La La Land

la la land recensione

Voto:

Un ragazzo, una ragazza e una panchina sono ancora capaci di farci emozionare come accadeva negli anni ’30 con Fred e Ginger? Se mi avessero posto questa domanda solo ieri, la mia risposta sarebbe stata “probabilmente no”. Poi è arrivato La La Land.

Questo magnifico musical moderno ha quasi rischiato di non approdare nelle sale cinematografiche: il regista Damien Chazelle -classe ’85- e il suo compagno di università Justin Hurwitz -autore della colonna sonora originale- ebbero l’idea ben sei anni fa, ma per un progetto così ambizioso serviva un finanziamento altrettanto ambizioso, che nessuno inizialmente ha voluto fornire. Il perché è intuibile: non siamo più nella Hollywood degli anni d’oro, quella delle star non ancora umanizzate ma rese dei veri e propri astri irraggiungibili e quasi divini; il genere del musical non appassiona più. Fortunatamente Chazelle ha giocato d’astuzia, accantonando momentaneamente il progetto per dedicarsi alla produzione di Whiplash, il film che gli ha procurato un biglietto di sola andata per l’elite dei registi Hollywoodiani, tanto che la Lionsgate non ci ha pensato sopra due volte a finanziargli La La Land.

Perché questo film funziona così bene? Perché c’è un forte parallelismo tra la storia personale del regista e la storia di uno dei due protagonisti: Sebastian (Ryan Gosling) è un pianista jazz che si guadagna da vivere suonando nei piano bar in cui nessuno si interessa a ciò che propone, ma la passione è più forte di qualsiasi moda e sia l’autore del film che il suo protagonista decidono di costruire un ponte per avvicinare il loro amore per i classici al pubblico di oggi, “svecchiando” quelli che ormai sembravano essere generi appartenenti ad un’epoca passata. Ma vediamo più da vicino di cosa tratta questo film, già elevato a pietra miliare del suo genere e non solo, vincitore di sette Golden Globe e candidato a ben 14 Premi Oscar.

Mia (Emma Stone) e Sebastian sono due ragazzi che si trasferiscono a Los Angeles (da qui il nome La La Land) in cerca di fortuna: lei è un’aspirante attrice che lavora come cameriera, lui un pianista jazz con il desiderio di aprire un locale tutto suo nel quale preservare questa forma d’arte ormai sulla via del tramonto. Subito dopo i titoli di apertura, rimarrete ammaliati da un piano sequenza pazzesco, introdotto dalla prima canzone “Another Day of Sun“, durante la quale una miriade di giovani abbandona le proprie auto in mezzo al traffico cittadino per cantare e danzare in sincrono, tutti in cerca della stessa cosa: un’occasione. Dal trailer avrete intuito che Mia e Sebastian si incontrano di continuo, sempre per caso, e che i loro incontri sono tutt’altro che idilliaci, ma la chimica tra i due attori è così tangibile e reale che capiamo fin da subito che piega prenderà la loro relazione.

In questo concerto di colori e suoni, Chazelle è riuscito a valorizzare al massimo la figura della dolcissima Emma Stone, che concilia come quasi nessun’altra nello star system un look da ragazza della porta accanto con il grande fascino da diva del cinema: e così è anche la sua controparte cinematografica, una Mia che non si prende troppo sul serio e che proprio grazie alla sua genuinità risplende su tutti. Lei non ne è consapevole, nemmeno i produttori che le fanno i provini se ne accorgono, ma noi lo vediamo, vediamo il suo grande valore quando passa da un’emozione all’altra mentre chi le sta intorno sbadiglia o ordina un’altra tazza di caffè annacquato. E soprattutto, riesce ad indossare qualsiasi tipo di colore e sembrare sempre adorabile. Dopo l’ennesimo incontro, la dolce Mia cede al fascino del personaggio di Ryan pianista jazz voce profonda chiamate un’ambulanza adesso Gosling: nonostante la quasi totale mancanza di scene di passione, l’amore e l’attrazione tra i due è più chiara che mai, e se mai avete provato un sentimento vero per un’altra persona, credetemi, sarà la prima che vi verrà in mente durante la visione del film.

La fotografia e le ambientazioni sono davvero il suo punto di forza, soprattutto le scene girate durante la golden hour (gli istanti precedenti il tramonto o successivi all’alba) hanno qualcosa di unico e di suggestivo, per cui consiglio vivamente l’esperienza del grande schermo. Justin Hurwitz ha composto una colonna sonora completamente originale che è già entrata a far parte nell’olimpo delle colonne sonore, con canzoni che tra quarant’anni saranno come per noi le canzoni di Grease. Emma Stone e Ryan Gosling non possono essere paragonati a leggende come Ginger e Fred, e io, da grande appassionata di musical, so che sarebbe un insulto metterli sullo stesso piano. Ma l’intento di La La Land non è quello di emulare i grandi capolavori del passato, bensì di omaggiarli e di renderli immortali nel presente: la voce a volte incerta della Stone, la risata che irrompe nel bel mezzo di una canzone e soprattutto il secondo tempo del film, ci ricordano che la realtà si insidia nella favola, che il mondo non si ferma solo perché noi siamo impegnati a volteggiare tra le stelle con l’amore della nostra vita (grandissimo omaggio a Moulin Rouge), che i grandi sogni sono sì realizzabili, ma a caro prezzo.




Princess_Leia Articoli
Classe 1990, appassionata di cinema, musica, serie tv, letteratura e quando il Dio Denaro lo permette, anche viaggiatrice compulsiva! - Books, records, films, these things matter. Call me shallow but it's the fuckin' truth -

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*