Trine 3: The Artifacts of Power (Nintendo Switch)

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Voto:

Qui in redazione abbiamo sempre avuto un’ottima opinione dello studio finlandese Frozenbyte e conosciamo perfettamente i loro lavori. Io stesso ho recensito, nel 2017, il buon Nine Parchments, e con gli altri redattori è capitato spesso di parlare della serie Trine oltre che di esprimere curiosità per Starbase. Lo studio con sede ad Helsinki ha trovato il proprio successo, infatti, proprio grazie a Trine, giunto alla terza uscita nel lontano 2015.

Trine 3: The Artifacts of Power finalmente è arrivato anche su Nintendo Switch, portando con sé sconti enormi sui due precedenti titoli e precedendo di qualche mese la già annunciata uscita di Trine 4: The Nightmare Prince.

Trine 3 interni
Le ambientazioni esterne di Trine 3: The Artifacts of Power sono assolutamente mozzafiato. Anche gli spazi interni, però, si difendono alla grande.

Per chi non conoscesse questa serie di videogiochi action platform-puzzle, vi basti sapere che Trine racconta gli eventi relativi ad un particolare manufatto magico (chiamato appunto Trine) capace di donare a chi lo possiede enormi poteri. Protagonisti dei 3 videogame sopracitati sono sempre il mago Amadeus, l’agile ladra Zoya e il corpulento guerriero Pontius.

Trine 3 rappresenta, però, il punto di rottura con la serie principale che tanto fece discutere 4 anni addietro, ai tempi della prima release. Infatti si tratta del primo titolo davvero in 3D della serie, laddove i suoi predecessori sfruttavano un collaudato 2D (o meglio 2.5D) che permetteva sì al giocatore di muoversi solo su un piano ma che, allo stesso tempo, garantiva una grafica tridimensionale profonda e ricca di dettagli. Il risultato è stato in buona parte convincente, sebbene questo cambio abbia portato con sé qualche problema di valutazione e soprattutto le rimostranze dei fan della prima ora, tanto da convincere Frozenbyte a tornare sui propri passi e rispolverare il tanto apprezzato 2.5D per l’imminente Trine 4.

Trine 3 boss fight
I pochi boss presenti in Trine 3: The Artifacts of Power sono decisamente avvincenti da affrontare.

Iniziamo la nostra analisi, però, con ciò che tutti noi conosciamo e già apprezziamo dei ragazzi di Frozenbyte: il loro incredibile e assolutamente unico talento artistico. Vi basterà dare una rapida occhiata alle immagini presenti nell’articolo per capire quanto fantastiche siano le ambientazioni di Trine 3: The Artifacts of Power. La possibilità di governare il personaggio nelle 3 dimensioni ha anche donato nuovi spunti agli sviluppatori, i quali in diversi passaggi del gioco (complice anche un’intelligente gestione delle telecamere) riescono ad inquadrare degli scorci dalla bellezza mozzafiato.

Il risultato è anche più sorprendente rispetto a quanto visto in Nine Parchments, visto che in questo caso non vi è neanche la limitazione di una telecamera fissa top-down. Selezionare gli screenshots a corredo della recensione è stata un’impresa dura dato che ogni ambientazione, che sia interna o esterna, lascia assolutamente a bocca aperta e soprattutto non dà mai un’impressione di già visto. Il livello di inventiva dei designers raggiunge vette incredibili nella gestione dei colori, nella creazione delle architetture e dei profondi paesaggi di sfondo. Uno degli ultimi livelli in particolare, ambientato tra le pagine di un libro, rappresenta un’autentica prova di maturità per gli sviluppatori, capaci di dimostrare la loro maestria nel maneggiare anche linguaggi stilistici impensabili.

Le belle parole spese sulla grafica si estendono anche all’eccellente comparto audio. La colonna sonora è di primo livello e consta di temi musicali sempre azzeccati e profondamente integrati con quanto viene mostrato sullo schermo. Anche il doppiaggio inglese si assesta sulla medesima qualità generale, con particolare menzione per la recitazione del narratore capace di creare la giusta atmosfera in ogni occasione.

Trine 3 book
Trine 3: The Artificats of Power vi porterà in… un libro?

Come giustificare quindi il voto non proprio eccellente espresso all’inizio dell’articolo? Purtroppo l’immensa cura riservata alla sezione artistica del gioco non trova il perfetto partner nel gameplay. Sia ben chiaro, non stiamo parlando di un videogame ingiocabile, anzi, alcune sezioni di Trine 3 sono decisamente interessanti e alcuni puzzle anche avvincenti. Il problema più grave sta nell’assoluta brevità del titolo (tra le 4 e le 6 ore totali a seconda della vostra maestria al pad) unita ad una qualità generale dei rompicapi non all’altezza del marchio e all’estrema semplicità di diversi passaggi in cui, troppo spesso, ho avuto l’impressione di sapere esattamente quali dei 3 personaggi usare ancor prima di arrivare alla soluzione.

Spesso il videogame invita il giocatore a tentare altre strade per affrontare i vari livelli di gioco ma la realtà dei fatti è che gli eroi giocabili sono così stereotipicamente differenziati tra loro che, ad esempio, non vi verrà mai in mente di affrontare un’orda di nemici con Zoya dato che con Pontius vi basteranno un paio di cariche per sbarazzarvene. Proseguendo nella campagna (e collezionando i triangoli luminosi disseminati a centinaia nei livelli) è possibile anche accedere a sfide facoltative, affrontabili di volta in volta con un determinato personaggio. Sebbene queste si delineino come una godibile deviazione rispetto al percorso principale, non rappresentano la giusta soluzione per allungare la brevissima esperienza di gioco. In tal senso possono aiutare le modalità multiplayer (online e offline), sebbene al di là della campagna non ci sia davvero molto altro da fare.

Spero davvero che non passi il messaggio sbagliato. Ripeto: Trine 3 non è un brutto gioco e rappresenta, per molti versi, una gemma nel panorama indie. Però è innegabile quanto esca affannato dal passaggio al gameplay in 3D, soprattutto se comparato ai precedenti Trine che marcano un termine di paragone difficilmente raggiungibile, sia in termini di qualità dei puzzle che, soprattutto, in ottica di durata.

L’hub centrale di gioco dal quale potrete accedere sia ai livelli principali che a quelli opzionali.

Con l’uscita per Nintendo Switch di Trine 3: The Artifacts of Power, lo studio finlandese Frozenbyte conferma il proprio indiscutibile talento nella creazione di mondi e ambientazioni fantastiche. La versione per la console ibrida giapponese non presenta niente di nuovo rispetto al titolo uscito nel 2015 e mostra i limiti già espressi nella release originale, sebbene il porting sia perfetto sotto ogni punto di vista.

Trine 3 costituisce un interessante esperimento rispetto ai precedenti due titoli della serie, senza però raggiungerne le vette di qualità espresse soprattutto nei puzzle. L’eccessiva brevità del titolo, inoltre, potrebbe rappresentare un gran difetto per molti giocatori, anche se il prezzo invitante e l’appagamento visivo proposto potrebbero incuriosire molti. Fa comunque piacere vedere quanto Frozenbyte stia supportando Nintendo Switch, portando tutta la prima trilogia sul Nintendo eShop in vista dell’uscita di Trine 4.

Special thanks to Frozenbyte




Vivo nella costante speranza che venga finalmente costruita un'astronave per Namek. Nell'attesa, tra una tazza di caffè d'orzo e una pizza Hawaiiana, impiego il mio tempo videogiocando e discutendo di argomenti che non interessano a nessuno. Nelle ore diurne sono un architetto.

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