M3GAN 2.0 – Un insolito upgrade per la bambola assassina hi-tech

m3gan 2.0 recensione film

Voto:

La presenza di “Oops!… I Did It Again” nel trailer di M3GAN 2.0 poteva essere una lieta speranza, dopo il primo capitolo, o un triste presagio, vista la qualità non proprio eccelsa di molti titoli targati Blumhouse. Come sarà andata?

Il film è ambientato due anni dopo gli eventi del suo predecessore, con Gemma (Allison Williams) che ora è una scrittrice e sostenitrice della regolamentazione dell’IA. Nel mentre, un’androide progettata con la stessa tecnologia di M3GAN sfugge al controllo e inizia a seminare il panico in giro, spingendo Gemma, convinta dalla nipote Cady (Violet McGraw), a ridare un corpo alla rediviva bitch per aiutarle a contrastare questa nuova minaccia.

m3gan 2.0 amelia

Nonostante il regista sia rimasto lo stesso, Gerard Johnstone, a memoria è difficile ricordare un secondo capitolo che si distanzi così tanto dal primo: se il film del 2023 era un thriller/horror con elementi fantascientifici, un ritmo compassato e un crescendo finale, in questo caso assistiamo a un vero e proprio action sci-fi frenetico. Un po’ come se, nel prossimo film sui coniugi Warren, a un certo punto li vedessimo correre in giro ad acchiappare spiriti e presenze con gli zaini protonici.

Oltre alle tre protagoniste ritroviamo i colleghi di Gemma, Tess (Jen Van Epps) e Cole (Brian Jordan Alvarez), mentre come new entry ci sono il suo interesse romantico Christian (Aristotele Atari) e la temibile androide AMELIA, interpretata da Ivanna Sakhno (Pacific Rim 2, Ahsoka). Se tra i vari temi affrontati nel primo capitolo uno dei più riusciti era il neo-rapporto genitoriale tra Cady e la zia, nel sequel questo viene accantonato lasciando spazio solo a qualche banale stereotipo di “adulto alle prese con adolescente”.

D’altro canto però M3GAN 2.0 riesce a portare avanti un ben preciso messaggio sull’IA, che dà coerenza all’evoluzione di M3GAN da cattiva a buona (con probabilmente un omaggio ai Terminator di Cameron), non risultando affatto forzata. Il 2.0 del titolo infatti, oltre a riguardare il film in sé, rappresenta soprattutto l’evoluzione della protagonista che, imparando dai propri errori, è pronta a presentarci una nuova versione di sé stessa.

Al di là delle solite e raffazzonate spiegazioni pseudoscientifiche e pseudoinformatiche, davanti alle quali bisogna solo annuire fingendo che abbiano perfettamente senso, il film schiaccia l’acceleratore sul black humor che aveva contraddistinto anche il primo capitolo, che quasi sempre ha a che fare proprio con la stessa M3GAN. Se però per lunghissimi tratti è chiaro l’intento di non volersi prendere assolutamente troppo sul serio, non mancano delle stranianti situazioni in cui tutto diventa incredibilmente serioso.

Quando il cattivo del film (un colpo di scena discretamente andato a segno) parla del suo piano, sembra crederci molto più del dovuto se paragonato a quanto visto fino a quel momento, senza contare che il suddetto piano è un qualcosa che mette a repentaglio addirittura il mondo intero. Va bene buttare tutto in caciara, ma magari anche un po’ meno sarebbe stato più che sufficiente.

M3GAN 2.0 lascia inevitabilmente un effetto straniante dopo la prima visione. È innegabile che rappresenti un vero e proprio upgrade del suo predecessore, ma allo stesso tempo è innegabile che questo sia avvenuto forse in maniera troppo repentina, cosa che probabilmente non incontrerà il favore di chi entrerà in sala aspettandosi un horror. Dalla ricerca di tensione si è passati alle scene d’azione e i combattimenti tra androidi, passando per sequenze che sembrano uscite dalla saga di Mission Impossible e soluzioni ai limiti della fantascienza più visionaria. Il tutto quantomeno mantenendo la giusta dose di violenza, che non guasta mai.

Il plauso più grande però va al messaggio di speranza del film. Se il primo capitolo metteva in guarda (soprattutto i più giovani) sull’uso della tecnologia, il sequel lo abbraccia, ma sottolineando chiaramente che tutto dipende da noi: dobbiamo essere noi a dare l’esempio all’intelligenza artificiale, per fare in modo che possa essere la versione migliore di un essere umano. Certo, non stiamo parlando di chissà quale messaggio filosofico profondo, ma perlomeno è reso in maniera chiara e semplice, mantenendo intatto lo spirito del precedente film.

M3GAN 2.0 è senz’altro una pellicola divertente, di discreta fattura e con un cast tutto sommato affiatato. Per certi versi un passo indietro rispetto al suo predecessore vista la sua natura ibrida e a tratti schizofrenica, ma allo stesso tempo un potenziale nuovo punto di partenza per espandere ulteriormente la storia.

Un ringraziamento speciale a Universal Pictures

Il Tac non è un critico cinematografico o uno studioso di cinema, ma semplicemente un cinefilo, seriofilo e all'occorrenza fumettofilo, a cui piacere mettere il becco su tutto quello che gli capita sotto mano... o sotto zampa.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.