The Mooseman (Nintendo Switch)

the mooseman game

Voto:

L’attività del recensore di videogiochi è quasi sempre metodica, caratterizzata da consuetudini collaudate che aiutano a sentirsi sicuri all’interno di una ben conosciuta routine. Che si tratti di un racing game o uno sparatutto, il processo analitico (spesso acquisito con l’esperienza e tanta abnegazione) rientra in dettami che chi fa il nostro mestiere ben capisce. Ma che succede quando ci si trova di fronte un lavoro singolare come The Mooseman? Che diavolo è The Mooseman?!

Per quanto limitante, è senz’altro un’avventura, un viaggio onirico all’interno di mitologie ai più sconosciute. The Mooseman è uno di quei videogame che travalica il concetto di gioco per abbracciare un’idea di esperienza più vasta, che comprende anche la didattica ma che testimonia la volontà dei produttori di credere che si possa fare arte anche con un pad in mano. Insomma, ciò che i due talentuosi designers Vladimir Beletsky e Mikhail Shvachko ci propongono è qualcosa di unico e che, purtroppo, si configura come il prodotto ideale per una davvero ristretta utenza open-minded.

the mooseman viaggio
The Mooseman racconta il viaggio solitario di uno sciamano delle popolazioni che anticamente vivano nella zona degli Urali, chiamate Komi.

Ciò che sorprende, sin dall’inizio, sin dalla scelta dei caratteri di testo e dalle prime parole della voce narrante, è l’enorme lavoro archivistico che gli sviluppatori hanno svolto. Protagonista di The Mooseman è senz’altro la mitologia della popolazione Komi i cui reperti sono attualmente conservati nel museo di Perm’, nell’attuale Russia. I numerosi collezionabili presenti ci raccontano nel dettaglio le credenze di questo popolo e rappresentano, per i giocatori più curiosi e attenti ai dettagli, un fantastica possibilità per tuffarsi in un tempo ancestrale e per soffermarsi di fronte alla forza che aveva la natura negli occhi dell’uomo pre-illuminista.

Siamo oramai completamente abituati a trattare mitologie più popolari, come quella Greca o Scandinava, ma sempre più di rado ci capita di addentrarci nella scoperta di storie così singolari. È indubbia l’influenza, in questo ambito, di capolavori come Never Alone (Kisima Ingitchuna) che, assieme alla componente ludica, offrono una ricca sezione contenutistica dal valore didattico. Pertanto, perdersi quanto di buono ha da offrire questo videogame, sotto questo aspetto, è davvero un delitto.

the mooseman mitologia
La simbologia del popolo Komi è davvero vasta e lascia piacevolmente spiazzato chiunque non la conosca.

In questa avventura non si spara, non si gestisce un inventario, non si dialoga e, soprattutto, non si corre. Si intraprende un viaggio incantevole, a tratti spiazzante e pauroso, all’interno di paesaggi lontani in completa e opprimente solitudine. Avanzare nel gioco significa essenzialmente camminare fino al puzzle successivo, tant’è che è possibile abilitare una funzione che permette al nostro alter ego di avanzare in automatico.

Le vicende hanno inizio intorno ad un fuoco, dov’è radunato un gruppo di persone in cerca di un po’ di tepore. Uno degli uomini (presumibilmente uno sciamano, se non un semidio) improvvisamente si alza e, dotato del suo fidato bastone (di cui se ne scopriranno i completi poteri in seguito), inizia il suo personale viaggio. In The Mooseman saremo chiamati a controllare proprio quell’uomo solitario di cui verranno svelati dettagli e gesta con l’avanzare della storia.

Il viandante, ovvero l’uomo-alce, è capace di dialogare con un universo parallelo fatto di spiriti e creature invisibili ai normali esseri umani. Con la semplice pressione del tasto A è quindi possibile attivare questo potere al fine di scoprire quali realtà si celino dietro ciò che possiamo percepire con i nostri soli 5 sensi. Un copricapo osseo apparirà sul volto dello sciamano appena entrati in questa dimensione e gran parte degli elementi presenti sullo schermo, che siano in primo piano o sui fondali, rivelerà ciò che è altrimenti invisibile. I rompicapi presenti nel gioco fanno quindi tutti leva sull’alternanza delle due realtà. Quello che ai nostri occhi sembra un semplice cumulo di rocce o terra, per l’uomo-alce diventa una creatura strisciante serpentiforme in grado di seguirvi e aiutarvi nel raggiungere un’altura altrimenti inaccessibile.

Per la verità i puzzle offerti da The Mooseman non sono per niente complessi e ciò non stride affatto con l’offerta ludica generale. Gli sviluppatori hanno chiaramente puntato sulla volontà di prendere il giocatore per mano e portarlo alla scoperta di una storia piena di mistero piuttosto che tenerlo impegnato nella risoluzione di rompicapi difficoltosi i quali avrebbero solo spezzato il ritmo di gioco. Dato che questa tipologia di videogame va giocata in assoluta e completa calma, a mio parere, l’inserimento di sezioni più complicate avrebbe solo evidenziato negativamente la flemma generale in cui è avvolta l’avventura.

the mooseman dimensioni
L’uomo-alce è dotato di un potere che gli consente di entrare in un’altra dimensione.

Ciò che sazierà senza dubbio l’appetito dei giocatori più esteti è proprio la componente artistica del videogame. La palette cromatica scelta è composta, per la maggiore, da tinte fredde che aiutano a restituire la sensazione di inospitalità della taiga russa. I movimenti del personaggio principale sono pesanti, a volte stanchi, come ad evidenziare lo sforzo di un uomo solo contro una quasi onnipotente natura. I disegni sono incantevoli sebbene i contorni, soprattutto nella dimensione parallela, non siano mai netti e definiti. È davvero impossibile non fermarsi ad ammirare i fondali presenti nell’avventura, così ricchi di trame e ricami ai più sconosciuti, presi direttamente dalla ricca cultura locale.

La colonna sonora è di quelle che accompagnano funzionalmente il pellegrinaggio del personaggio ed è contraddistinta da note e suoni che, sebbene non compongano vere e proprie melodie, danno la giusta enfasi nei momenti che contano. I climax costruiti dagli sviluppatori fanno leva sul coinvolgimento totale dei nostri sensi e si avrà sempre la sensazione che tutto sia perfettamente orchestrato.

the mooseman dialoghi
I pochi dialoghi presenti nel gioco prendono a piene mani dai canti e dai racconti della mitologia del popolo Komi.

Non è davvero possibile intavolare una discussione sui difetti di The Mooseman, a parte quello di rivolgersi apertamente ad una nicchia ben delineata di giocatori. È uno di quei videogame che non può fare a meno di dividere la comunità, per sua stessa natura. Rappresenta un’esperienza davvero poco “ludica” ed è chiaro che i game designers abbiano voluto prendere una direzione davvero inusuale e poco commerciale. Oltrepassato, però, l’ostico guscio di lentezza da cui è contraddistinto, non rimane altro che godersi una narrazione davvero unica nel suo genere. Fattori come la longevità sono del tutto personali in produzioni come queste. Starà al singolo giocatore decidere quanto tempo utilizzare nella lettura dei canti, nella scoperta dei collezionabili e nell’ammirazione dei paesaggi.

the mooseman camminata automatica
Per aiutarci nel lungo pellegrinaggio dell’uomo-alce, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire una funzione per la camminata automatica.

In sintesi mi sento di consigliare The Mooseman a qualunque videogiocatore alla ricerca di qualcosa di estremamente innovativo ed originale. Sebbene sia consapevole che un titolo simile non intercetti le necessità di gran parte dell’utenza, è davvero impossibile non rimanere impressionati dal lavoro di Vladimir Beletsky e Mikhail Shvachko. E se non siete capaci di farvi incuriosire dal titolo nonostante il prezzo budget a cui è proposto, considerate in futuro la possibilità di godervi questa splendida avventura quando sarà oggetto di sconti.

Special thanks to Evolve

Vivo nella costante speranza che venga finalmente costruita un'astronave per Namek. Nell'attesa, tra una tazza di caffè d'orzo e una pizza Hawaiiana, impiego il mio tempo videogiocando e discutendo di argomenti che non interessano a nessuno. Nelle ore diurne sono un architetto.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*