Mattia Valentini – Seven Roots Blues

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Voto:

Uno dei grandi pregi delle graphic novel rispetto alle classiche serie a fumetti è senza dubbio quello di presentare le storie in maniera molto più “cinematografica”. I tempi spesso sono più ristretti e richiedono di essere concisi, portando gli autori a non esporre un’unica trama, complessa o lineare che sia, quanto un’idea, un concetto preciso che l’autore desidera comunicare ai lettori, senza perdersi in tempi morti.

Questo è il caso di Seven Roots Blues, volume realizzato da Mattia Valentini per Edizioni NPE. Qui l’autore, infatti, racconta 7 diverse “canzoni”, 7 partiture blues che tra di loro hanno in comune solo la tonalità: il protagonista Rob, un giovane afroamericano, che tramite la musica ripercorre le origini della sua gente e ne vede il futuro, venendo catapultato nelle situazioni più disparate, dalla fine dell’800 all’alba del rock negli anni ’60, e vivendo gioie e turbamenti dei personaggi che interpreta.

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I capitoli, oltre a raccontare storie diverse, sono anche impostati “registicamente” e stilisticamente in modo affine alla partitura rappresentata, basti pensare che un capitolo è completamente muto, mentre altri, in base al contesto, hanno richiami che vanno da Sandokan a Sergio Leone. I disegni sono molto pregevoli ed anch’essi, pure se in minor quantità, si adattano alla scena trasposta.

La graphic novel ha il grande pregio di trattare un tema trito e ritrito (sebbene molto importante) come il razzismo in una veste originale e segnante, che grazie alla musica, i riferimenti e lo stile rimarrà impressa molto facilmente al lettore, portandolo a riflettere sulla storia di un popolo additato per troppo tempo come inferiore, che però ha fortemente influenzato tutta la cultura moderna, dalla musica, qui trattata, fino allo sport. Un processo di rivalsa ed orgoglio incarnato dal protagonista, che col passare dei capitoli si fa portatore di quel futuro “I have a dream” che riuscirà a dare speranza alla sua gente.

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Un difetto riscontrabile è innanzitutto l’assenza di una vera e propria trama di fondo, che forse inserita come cornice ai racconti avrebbe reso il tutto ancora più interessante, mentre solo un paio di essi richiamano la storia reale del protagonista al di fuori della sfera onirica. Un altro, a parer mio, è la mancanza di una playlist pensata appositamente per accompagnare la lettura, che avrebbe sicuramente donato all’opera molta più atmosfera, tant’è che ho pensato di crearne una di mia iniziativa: la trovate alla fine della recensione.

Durante la lettura inoltre mi sono ritrovato a fantasticare su eventuali adattamenti in forma di cortometraggi (animati o live action) delle storie, perché trovo che qualcosa del genere riuscirebbe a far esplodere davvero tutto il potenziale dell’idea espressa dall’autore.

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In definitiva Seven Roots Blues è un’opera sicuramente consigliata a tutti quegli appassionati di musica che magari hanno a cuore i temi del razzismo e della rivalsa sociale, ma anche a coloro che cercano semplicemente una graphic novel pregevole da aggiungere alla propria collezione. Se siete in cerca di trame complesse e colpi di scena, invece, quest’opera molto più contemplativa e riflessiva potrebbe non fare al caso vostro.

Non vi rimane che immergervi in un perfetto “blue mood” tra immagini, parole e musica.

Un ringraziamento speciale ad NPE

Lorexio Articoli
Professare l'eclettismo in un mondo così selettivo risulta particolarmente difficile, ma tentar non nuoce. Qualsiasi medium "nerd" è passato tra le sue mani, e pur avendo delle preferenze, cerca di analizzare tutto quello che gli capita attorno. Non è detto che sia sempre così accurato però.

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