varietà di ambientazioni presenti mette l’engine nella condizione di mostrare i muscoli nelle situazioni più disparate. Call of Duty: Vanguard arriva su Xbox Series X e S ad un frame rate ancorato ai 60 fotogrammi al secondo, con l’opzione dei 120 FPS per coloro che dispongono di una TV o un monitor compatibile. Purtroppo ho notato qualche episodio di stuttering e cali di frame in alcune situazioni di gioco, anche quelle non eccessivamente dense di contenuti a schermo, segno evidente che il codice di gioco ha bisogno ancora di qualche lavoro di pulizia; in ogni caso nulla di drammatico che vada a compromettere la giocabilità. Troviamo infine il supporto all’HDR.

Sull’audio nulla da segnalare. Il sound delle armi è nella media e il doppiaggio completamente in italiano è di buona qualità, come da tradizione per la serie. Buone le musiche di accompagnamento, in particolar modo il tema principale composto da Bear McCreary, già apprezzato nell’ultimo God of War oltre che in numerose serie TV. Presente il supporto al Dolby Atmos per l’audio multicanale.

cod vanguard usignolo

Call of Duty: Vanguard è un titolo dalla doppia personalità. Da una parte troviamo una campagna complessivamente deludente, che narrativamente non funziona come dovrebbe e getta via la possibilità di approfondire meglio la storia dei personaggi, oltre a proporre banalizzazione oltremodo forzata del secondo conflitto mondiale. Molto diverso invece il lavoro svolto sulla componente multiplayer, competitiva e cooperativa, che funziona decisamente bene e trasmette un senso di progressione che può creare dipendenza.

Se speravate in una campagna d’impatto alla Modern Warfare o figlia di quanto fatto l’anno scorso con Black Ops: Cold War purtroppo rimarrete delusi. Se invece non vedete l’ora di buttarvi nella mischia online, magari in compagnia di qualche amico, Call of Duty: Vanguard potrebbe essere il gioco che fa al caso vostro.

Un ringraziamento speciale ad Activision

Mentore Articoli
Alessio Contini all'anagrafe, Mentore sul web. Videogiocatore a 360 gradi, appassionato di tecnologia, automobili e semiotica. Studio linguaggi dei media e comunicazione.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*