Wytchwood (Nintendo Switch)

wytchwood recensione

Voto:

Ahi ahi ahi, quant’è difficile doversi confrontare con un videogame per il quale si nutrivano curiosità e si avevano elevate aspettative. In fondo non credo neanche sia colpa mia, visto che i trailer di Wytchwood avevano messo in mostra le enormi potenzialità dell’avventura fiabesca targata Alientrap. Non sto dicendo che suddetti video fossero menzogneri, tutt’altro; l’ispirata ambientazione è ancora lì, sul prodotto finale, così come lo sono i taglienti dialoghi dei personaggi o la splendida colonna sonora. Ma quel che per me non funziona di tutta l’opera è proprio la sua meccanica ludica principale e, purtroppo, per un videogame non è poco.

Wytchwood Cimitero
Il cimitero, una delle varie aree di gioco, mi ha piacevolmente impressionato per la sua caratterizzazione.

Wytchwood è una “crafting adventure“, così come la descrivono gli stessi autori del gioco sui vari store dov’è in vendita (a proposito, è disponibile anche per PC, PlayStation e Xbox). Vi dico subito, però, che sebbene il crafting sia al centro di tutte le vicende che riguardano la simpatica strega protagonista della storia, sarebbe stato più consono descrivere l’opera come “sequela interminabile di fetch quest”. Il motivo dietro la mia polemica descrizione del titolo è da rintracciarsi nell’utilizzo che la software house fa del crafting, che in questo caso non lascia alcuno spazio alla creatività del giocatore, nonostante sia parte saliente del gameplay.

Si passano quindi poco più di 10 ore a raccogliere, mescolare e combinare ingredienti per creare oggetti che poi andranno montati su altri, al fine di essere donati magari ad un NPC in un ciclo infinito che ha come fine solo quello di completare l’almanacco delle ricette, chiamato Grimorio. Capite da soli che la creazione, in questo loop continuo imbastito dagli sviluppatori con lo scopo di allungare il brodo, perde completamente di senso. A peggiorare le cose c’è l’estrema nidificazione delle missioni, che rende frustrante il già pesante backtracking dei materiali.

Per fortuna il ritmo di gioco è molto blando e rilassato, complici anche le musiche e la trama, e Wytchwood riesce a risultare in diverse situazioni un’esperienza quantomeno piacevole se vissuta nell’ottica giusta. La stragrande maggioranza dei giocatori, tuttavia, vivrà le missioni, così odiosamente incastellate, come un’inutile forzatura e un grande spreco per un titolo che, viste le premesse visive e artistiche, avrebbe meritato un ripensamento del core del gameplay.

Wytchwood Grimorio
Il Grimorio è il libro delle ricette che la povera strega, senza memoria, dovrà riempire nel corso dell’avventura.

Se siete ancora qui vuol dire o che siete grandissimi appassionati di crafting game, oppure che le immagini allegate all’articolo hanno giustamente destato la vostra curiosità. Sotto il punto di vista dell’art style non potrei darvi torto, dato che Wytchwood presenta un’interessante e curato stile visivo, che ricorda molto le figure dei libri di fiabe per bambini. Purtroppo la conversione per Nintendo Switch è piuttosto dozzinale, e mi sembra incredibile che un gioco così graficamente leggero debba ricorrere a texture di bassa qualità per la console ibrida giapponese. Vi basterà inoltre usarla in modalità portatile per imbattervi in odiosissimi e vistosi cali di frame rate di cui, francamente, non si riesce neanche a rintracciare la causa vista la loro randomicità.

Wytchwood Texture Switch
Purtroppo su Nintendo Switch alcune sezioni di Wytchwood risultano fortemente confuse, vista la scarsa qualità di alcune texture.

Superate (a fatica) le difficoltà tecniche, quel che rimane è comunque un gioco artisticamente incantevole, che riesce a combinare alla perfezione quanto mostra a schermo alle emozioni trasmesse dall’eccellente colonna sonora, davvero di qualità in ogni circostanza. Vi basti sapere che nel gioco si viaggerà per diversi mondi e che questi hanno tutti una loro fortissima personalizzazione. Quello che più mi ha sorpreso e convinto è stato il cimitero, vista la sua rappresentazione così tanto evocativa ed emozionante.

Altrettanto valido è il modo in cui sono state trattate le schermate di dialogo, dove immagini statiche dei personaggi possono contare su ricche descrizioni testuali che contribuiscono in maniera efficace a rendere più convincente la storia. I dialoghi, inoltre, sono in larga parte sferzanti, ironici, e in questi spicca in maniera evidente la personalità tagliente e sarcastica della protagonista. Peccato che il gioco presenti solo l’inglese come lingua europea, pertanto qualora non abbiate una buona conoscenza dell’idioma della Regina, mi sento di sconsigliarne l’acquisto.

Wytchwood capra
I dialoghi di Wytchwood sono spesso irriverenti, soprattutto quelli con la capra.

L’ultima fatica di Alientrap ha un’impronta fortemente narrativa, ed è costellata da una lunga serie di trame che si collegano al movente della strega. Lei non ricorda niente di ciò che le è successo e, all’avvio del gioco, sa solo che ha stretto un accordo con una capra parlante. Il losco ovino reclama, in modo fermo e deciso, la volontà di ricevere ben 12 anime come parte del contratto firmato con la protagonista, e proprio la ricerca di queste rappresenterà il filo conduttore della storia.

La strada per il ritrovamento di ogni anima rappresenta una fiaba a sé stante e, devo ammetterlo, non tutte mi hanno convinto appieno. Non mancano di certo momenti emozionanti o forti denunce alle storture del nostro mondo (come accade palesemente con l’ariete, il Ram) ma al contempo si avverte una certa stanchezza nella narrazione, specialmente nelle ultime fasi di gioco. Spiace constatare che, malgrado l’intreccio si mantenga interessante per quasi tutta l’avventura, il finale lascia molto a desiderare, risultando sbrigativo nella sua conclusione, soprattutto visto il climax crescente che si costruisce attraverso la narrazione.

Wytchwood Interni
Anche gli ambienti interni di Wytchwood sono ben caratterizzati. Peccato, ancora una volta, per le vistose scalettature e le texture.

Wytchwood, incertezze legate alla versione Nintendo Switch a parte, purtroppo non riesce a brillare per via del suo gameplay così ottusamente e noiosamente ancorato ad un sistema di crafting che non lascia spazio alla creatività. Dispiace non premiare l’opera di Alientrap con una valutazione maggiore, soprattutto constatati la brillante colonna sonora e l’ispirato art style.

Special thanks to The Indie Bros.




Vivo nella costante speranza che venga finalmente costruita un'astronave per Namek. Nell'attesa, tra una tazza di caffè d'orzo e una pizza Hawaiiana, impiego il mio tempo videogiocando e discutendo di argomenti che non interessano a nessuno. Nelle ore diurne sono un architetto.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*