Zombie 100: Cento Cose da Fare Prima di Non-Morire 001

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Voto:

Tra le uscite più recenti di J-Pop spicca certamente Zombie 100, manga sceneggiato da Haro Aso (Alice in Borderland) e illustrato da Kotaro Takata. Il volume si fa spazio tra gli altri grazie ad una coloratissima copertina e a due sottotitoli davvero accattivanti: “I’d rather be eaten by zombies that not tell her I love her” e “Cento cose da fare prima di non-morire“. Da grande estimatore del panorama zombie e di tutta la sua collaterale cultura pop, non ho potuto resistere al forte richiamo di questo fumetto, sperando di trovarmi davanti ad un’opera fresca e originale come le sue premesse lasciano intuire.

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Il protagonista è il ventiquattrenne Akira Tendo, impiegato da tre anni in una casa di produzione televisiva che si occupa di numerosi spot pubblicitari. Le prime pagine del racconto ci mostrano il ragazzo agli inizi della sua carriera: affronta la vita con un comportamento decisamente propositivo ed energico, ama il suo impiego come poche cose al mondo. Non passa molto tempo, tuttavia, perché la narrazione prenda tutt’altra piega: l’azienda di Akira è in realtà una black company, ovvero una società che foraggia una competizione malsana in cambio di paghe misere e di uno sfruttamento che rasenta la schiavitù.

Tutto ciò per il giovane salaryman si traduce in un vero e proprio lavaggio del cervello, contaminato dall’impossibilità di licenziarsi a causa dei violenti abusi di potere e da una forte depressione che lo spinge sull’orlo del suicidio. È il caso di dirlo, Akira Tendo ci viene presentato come uno zombie fatto e finito.

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La svolta che dà il via alle vicende principali del manga avviene all’improvviso: pare l’inizio di una nuova, stressante giornata all’insegna dell’esaurimento nervoso, ma… Tokyo è deserta ed è in questa desolazione che spunta il primo di centinaia e centinaia di morti viventi. Non serve molto ad Akira per rendersi conto di essere in una situazione catastrofica. Qui Zombie 100 assume le sue caratteristiche tinte paradossali ed esilaranti: pur trovandosi in estremo pericolo, il ragazzo non può sopportare l’idea di star facendo tardi a lavoro. Aspetta ma… quale lavoro? Ah già: non dovrà più andarci! La sua impagabile gioia nel constatare questo radicale cambiamento è sottolineata a dovere da un’iconica splash page che potete ammirare di seguito.

Paradossale è poi il fatto che l’ex-impiegato trovi proprio nell’apocalisse zombie il modo per godersi nuovamente appieno la vita, insieme a tutte le sue sfaccettature: l’azzurro del cielo, il verde degli alberi… il rosso vivo del sangue. Vedere Akira Tendo – estremamente rinfrancato – affrontare con un sorriso, tanta spensieratezza, ironia e impulsività i disastrosi eventi in corso è qualcosa di straniante; una trovata furba e ben riuscita per svecchiare la classica formula di una storia basata sui non-morti.

A rinforzare questa operazione di ringiovanimento sono diverse gag che contribuiscono a strappare qualche risata e a ritmare la narrazione. Quest’ultima si rivela molto piacevole da seguire: le atmosfere sono quasi sempre sopra le righe, in un modo non così prevedibile come si potrebbe pensare. Da sottolineare una spiccata componente slice of life che si adatta comicamente alla drammatica ambientazione post apocalittica.

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Inserita nella sceneggiatura – la copertina del manga non lascia spazio a equivoci – abbiamo una sottotrama amorosa che aiuta a donare ulteriore freschezza all’intreccio. In particolare, il bersaglio dell’infatuazione del nostro Akira è Shizuka Mikazuki: ragazza atletica e dal fascino misterioso, incrocia il nostro protagonista in un konbini mentre entrambi sono presi dal rifornimento delle rispettive provviste. Grazie al suo caratterino tutto pepe, Shizuka sa badare a sé stessa e trascorre le proprie giornate allenando mente e corpo per tentare di sopravvivere alla soffocante epidemia.

Haro Aso, grazie a lei, veicola diversi e molto apprezzati riferimenti alla già citata cultura pop: per capire come uscire viva dalla catastrofe, Shizuka visiona dei film il cui tema di fondo dovrebbe essere ormai chiaro; si parla di pellicole più o meno cult come Zombieland, L’alba dei morti viventi (di Romero, non di Snyder grazie a dio) e Il ritorno dei morti viventi di Dan O’Bannon. Questi lungometraggi permettono alla giovane sopravvissuta di catalogare minuziosamente i mangia-cervelli.

Da segnalare, sempre in merito a questo comprimario, il per nulla celato fanserviceZombie 100 non perde mai l’occasione per mostrarci, a più riprese, le generose forme della ragazza. Segue un esempio oltremodo palese ed esplicativo.

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Con l’aggravarsi dell’apocalisse, Akira si rende conto che “il tempo per fare le cose che vogliamo non basta mai“, così nasce la nutrita lista che dà il titolo all’opera di Aso e Takata, piena delle idee più disparate. Un vero e proprio inno alla vita. Il nostro protagonista vuole, anzi deve, recuperare il tempo perduto con tutte quelle attività ricreative che il lavoro gli aveva proibito: uscire con dei nuovi amici, fare serata e bere birra, andare a trovare i genitori, conquistare la ragazza dei suoi sogni (non facciamo fatica a credere che sia proprio Shizuka).

A proposito di nuovi e vecchi amici, ad arricchire il cast dei personaggi è anche Kenichiro Ryuzaki, detto amichevolmente Kencho, che potremmo considerare il contraltare di Tendo: un Don Giovanni benestante e pieno di charme che si gode i piaceri della vita, dal sesso all’alcol. Il bello della sua caratterizzazione è che essa si rivela, inaspettatamente, più sfaccettata del previsto: anche lui come il suo coetaneo, riesce a stare immediatamente simpatico al lettore.

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Quanto al tratto di cui gode il volume, ci si attesta su un livello abbastanza standard. Il lavoro di Kotaro Takata è però impreziosito da un sapiente uso dell’inchiostro che restituisce un certo sentore orrorifico e da occasionali tavole molto cinetiche. Queste abbondano nei vari momenti in cui il protagonista si trova a dover fronteggiare orde di morti viventi o a fuggire a gambe levate a bordo della sua Harley-Davidson. Inoltre, non mancano sequenze esplicite che passano dal nudo alla violenza carnale. In questo l’invasione zombie è piacevolmente realistica.

Tirando le somme di questo peculiare manga, posso quindi dire che – nonostante si intuisca vagamente il possibile andamento futuro delle vicende – Zombie 100 resta una divertente lettura per tutti gli amanti dei non-morti, un fumetto che si divora in un pomeriggio e che saprà soddisfare chi è alla ricerca di un prodotto leggero e poco impegnato. È tanta la curiosità di vedere nuovamente Akira Tendo in azione e, soprattutto, di scoprire chi o cosa ha fatto scoppiare la terrificante pandemia!

La realtà è lì, esiste e basta. Il mondo in cui vivi può diventare un inferno o un paradiso a seconda di come lo guardi e lo interpreti! – Haro Aso

Un ringraziamento speciale a J-Pop

Nefasto Articoli
Videogiocatore incallito, cinefilo dalla nascita, attore di teatro e batterista da diversi anni. Adoro approfondire qualsiasi cosa abbia a che fare con l'arte e l'audiovisivo: è difficile fermarmi quando inizio a scrivere o a parlare focosamente di ciò che amo.

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