Ballerina – La mela non cade mai lontano dall’albero

ballerina john wick recensione

Voto:

All’uscita del primissimo John Wick, nell’ormai lontano 2014, in pochi credevano che una storia di vendetta così spartana potesse dar vita a un franchise dal successo planetario. In questi anni, infatti, sono stati molti gli spettatori che hanno dubitato dell’impatto che il personaggio creato dallo sceneggiatore Derek Kolstad e interpretato da Keanu Reeves ha avuto sul cinema contemporaneo. Ritenuta dai detrattori una serie “della domenica” o un’accozzaglia di film ignoranti, si è invece dimostrata – almeno finora – una saga di alta qualità. Un prodotto capace non solo di intrattenere egregiamente un pubblico variegato – dal padre di famiglia, fan sfegatato di Attacco al potere, ai giovani in cerca di un nuovo idolo – ma anche di sfidare l’industria cinematografica odierna sfoderando tecniche registiche e scenografiche all’avanguardia.

Nel 2023, John Wick 4 sembrava la conclusione definitiva delle gesta del sicario più temibile del mondo, ma, stando alle notizie più recenti, il regista Chad Stahelski e la sua crew non sembrano intenzionati a fermarsi e proseguono nelle lavorazioni per un nuovo episodio. Una gallina dalle uova d’oro come questa però non può rimanere a riposo troppo a lungo, ed ecco quindi che non ha tardato ad arrivare il via libera per progetti secondari. Questi si sono concretizzati prima nella miniserie televisiva prequel/spin-off The Continental e quest’anno in Ballerina, ulteriore spin-off che si inserisce cronologicamente a cavallo tra gli eventi di Parabellum e l’ultimo capitolo. L’interesse per il franchise è ancora bello vivo, ma quest’ultima fatica riesce a tenere testa agli ottimi lungometraggi prodotti finora?

ballerina ana de armas

L’obiettivo del film è approfondire un elemento narrativo fondamentale nella macrostoria di Wick: la setta ortodossa Ruska Roma, la famiglia adottiva che lo ha reso una macchina di morte. L’organizzazione è spesso rimasta sullo sfondo delle vicende, svolgendo di tanto in tanto il ruolo di legante tra vari personaggi o eventi; questa volta invece è l’ago della bilancia del racconto. Racconto che vede come protagonista Eve MaCarro (Ana de Armas), una nuova discepola giunta all’attenzione della società segreta dopo aver perso il padre per mano di assassini misteriosi.

Sopravvissuta al suddetto attentato, viene presa sotto l’ala protettrice di Winston Scott (Ian McShane), celebre manager del Continental Hotel di New York nonché amico fidato di John Wick. Scott, essendo a conoscenza del passato della giovane, la affida alle cure della direttrice di Ruska Roma (Anjelica Huston) per far sì che la sete di vendetta e il dolore la trasformino in un’assassina senza scrupoli. Il lungo addestramento ha successo ed Eve viene ribattezzata “Kikimora” (un titolo che proviene dalla mitologia slava e che attesta la pericolosità del suo possessore). La donna inizia il suo cammino sulle orme di Wick stesso – conosciuto non a caso come Baba Jaga, il demone più terribile – per scovare e uccidere i colpevoli dell’omicidio paterno.

Ciò che Eve viene presto a sapere, tuttavia, è che i già citati assassini non sono killer qualsiasi, bensì i membri di un’altra setta che ha come rivale storica proprio la Ruska Roma. Tra le due organizzazioni vige da decenni una tregua che nessuno ha mai osato infrangere, pertanto è severamente vietato spezzare questo equilibrio con inutili rappresaglie. La novella Kikimora, però, non si arrende e con l’aiuto del Continental vola in Europa, prima in Repubblica Ceca e poi in Austria, per scoprire la verità sulla sua infanzia e chiudere la faccenda una volta per tutte. Come accaduto in passato con l’intrepido John Wick, questo desiderio di rivincita porta scompiglio e numerose svolte narrative inattese.

john wick ballerina len wiseman

Il nuovo nemico da sconfiggere è il Cancelliere (Gabriel Byrne), il governatore di Hallstatt, piccolo villaggio austriaco che pullula di sicari sotto il suo controllo. Per arrivare a lui, Eve tenta di allearsi con un ex membro della setta, Daniel Pine (interpretato, con mio grande stupore, da Norman Reedus). L’uomo è fuggito dall’organizzazione e cerca di proteggere la figlia Ella (Ava Mccarthy) dalle grinfie del Cancelliere. Le macchinazioni di quest’ultimo sono fumose e il coinvolgimento di Eve in questi “affari di famiglia” è il motore di tutta la storia.

Il filo rosso che lega gli eventi a livello tematico è la ribellione dei figli nei confronti di quelle figure materne o paterne dalle quali sono stati cresciuti: Eve, a causa della morte del padre, vede la sua infanzia rovinata e cerca a sua volta di disobbedire agli ordini della matrigna Ruska Roma per tracciare la sua strada; Daniel vuole risparmiare a Ella il suo stesso destino fatto di violenza e morte, mentre il Cancelliere – al contrario – fa di tutto per portare avanti operazioni di militarizzazione coatta che prendono di mira proprio i bambini. Una trama che, alla luce dell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina e del genocidio in corso in Palestina, risulta assai attuale.

Al centro delle vicende c’è, in sintesi, una generazione perduta, cresciuta a pane e odio. Qualcosa di paragonabile alle vite dei poveri bambini di Gaza che, di fronte allo sterminio ingiustificato della propria famiglia, rispondono prevedibilmente con la radicalizzazione; un gesto che li porterà a imbracciare un Kalašnikov e a cercare vendetta in ogni modo possibile. Il tatuaggio sulla schiena di Eve recita “Lux in Tenebris” – letteralmente “luce nelle tenebre” – frase proveniente dal Vangelo secondo Giovanni. Viene dunque da chiedersi quale dovrebbe essere la luce che può rischiarare questi tempi oscuri: una rivoluzione parricida come tante se ne trovano nella letteratura o la violenza vendicativa? Forse la risposta riesce a darcela un altro motto presente in Ballerina: “Bis vincit qui se vincit“, ovvero “Vince due volte chi riesce a vincere sé stesso”. Un appello a superare sempre le proprie inclinazioni, recidendo le proprie radici se necessario, per non ripetere gli stessi errori di chi è venuto prima di noi.

ballerina ana de armas

Un’altra possibilità interpretativa viene fornita dall’universo narrativo: la Ruska Roma ha sede in un vecchio teatro e tutti i sicari sono, come da titolo del film, ballerine e ballerini di danza classica; un dato interessante che collega questa invenzione di sceneggiatura alla storia della musica. La colonna sonora, firmata nuovamente da Tyler Bates, Joel J. Richard e Le Castle Vania, è sì composta sulla falsariga di quelle precedenti – con elettrizzanti commistioni di orchestra, electronic rock e alternative dance – ma presenta anche un leitmotiv proveniente da Il lago dei cigni di Čajkovskij.

Questo elemento stilistico serve ovviamente a dare un certo flavour alla protagonista e alle sue origini, ma riflettendo criticamente si possono notare delle affinità più profonde – volute o meno – tra Ballerina e il balletto russo. In Čajkovskij la melodia d’apertura è il primo tema del cigno, e in esso risuona già una delle scale discendenti che si incontreranno poi in tutto il componimento. Le suddette scale alludono al destino che incombe sui due amanti della fiaba, a cui non potranno sottrarsi. La musica espone a più riprese il tema del fato e la stessa cosa fa il film, precisando che non si può fuggire da un destino già tracciato (da sé stessi o da altri).

In questo senso, Eve potrebbe essere sovrapposta a Odette – il cigno bianco protagonista – e il Cancelliere al mago Rothbart. Nel balletto, lo stregone trasforma Odette e altre donne in cigni; similmente le mostruosità del Cancelliere nei confronti di ignare bambine innocenti fanno sì che Eve diventi un’assassina. Tale semplicità fiabesca si rivela, ancora una volta, una carta vincente per intrattenere e arricchire il film con atmosfere molto più originali della media.

ballerina ana de armas

La parabola con Ana de Armas è, in altre parole, un ritorno alla sobrietà dei primi due capitoli della saga, con qualche guizzo più folle ereditato da Parabellum e John Wick 4 (come un’inevitabile e adrenalinica caccia all’uomo nelle fasi più avanzate della storia). Purtroppo questa scelta più “minimalista”, se così si può definire, è un’arma a doppio taglio: da un lato rende il ritmo incalzante e coinvolgente, dall’altro fa avvertire la mancanza di scene d’azione veramente dirompenti. Regia e coreografie osano poco, un peccato se pensiamo a cosa siamo stati abituati finora.

Il motivo è probabilmente l’inesperienza di Len Wiseman che, a confronto con un veterano dell’industria come Chad Stahelski, può dire di aver girato solo action mediocri come Underworld, Die Hard: Vivere o morire e l’inutile remake di Total Recall del 2012. È poi da sottolineare che, a causa di problemi di salute di Wiseman e di screening test poco soddisfacenti, Stahelski in persona ha dovuto rigirare intere parti del film e aggiungere persino scene inedite (ecco spiegato anche il rinvio dell’uscita). Non si sa come i due registi si siano divisi il materiale, ma una visione attenta della pellicola lascia intendere molto bene che, prevedibilmente, le sequenze meglio riuscite sono state realizzate proprio da Chad (di nome e di fatto).

Non fraintendetemi: Ballerina non è un colabrodo che è stato rattoppato alla buona, bensì una versione godibile ma “depotenziata” delle gesta di Keanu Reeves. Nonostante la bravura della de Armas (Blade Runner 2049, No Time To Die), innegabilmente il suo personaggio impallidisce dinnanzi alla presenza scenica della controparte maschile; ciò tuttavia non la rende una protagonista malriuscita, piuttosto un’eroina poco incisiva.

ballerina norman reedus

Un comprimario invece più interessante, nonostante lo screen time ridotto, è il già citato Daniel Pine portato in scena da un ottimo Norman Reedus (The Walking Dead, Death Stranding). A sorprendermi è stata non solo la sua presenza nel cast (quasi a voler rubare spazio ad Ana de Armas), ma anche la sua performance ineccepibile e perfettamente in linea con il ruolo. Gli anni passati insieme al buon Hideo Kojima saranno stati d’insegnamento? Anche in virtù di questa sua notorietà crescente, non è da escludere un suo eventuale ritorno in prossime avventure del franchise.

A coronare i pregi di Ballerina sono infine due sequenze che valgono l’intera pellicola. La prima, all’interno di un’armeria, vede Eve tentare di sopravvivere ai suoi aguzzini sfruttando una manciata di granate in modi decisamente poco ortodossi e davvero divertenti. Per la seconda, invece, è stata utilizzata una trovata scenica inedita per la serie. Dopo scazzottate in discoteca, sparatorie infinite e duelli con spade, cosa manca all’appello per essere ancora più caciaroni? Esatto: due lanciafiamme. Sento odore di cult (e di bruciato).

Benché autoconclusiva, l’epopea di Eve MaCarro apre a un sequel e ci si chiede se sarà proprio lei l’erede di Baba Jaga. Tutto dipende dal quinto capitolo principale e dalle ulteriori ramificazioni che arriveranno in futuro. Dopo più di dieci anni, è e sarà indubbiamente difficile mantenere alti gli standard senza risultare ripetitivi o fiacchi. Per ora possiamo affermare con sicurezza che il nome di John Wick non è stato infangato.

Un ringraziamento speciale a Leone Film Group

Nefasto Articoli
Videogiocatore incallito, cinefilo dalla nascita, attore di teatro e batterista da diversi anni. Adoro approfondire qualsiasi cosa abbia a che fare con l'arte e l'audiovisivo: è difficile fermarmi quando inizio a scrivere o a parlare focosamente di ciò che amo.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito è protetto da reCAPTCHA e si applicano le Norme sulla Privacy e i Termini di Servizio di Google.