Holy Potatoes! A Weapon Shop?! (Nintendo Switch)

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Voto:

<<Ho bisogno di un’arma!>> – Così recitava il buon Master Chief in Halo 2 prima di buttarsi in una delle battaglie più importanti della serie. Sebbene sia semplicissimo emozionarsi per le gesta dei più grandi eroi dei videogame, è fin troppo facile dimenticarsi degli strumenti che hanno reso possibile il loro successo. Qualcuno si sarà pur preso la briga di pulire il Lancer di Marcus Fenix, di modellare la Keyblade di Sora o l’arco del Sangue di Drago. Ecco, Holy Potatoes! A Weapon Shop?! vi permetterà di vestire i panni di chi quelle armi le ha forgiate con passione e professionalità in un gestionale profondo e divertente.

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Avete sempre sognato di essere un intrepido eroe? Beh, in Holy Potatoes! A Weapon Shop?! sarete il… fabbro dell’eroe.

Tutte le vicende del business simulator game di Daylight Studios si svolgono infatti all’interno della forgia che il nostro personaggio sarà chiamato a gestire dopo la sfortunata dipartita del nonno. Il misterioso Agente 46 ci nominerà responsabili della ditta e sarà nostro compito farla prosperare (e pagargli un affitto alquanto immorale) iniziando da una piccolissima bottega e, via via, accrescendo la nostra ditta fino a farla diventare un fiore all’occhiello dell’armeria.

Sulle prime battute, il know-how dei nostri (pochi) fabbri sarà alquanto limitato sebbene siano immediatamente presentate tutte le meccaniche che caratterizzeranno la produzione anche nelle fasi più avanzate. Ogni operaio ha infatti delle statistiche che riguardano il modo in cui, col proprio lavoro, potrà influenzare le caratteristiche dell’arma. I nostri fabbri possono eccellere in forza, velocità, precisione e magia, e saperli collocare nei giusti settori della forgia durante il processo produttivo determinerà la qualità costruttiva dell’armamento.

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Di tanto in tanto la vostra produzione verrà interrotta per assistere ad una cerimonia che premia i migliori armamenti. Una sorta di galà degli oscar per produttori di coltelli, fucili e bacchette magiche.

La componente artigianale non è l’unica da tenere sotto controllo: in Holy Potatoes! A Weapon Shop?! infatti saremo chiamati anche a vendere i nostri prodotti in villaggi via via più remunerativi, mandando uno dei nostri fidati dipendenti a dirigere le trattative. È inoltre necessario fornire alla catena produttiva le materie prime. Anche in questo caso il nostro compito, da bravi direttori, sarà di mandare il fabbro più adeguato per la compravendita nei vari market disseminati nel gioco.

Ultima funzione correlata al nostro lavoro è quella legata all’esplorazione di nuovi villaggi, che porterà sempre alla scoperta di particolari reliquie e utilissimi materiali da riutilizzare nella bottega. Tutte queste sotto-attività accresceranno l’esperienza dei nostri fabbri i quali, opportunamente allenati, saranno in grado di strappare prezzi stracciati nei mercati o vendere con ampi sovrapprezzi le armi prodotte.

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Davvero non riuscite a cogliere la citazione in questa immagine?

La trama del gioco è legata indissolubilmente alla fama della nostra bottega. Qualora siate curiosi di scoprire come siano stati gli ultimi giorni di lavoro di vostro nonno e quale sia stato il suo legame con il misterioso Agente 46, non dovrete far altro che continuare a produrre armamenti di qualità. Il pregio stesso di ogni arma non è legato ad un valore intrinseco ma a quanto sia in grado di sposare le esigenze del compratore. In ogni villaggio potrete incontrare diversi potenziali clienti, ognuno con proprie esigenze e preferenze, perfettamente elencate in chiari grafici riassuntivi. Per strappare il prezzo migliore, e di conseguenza la valutazione perfetta, dovremo pertanto produrre l’arma che più rispecchia il compratore in un’attività quasi sartoriale.

Più valutazioni positive riceverà la nostra attività, più clienti avremo, più ricchi saremo e più grande sarà la nostra fama. Per innescare un fruttuoso vortice di crescita sarà importante anche ricercare nuovi e più complessi armamenti nell’apposito laboratorio. Quest’attività, che di contro terrà bloccato sempre un fabbro, rappresenta l’unica possibilità per aumentare il ventaglio di prodotti offerti. A complicare ulteriormente le cose interviene il morale del team, il quale potrà influenzare positivamente o negativamente la qualità e la velocità della produzione. Saper gestire un’intelligente turnazione delle ferie sarà di cruciale importanza qualora non si voglia finire in bancarotta.

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Nelle fasi finali del gioco la bottega potrà arrivare a contare la bellezza di 10 fabbri.

Holy Potatoes! A Weapon Shop?! non è un gioco difficile, sebbene richieda di tenere sotto controllo una complessa varietà di fattori. Nella nostra prova non siamo mai stati davvero vicini al game over (che, in ogni caso, arriverebbe solo dopo 3 fallimenti). I moltiplicatori ambientali casuali sono così poco influenti che ci si dimentica ben presto anche di valutarne la presenza e i prezzi a cui è possibile vendere le armi coprono ampiamente tutte le spese affrontate. La ripida curva di apprendimento di cui il videogame è dotato è dovuta alla caoticità dell’interfaccia che, per quanto completa, non facilità affatto il giocatore novello. Sotto questo punto di vista, sebbene siamo ben consapevoli di quanto sia difficile progettare un hub che sia contemporaneamente snello e funzionale, si poteva obiettivamente fare di più.

Passando al lato artistico, Holy Potatoes! A Weapon Shop?! non può che strappare un sorriso a qualsiasi videogiocatore. Come suggerito dal titolo stesso, tutti i personaggi sono infatti delle… patate. Tuberi dotati di braccia, gambe e personalità che richiamano i grandi eroi di videogame, fumetti, film e, in generale, di tutta la cultura pop di cui siamo innamorati (soprattutto noi di Nerdevil). Questo videogame continuerà a sparare raffiche di divertenti easter eggs in ogni frazione di gioco e sono facilmente rintracciabili nei nomi dei personaggi, nei dialoghi o nelle armi stesse. Non credo sia difficile per voi intuire chi siano Laura Craft o Bulk Bogan, giusto per farvi un esempio… Tutto questo ben di Dio citazionistico sposa una grafica fumettosa di fortissima personalità, che non fa che esaltare le rotondità dei soggetti. Inutile dire che l’engine non ha alcuna difficoltà a gestire le due modalità della Nintendo Switch e, sinceramente, non potevamo che aspettarci altrimenti.

Anche la colonna sonora risulta più che azzeccata per il titolo. I temi presentati sono orecchiabili e rilassanti e non mi stupirebbe sapere che inizierete a canticchiarli anche a console spenta. Ogni stagione ha un motivo proprio e, sebbene sia ripetuto in loop per tutta la durata del periodo, è davvero impossibile stancarsi delle musiche.

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Le missioni speciali di cui il gioco è dotato ci presenteranno personaggi… ben conosciuti

Holy Potatoes! A Weapon Shop?! non è un gioco privo di difetti, sebbene la qualità generale del titolo sia alquanto alta. L’insoddisfazione maggiore deriva, come già citato, dalla semplicità del titolo dovuta, probabilmente, anche alla volontà di accalappiare un target di pubblico più giovane. È davvero semplicissimo trovare giochi gestionali più complessi e difficili del videogioco targato Daylight Studios, perciò se cercate un’esperienza hardcore potete girarci alla larga. In ultimo, il titolo è caratterizzato da un’intrinseca ripetitività dovuta alla sua stessa natura, che potrebbe scoraggiare più di qualche utente. A mio parere, è stato fatto davvero molto per evitare il fardello della noia, tant’è che sono presenti divertentissime missioni secondarie che spezzano sapientemente il ritmo, ma le dinamiche del gioco sono tutte presentate dall’inizio. Pertanto, andare avanti con le partite non è nient’altro che continuare a fare ciò che si è già visto all’inizio dell’avventura con un numero sempre maggiore di commesse, operai e armi.

Voglio dedicare un paragrafo ad un’inconsueta vicenda che, sia chiaro, non influenzerà affatto l’acquirente che deciderà di comprare Holy Potatoes! A Weapon Shop?! dopo aver letto questa recensione. Ritengo però giusto riportare un grave bug che ha afflitto il titolo per più di una settimana dal suo rilascio e che, oltre a rallentare fortemente la nostra prova, impediva di procedere dopo appena un paio di ore di gioco. Questo bug, unito ad altre minori sbavature, mi ha fatto dubitare del lavoro di conversione che ha caratterizzato la versione Nintendo Switch. Quanto visto è davvero ridicolo, soprattutto dal momento che ci è voluta più di una settimana per rimuovere il problema. Speriamo davvero che in futuro Daylight Studios non macchi ancora ottimi titoli come questo con errori così banali.

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L’odioso bug che ha afflitto Holy Potatoes! A Weapon Shop?! per i primi giorni.

Holy Potatoes! A Weapon Shop?! è, in sintesi, un buonissimo gestionale, che rispetto agli altri sa distinguersi grazie ad un ricercato stile grafico, al grande bagaglio di easter eggs e all’interessante setting di fondo. È un titolo che ci sentiamo davvero di consigliare a chiunque voglia giocare un business simulator game accessibile, alternativo e offerto ad un prezzo budget davvero irresistibile.

Special thanks to Mimram Media




Vivo nella costante speranza che venga finalmente costruita un'astronave per Namek. Nell'attesa, tra una tazza di caffè d'orzo e una pizza Hawaiiana, impiego il mio tempo videogiocando e discutendo di argomenti che non interessano a nessuno. Nelle ore diurne sono un architetto.

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